martedì 4 agosto 2015

Dati sui Fulmini in Italia e Norme di Sicurezza

 Foto di Marco Uberti, scattata a Lecco il giorno 31 Luglio 2006, alle ore 22.55, con fotocamera ISO 200, F/9.0 e posa di 15 secondi. I fulmini sembrano caduti contemporaneamente, ma, essendo il tempo di posa relativamente lungo, sono in realtà caduti a breve distanza l'uno dall'altro. Fonte

Attraverso SIRF (Sistema Italiano Rilevamento Fulmini), ideato e di proprietà di Cesi (Centro Elettrotecnico Sperimentale Italiano), è stato possibile elaborare una fotografia dei dati nazionali e regionali relativi alla caduta dei fulmini, un fenomeno naturale che comporta seri danni all’ambiente e alle persone.

La rete SIRF, parte della rete pan-europea EUCLID (European Cooperation for Lightning Detection), monitora ogni singolo fulmine, 24 ore su 24 tutto l’'anno, ed è composta da 16 sensori situati sul territorio nazionale. Ogni sensore è collegato tramite internet al centro operativo presso la sede di CESI a Milano. Grazie all’'estrema velocità di ritorno del dato e alla copertura omogenea della penisola, il monitoraggio dei fulmini è utilizzato per l’'allerta di nowcasting (previsioni a poche ore) alle strutture sensibili e alla popolazione. È ormai, infatti, ampiamente provata la stretta correlazione tra la quantità dei fulmini, all'’interno di un temporale o di un ciclone, e l'’intensità della precipitazione. Questo conferma che la mappatura dei fulmini è uno strumento affidabile, in grado di segnalare i fenomeni intensi in formazione e in arrivo con qualche ora di anticipo, tempo sufficiente a mettere in atto le procedure di emergenza già pianificate.

Della rete EUCLID fanno parte
Italia, Austria, Germania, Slovenia, Polonia, Benelux, Norvegia, Svizzera, Francia, Spagna, Portogallo, Finlandia, Repubblica Ceca, Svezia, Ungheria, Norvegia, Estonia.

I dati sui fulmini in Italia
Nei primi 7 mesi del 2015, sono caduti sul territorio nazionale 408.831 fulmini, con un netto calo rispetto all’'anno precedente. Il 2014, infatti, sarà ricordato come l'’anno peggiore a partire dal 2000, con quasi 3,2 milioni di fulmini caduti, molti dei quali ad altissima intensità, rispetto a circa 1,7 milioni nel 2013. Dai dati rilevati da SIRF, luglio e agosto sono i mesi in cui, in questi anni, è caduto il maggior numero di fulmini sul nostro territorio.

Negli ultimi 15 anni, la Regione più colpita è stata la Toscana (808.395 fulmini), seguita da Piemonte (706.665 fulmini) e Lazio (658.815 fulmini). Nonostante il calo generalizzato rispetto al 2014, da gennaio a luglio del 2015 in Piemonte (con oltre 96 mila fulmini rispetto ai 41 mila dello stesso periodo dell'’anno precedente) è stato registrato un incremento pari a +134% e in Trentino Alto Adige pari a +163% con 24.697 fulmini, rispetto ai 9.365 dello stesso periodo del 2014. Questi dati rappresentano una testimonianza evidente delle conseguenze legate ai cambiamenti climatici. La Regione meno interessata dal fenomeno, in questi primi sette mesi, è il Molise in cui ne sono caduti poco più di 2.000.

"Il SIRF rappresenta - ha detto Domenico Andreis, Direttore Divisione Engineering & Environment - Ismes, CESI - uno strumento di elevata tecnologia, tutta italiana, che permette di monitorare il nostro territorio e avere a disposizione ogni ora una mappa dei punti di impatto dei fulmini (http://www.fulmini.it/public/info/mappa-fulmini.asp).
Registrare con un certo anticipo lo scatenarsi di un temporale e individuarne l'’intensità, grazie al sistema di rilevamento ideato da CESI, consente di gestire eventuali danni ad apparati e costruzioni e soprattutto salvaguardare le persone da incidenti causati dai fulmini. Collaboriamo attualmente con la maggior parte delle analoghe reti di rilevamento presenti in Europa: quasi tutti i Paesi del nostro continente, infatti, sono dotati di una rete di sensori equivalenti a quelli di SIRF e i dati registrati sono facilmente integrabili. Questa rete rileva al meglio le cosiddette ‘bombe d’acqua’ su buona parte del territorio europeo e traccia un quadro complessivo della caduta dei fulmini".

Di seguito, troverete delle norme di sicurezza, ovvero 20 regole d'oro per evitare incidenti in caso di  temporali.

In casa
spegnere il televisore, staccare la spina e l'antenna; 
evitare di venire a contatto con rubinetti o tubi dell'acqua e di fare la doccia o il bagno; 
non utilizzare apparecchi elettrici (ad esempio phon, ferro da stiro), non eseguire riparazioni elettriche a contatto e/o direttamente sull'impianto, e utilizzare il telefono solo in caso di urgenza. 

In automobile
chiudere finestrini e porte o portelli e non toccare parti metalliche o l’autoradio. 
Ricordiamo che l’automobile, in caso di temporale, può essere considerata un buon rifugio. È, infatti, una gabbia metallica che conduce a terra la corrente tramite le gomme bagnate. Inoltre, la scarsa distanza dalla macchina a terra è sufficiente a innescare un arco elettrico ricreando una messa a terra sicura.

In montagna
prima di fare una gita informarsi sempre sulle condizioni meteorologiche; 
se si è sorpresi da un temporale già sul percorso, cercare di scendere di quota o di trovare un rifugio chiuso (non sotto alberi o punte) ed evitare assolutamente le parti "ferrate" del percorso;
se si rimane all’aperto restare in un luogo lontano da punte o alberi e assumere una posizione accucciata.
Da tenere presente che la montagna, avendo elevate altitudini, è un luogo particolarmente esposto ai fulmini. 

Al mare
non rimanere in acqua durante un temporale; 
se possibile, non rimanere in spiaggia ma ripararsi in un luogo chiuso, oppure rimanere seduti o accucciati. 
Nel caso che il fulmine colpisca la superficie dell’acqua, che è un buon conduttore, la corrente si disperde investendo eventuali bagnanti. La spiaggia, inoltre, è un luogo aperto e piano in cui anche un uomo in piedi può fungere da “punta”.

Al parco
allontanarsi dagli alberi il più possibile e trovare riparo in un luogo chiuso; 
se non si può trovare riparo, restare accucciati in un’area lontana da punte; 
se si è in bicicletta scendere di sella e allontanarsi dalla bici. 

In campeggio: 
restare in un luogo chiuso come la roulotte; 
uscire dalla tenda e trovare un rifugio chiuso ma, se si deve restare nella tenda, accucciarsi e restare distanti dai pali metallici; 
evitare giochi con aquiloni o simili e di pescare con canna da pesca.

In barca
se si è in vicinanza di un porto, andare all’ormeggio o navigare sottocosta; 
se si è in barca a vela, l’albero è esposto ai fulmini, quindi sistemarsi lontano dallo stesso e da elementi metallici;
se è tecnicamente possibile, si può gettare l’ancora facendola passare attorno all’albero, così l’eventuale corrente si scaricherà, attraverso l’ancora, in mare; 
se il temporale non si allontana, riprendere la navigazione e cercare di portarsi velocemente in un’altra zona; 
in una barca a vela, sarebbe necessario che tutte le strutture metalliche fossero ben connesse fra loro e con il bulbo, mediante cavi elettrici, in modo che il fulmine possa sempre avere un percorso verso l’acqua. 

 A questo link (cliccare) è disponibile una mappa in tempo reale dei punti di impatto dei fulmini, in cui viene visualizzata la situazione temporalesca nell'ultima ora, aggiornata allo scadere dell'ora.
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Le informazioni, contenute nell'articolo, provengono da un Comunicato Stampa Cesi, pervenuto alla scrivente tramite posta elettronica.


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