Il team di ricerca |
In sintesi, REAC è in grado di riportare sia le cellule staminali che le cellule adulte ad uno stato ancestrale, simil-embrionale, per consentire ai biologi molecolari di "riprogrammarle" e trasformarle in ogni tipo cellulare. REAC - configurato come Bio Enhancer-Neuro Enhancer (B.E.N.E.) - è un convogliatore che produce campi radioelettrici a bassissima intensità.
Per la prima volta in letteratura scientifica, la riprogrammazione delle cellule adulte è stata ottenuta, grazie all’uso di una emissione a bassissima intensità, di un campo radioelettrico e non con l'utilizzo di ingegneria genetica o con l'uso di vettori virali, come già sperimentato dal Prof. Shinya Yamanaka, Nobel 2012 per la Medicina.
La ricaduta nell'ambito della medicina rigenerativa e la cura delle malattie gravi, altrimenti intrattabili, fa ben sperare concretamente. La macchina messa a punto consentirà di riparare qualsiasi organo o tessuto a partire dalle cellule della nostra pelle!
Lo studio e i risultati della ricerca del team di ricercatori guidati da Carlo Ventura, professore di Biologia Molecolare dell’Università di Bologna ("Radio Electric Conveyed fields directly reprogram human dermal skin Fibroblast toward Cardiac, Neuronal, and Skeletal Muscle-like lineages") - pubblicati su Cell Transplantation, la prestigiosa rivista americana di medicina rigenerativa, con il titolo "Regenerative treatment using a radioelectric asymmetric conveyor as a novel tool in antiaging medicine: an in vitro beta-galactosidase study" - aprono prospettive senza precedenti.
Qui le immagini delle cellule trattate con REAC.
La scoperta è il frutto della sinergia fra il Laboratorio di Biologia Molecolare e Bioingegneria delle Cellule Staminali, diretto dal Prof. Ventura con la collaborazione della Dr.ssa Claudia Cavallini (Dipartimento Cardiovascolare dell’Università di Bologna), l’Istituto Rinaldi Fontani di Firenze con il suo gruppo di ricerca nell’ambito della Medicina Rigenerativa, coordinato dal Prof. Salvatore Rinaldi e costituito dalla Dr.ssa Vania Fontani e dal Dr. Alessandro Castagna e il Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Sassari, con un gruppo di ricerca coordinato dalla Dr.ssa Margherita Maioli e costituito dalla Dr.ssa Sara Santaniello, dal Dr. Gianfranco Pigliaru e dalla Dr.ssa Sara Gualini.
"I fibroblasti rappresentano la componente cellulare fondamentale del tessuto connettivo che a sua volta costituisce una parte preponderante di ogni organo e tessuto", spiega il prof. Ventura.
"E’ quindi proprio dai fibroblasti che potrebbe partire, attraverso il processo di riprogrammazione appena scoperto, un meccanismo assolutamente generale di riparazione e rigenerazione per organi e tessuti danneggiati dalle più svariate patologie".
Ulteriori approfondimenti qui.
Che notizia cara Annarita.
RispondiEliminariparazione e rigenerazione organi e tessuti danneggiati dalle più svariate patologie
Questo è la sola cosa che ho afferrato con grande piacere...I termini scientifici:(
Che notizia cara Annarita!
hai ragione a dire che andava resa nota.
Buona domenica
bacio
wow una macchina del tempo! mi viene in mente un film che ho visto in tv
RispondiEliminaCara Annarita,
RispondiEliminapoco fa ho fatto capolino dall'amica Rosaria, la Rosy che ti ammira tanto e che è sempre puntuale nei tuoi blog. Le ho dedicato una mia poesia in napoletano in relazione al suo ricordare nei meandri del suo passato, assai amabili per lei.
Ma non potevo evitare di rilasciare un commento anche a te, giusto in felice relazione del tuo post, REAC: Una "Macchina Del Tempo" Per Riprogrammare Le Cellule Adulte. Le cellule adulte possono assimilarsi al "settembre" della vita dell'uomo ed è a lei che ci rivolgiamo nella speranza di sapere... Una speranza che oggi sembra realizzarsi...
Ho scritto così a Rosaria e questo vale anche per il tuo post in questione:
« Un passato che talvolta, per la tristezza, somiglia al mese di settembre, giusto in relazione alla tua "lezione di vita". Come per dire "quanno ce vedimmo", tal'e quale a settembre di questa mia poesia in napoletano, una delle non poche.
SETTE’ ADDÒ VAI?
Settè addò vai?
Settè quanno ce vedimmo?
Te ne staj’ ienne, ma fra l’ombre
de’ frasche che frusceeno, sento.
Sento a malia de ccose do viento.
Co' viento pure l’auciell che sanno
'ndalleeno a ccà e llà co affanno.
Traduzione per chi ne ha bisogno.
SETTEMBRE DOVE VAI?
Settembre dove vai?
Settembre quando ci vediamo?
Te ne stai andando, ma fra le ombre
delle frasche che frusciano, sento.
Sento la malizia delle cose del vento.
Col vento pure gli uccelli, che sanno,
indugiano di qua e là con affanno.
Gaetano »
Cara Rosaria, la domenica è passata...ma sono in tempo ad augurarti una buona settimana!
RispondiEliminaLa notizia è davvero confortante. Confidiamo nell'applicazione di REAC, che permette davvero di sperare a tante persone!
Un abbraccio.
Annarita
Camilla, quella che hai visto in tv è una macchina del tempo completamente diversa. Nel caso dei risultati di questo importante studio, la locuzione "macchina del tempo" ha un diverso significato!;)
RispondiEliminaCaro Gaetano, che bella sorpresa!
RispondiEliminaRosaria è un'amica fedele. La sua presenza puntuale su questo blog è dovuto ad un affetto sincero:).
Molto interessante la poesia che hai condiviso. Grazie.
Un salutone.
Annarita