Grazie alla ricerca scientifica, è stato scoperto inaspettatamente un nuovo adiuvante per vaccini dai bifosfonati.
I ricercatori hanno scoperto che questi farmaci possono essere impiegati come adiuvanti immunologici per migliorare le risposte protettive ai vaccini. Un altro importante caso di serendipity nella ricerca scientifica che al tempo stesso ha il vantaggio di accorciare i tempi di approvazione clinica, avendo già superato i test tossicologici, e di tagliare i costi di sviluppo. Si tratta infatti di una nuova strategia nella progettazione farmacologica, detta re-positioning.
Si è notato che molti farmaci, già approvati per alcune patologie, tengono nascoste nuove e interessanti proprietà farmacologiche per malattie completamente diverse dall’uso a cui erano destinati.
La ricerca, finanziata dallo European Research Council e dalla Fondazione Armenise-Harvard, è stata pubblicata il 10 Ottobre 2013 sulla rivista Cell Reports con il titolo Bisphosphonates Target B Cells to Enhance Humoral Immune Responses.
La produzione di vaccini sicuri ed efficaci richiede, oltre a componenti derivati dai microrganismi contro i quali si vuole sviluppare una risposta immune (gli antigeni), l’utilizzo di sostanze addizionali, chiamati adiuvanti, per stimolare l’immunità protettiva. I vaccini odierni sono più sicuri ma hanno minore capacità immunogenica e sono pertanto più adiuvante-dipendenti dei vecchi vaccini. Nonostante decenni di ricerche in questo campo, solo quattro adiuvanti sono stati finora approvati, e l’innalzamento delle norme di sicurezza ha rallentato la commercializzazione di nuove sostanze.
La ricerca di Iannacone e dei suoi collaboratori ha evidenziato la proprietà dei bifosfonati di agire come adiuvanti.
“Studiando il ruolo dei macrofagi linfonodali nell’immunità antivirale - spiega Iannacone - abbiamo notato che le risposte anticorpali erano più alte dopo trattamento con bifosfonati. Siamo riusciti a dimostrare che la somministrazione di dosi clinicamente rilevanti di bifosfonati aumenta notevolmente le risposte anticorpali a virus vivi o inattivi, proteine, apteni e formulazioni di vaccini esistenti. Abbiamo trovato che i bifosfonati esercitano questa attività adiuvante indipendentemente dai meccanismi cellulari e molecolari attraverso i quali si pensa che agiscano tutti gli adiuvanti approvati, ma inducono direttamente i linfociti B ad aumentare la loro espansione e la produzione di anticorpi non appena si incontrano con l’antigene”.
“Siamo convinti – conclude Iannacone - che questo lavoro sia significativo nel contesto della ricerca vaccinale, dell’immunità antivirale e della biologia dei linfociti B e che apra la strada ad una valutazione traslazionale dei bifosfonati come nuovi adiuvanti nell’uomo”.
Se confermati da trials clinici su larga scala, i risultati di questa ricerca suggeriscono quindi che i bifosfonati possano essere utilizzati come adiuvanti nello sviluppo di nuove preparazioni di vaccini, e particolarmente utili in caso di antigeni scarsamente immunogenici.
Per esempio negli anziani o in altri pazienti immunologicamente compromessi, le risposte immunitarie ai vaccini tradizionali possono essere diminuite e l’aggiunta di bifosfonati potrebbe aumentare la potenza della risposta immunitaria in questi pazienti.
I bifosfonati permetterebbero di diminuire la quantità di antigeni richiesti per sviluppare la protezione vaccinale, diminuendo così i costi di produzione, soprattutto quando è urgente una vaccinazione su larga scala con attrezzature di produzione limitate; permetterebbero inoltre l’immunizzazione con meno dosi di vaccino, per esempio in caso di vaccinazioni che richiedono iniezioni multiple oppure in situazioni particolarmente difficili e in paesi ad alto rischio epidemico.
Per maggiori informazioni: Dr. Matteo Iannacone – e-mail: matteo.iannacone@hsr.it
Istituto Scientifico San Raffaele - +39 (02) 2643-6359 - +39 (348) 853-3711
Web: www.iannaconelab.com
Note informative:
MATTEO IANNACONE
Matteo Iannacone dopo la laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Milano, il dottorato in Medicina Molecolare e la specializzazione in Medicina Interna presso l’Università Vita-Salute San Raffaele, ha lavorato presso lo Scripps Research Institute di La Jolla, California e la Harvard Medical School di Boston, Massachusetts. Grazie al programma Armenise-Harvard Career Development ha aperto presso l’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele di Milano il suo laboratorio Armenise-Harvard “Dinamica delle risposte immunitarie”. E’ autore di oltre 30 pubblicazioni scientifiche e vincitore di numerosi premi, tra cui uno Starting Grant dello European Research Council.
FONDAZIONE GIOVANNI ARMENISE-HARVARD
La Fondazione Giovanni Armenise-Harvard sostiene giovani scienziati dotati di particolari capacità, contribuendo alla creazione di nuove aree di ricerca nel settore delle scienze biologiche in Italia, incentivando la mobilità internazionale a vantaggio di una cultura multidisciplinare e favorendo profondi rapporti di collaborazione tra gli scienziati italiani e la Harvard Medical School di Boston (HMS).
La Fondazione Armenise-Harvard fino a oggi ha investito in Italia circa 22 milioni di dollari, creando 18 laboratori per i beneficiari del Career Development Award, finanziando 3 PhD presso la Harvard Medical School e premiando 25 giovani giornalisti scientifici.
Il finanziamento dell’Armenise-Harvard Career Development Award ammonta attualmente a $ 200.000 annui, per un periodo da tre a cinque anni, e comprende il compenso commisurato alla posizione occupata presso l’istituto ospitante, gli stipendi per gli altri membri coinvolti nel programma di ricerca e i fondi annuali per le apparecchiature/infrastrutture.
Le scadenze dei programmi sono:
Armenise-Harvard PhD Program, adesioni entro il 2 dicembre 2013
Armenise-Harvard Summer Fellowship for Italian University Students, adesioni entro il 20 dicembre 2013
Armenise-Harvard Career Development Award, adesioni entro il 15 luglio 2014
Per maggiori informazioni si può consultare il sito http://www.armeniseharvard.org/grants/
o contattare Lisa Mayer, The Giovanni Armenise-Harvard Foundation, lisa_mayer@hms.harvard.edu
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È stupendo come il progresso umano possa migliorare poco a poco sempre più la nostra vita, ricerche scientifiche che poggiano la base su esperienze ed esperimenti che talvolta si condividono, talvolta sono serendipitose, talvolta si prolungano nel tempo.
RispondiEliminaGrazie Annarita, buon pomeriggio.
Rino.
Sono perfettamente d'accordo, Rino.
EliminaTi ringrazio di essere sempre così attento e sensibile a queste tematiche.
Buona serata. A prestissimo:)
Annarita
Già la scoperta scientifica ha il suo fascino quando gli sforzi sono ben mirati e si sa (o si intuisce) dove si vorrebbe arrivare, ma altrettanto affascinante é scoprire qualcosa mentre si studia o cerca qualcos'altro. É un po' come quelle sorprese inaspettate che ti lasciano a bocca aperta. Ma la scienza è piena di casi di "serendipitosi" (grazie @Gaspare per l'aggettivo); motivo in più per rimanerne abbagliati.
RispondiEliminaPoi, qui c'è anche un bel pezzo di orgoglio italiano, che in tempi come questi ci risolleva.
Sarà molto interessante seguire gli sviluppi di questa scoperta.
Grazie a te per la segnalazione.
Un salutone
D'accordo con te, Marco, per le diverse considerazioni. La ricerca scientifica italiana mette a segno spesso risultati importanti. Segnalarli è un dovere. Se solo fosse aiutata e sostenuta come in altri paesi stranieri!
EliminaUn salutone e grazie del passaggio.
Dobbiamo molto ai ricercatori. La vita umana grazie a loro oggi è migliorata tantissimo, ma migliorerà sempre di più.
RispondiEliminaNe sono certa.
Grazie, sempre!
Ti abbraccio!
Anche se non capisco tutto bene ma una cosa ho capito che è una buona scoperta.
Puoi ben dirlo, Rosaria:)
EliminaLa ricerca scientifica è fondamentale per il progresso. Un paese che si consideri civile non può non tenerne conto.
La scoperta di Iannacone e del suo team di ricercatori sarà sicuramente di aiuto nell'ambito dell'Immunologia.
Un abbraccio.