domenica 18 novembre 2012

I Blog Come Strumenti Per L'Educazione Scientifica E La Comunicazione Della Scienza

Questo articolo contiene delle brevi riflessioni sul ruolo dei blog, in particolare quelli scientifici, come strumenti a supporto dell'Educazione scientifica e la Comunicazione della Scienza. Ma prima di entrare in merito all'argomento, propongo un richiamo su cosa è un blog e sulle sue origini.


Il Web sta modellando e rimodellerà nei prossimi anni la nostra percezione del mondo. L’Uomo Nuovo, l’Homo Tecnologicus, o qualunque evoluzione culturale della specie si potrà immaginare in futuro, sarà di sicuro figlio di una continua interazione reciproca globale dei suoi predecessori, ed erede di una chiave di accesso a tutte le informazioni prodotte dall’umanità.
E la strada è ancora lunga: con possibilità di utilizzo inesplorate e una crescita costante di interesse nelle nuove generazioni, che progressivamente si allontanano dai media tradizionali.
Vi propongo di seguito, doppiato in italiano, "Web 2.0...The Machine is Us/ing Us", il famosissimo video di Michael Lee Wesch, professore associato di antropologia culturale all'università del Kansas, pubblicato su YouTube il 31 gennaio 2007 e visto da oltre undici milioni e mezzo di persone. Il video spiega efficacemente, in meno di cinque minuti, che cos'è il Web 2.0.



Tutto ciò  sta avendo, da tempo, delle ripercussioni significative in ambito didattico ed educativo, evidenza di cui gli operatori scolastici non possono non tenere conto. Da qui l’esigenza di analizzare alcuni strumenti del Web 2.0, nello specifico i blog,  per cercare di comprenderne le potenzialità didattiche ed apprenditive.

Jorn Barger nel 2008: da Wikipedia

Il blog è una sorta di diario in rete. Il termine è la contrazione di web-log, ovvero "traccia su rete". Il fenomeno ha avuto inizio nel 1997 in America e il 18 luglio 1997 è stato scelto come data di nascita simbolica del blog, riferendosi allo sviluppo, da parte dello statunitense Dave Winer, del software che ne permette la pubblicazione, mentre il primo blog è stato effettivamente pubblicato il 23 dicembre dello stesso anno, grazie a Jorn Barger.

Nel 2001 è divenuto di moda anche in Italia, con la nascita dei primi servizi gratuiti dedicati alla sua gestione. Un blog è facile da usare, non necessitando di competenze tecniche particolari. La sua  struttura, infatti, è costituita, di solito, da un programma di pubblicazione guidata che consente la creazione di pagine web, anche senza conoscere necessariamente il linguaggio HTML; questa struttura può essere personalizzata con vesti grafiche dette template, di cui ne esistono diverse centinaia.

Un blog può essere pubblico o privato. Tutte le pubblicazioni, chiamate post, vengono generalmente visualizzate in ordine cronologico inverso, cioè dal più nuovo al più vecchio, e conservate in un archivio storico facilmente accessibile. I lettori possono lasciare commenti ai post, in alcuni casi solo dopo essersi registrati. È possibile aggiornare il blog ovunque sia disponibile un accesso ad internet. 
Diverse piattaforme di blogging (ad esempio WordPress e Blogger) permettono, oggi, di pubblicare post via e-mail. Esistono blog, denominati moblog, che sono accessibili o utilizzabili con un telefono cellulare, un palmare o un tablet (in grado di connettersi a servizi di rete). Tramite il blog si viene in contatto con persone lontane fisicamente, ma spesso vicine alle proprie idee e ai propri punti di vista. Con esse si condividono i pensieri, le riflessioni su diverse situazioni perché raramente si tratta di siti monotematici. Si può esprimere la propria creatività liberamente, interagendo in modo diretto con gli altri blogger.

Un blogger è colui che scrive e gestisce un blog, mentre l'insieme di tutti i blog viene detto blogsfera o blogosfera (in inglese, blogsphere). Alcuni blog si possono considerare veri e propri diari personali e/o collettivi, nel senso che sono utilizzati per mettere on-line le storie personali e i momenti importanti della propria vita. In questo contesto, la riservatezza, il privato, il personale vanno verso la collettività.

Esistono diverse tipologie di blog (blog personale, blog di attualità, blog tematico, photoblog, blog vetrina, blog politico, urban blog, watch blog m-blog, vlog o video blog, audio blog, nanopublishing, moblog, multiblogging, blog novel o blog fiction), riguardo alle quali si possono reperire informazioni su Wikipedia.


Soffermiamoci adesso sulla categoria dei blog didattici per cercare di capire quale tipo di contributo essi possono offrire in ambito didattico ed educativo. Inizio con il riportare, in merito, la mia esperienza diretta. Sto, infatti, sperimentando dalla primavera del 2007 tale strumento con le mie classi, avendo dato vita a due  blog, uno di Scienze e l’altro di Matematica, dapprima sulla piattaforma free "Splinder", e successivamente sulla piattaforma "Blogger", dove si sono trasferiti nell'autunno del 2011, in seguito alla chiusura della precedente piattaforma ospite:

  - http://www.tutto-scienze.org
  - http://www.lanostra-matematica.org

Ho voluto sperimentare i due blog per poter mettere, in primis, al servizio della didattica e dell’apprendimento uno strumento alternativo, basato sull’interazione, che ha tra i suoi punti di forza l’indubbia gratificazione per gli alunni, derivante dal pubblicare articoli personali o realizzati in gruppo.
La sperimentazione in questi anni si è rivelata proficua.

I ragazzi, infatti, si dimostrano più costruttivamente partecipi nelle attività di classe; non di rado, si organizzano autonomamente in piccoli gruppi per tenere traccia scritta di ciò che si svolge durante le lezioni, quando si decide di pubblicare un loro articolo.
Tale traccia è successivamente riordinata in parte a casa oppure a scuola, scritta al computer, corredata di immagini e grafici esplicativi, realizzati in genere con gli strumenti grafici  della suite di Office, e poi discussa in classe collettivamente per apportare gli aggiustamenti necessari.

Soltanto a questo punto, si procede alla pubblicazione sul blog del materiale prodotto. I ragazzi, anche di altre classi, interagiscono, scambiandosi opinioni sul contenuto  messo online, attraverso i commenti al post. Non è raro che visitatori esterni lascino i loro commenti su quanto pubblicato, creando in tal modo una rete di relazioni in cui la conoscenza viene "lavorata" dinamicamente.

Lo strumento blog si è rivelato un ottimo catalizzatore di interesse e motivazione a fare, favorendo la crescita della naturale curiosità dei ragazzi con risultati sorprendenti riguardo alla maturazione di competenze specifiche quali il saper organizzare un progetto di editing di contenuti e grafica relativa. Migliorano in tal modo, indiscutibilmente, le capacità di problem posing e problem solving poiché spesso i ragazzi sono chiamati a risolvere problemi  legati alla realizzazione dei pezzi da pubblicare.

Migliorano anche la capacità di prendere appunti durante la lezione e di lavorare in gruppo perché si è accomunati da un obiettivo comune non astratto, ma concreto.
Qualcuno chiederà  “…e le abilità di base e il tempo a disposizione”? Sempre in base alla mia esperienza, devo affermare che si assiste ad un miglioramento delle prime in quanto i ragazzi pongono maggiore attenzione a quello che si fa con carta e penna, per intenderci, avendo ben presente un obiettivo gratificante. Viene incentivata, inoltre, l’azione di mutuo supporto tra pari con conseguente miglioramento della rete di relazioni che si instaurano all’interno del gruppo classe.

Il tempo è, purtroppo, la variabile con cui ci si confronta sia nell’approccio reale che in quello virtuale alle questioni didattiche e apprenditive. Occorre progettare con cura, operando delle scelte mirate ed ottimizzando i curricoli disciplinari spesso ridondanti nei contenuti, eliminando alcune parti scarsamente significative e trasformandone  altre in terreno fertile per gli interventi interdisciplinari.

A quanti volessero sperimentare il blog nella didattica, si consiglia di pianificare un percorso progettuale in cui siano ben definiti gli obiettivi e il contesto (scegliere il tema del blog in relazione agli obiettivi didattici, concordandolo con gli alunni, e precisare con chiarezza quale potrà essere l’apporto di questa tecnologia alle attività didattiche).
E’,inoltre, indispensabile definire i dettagli delle attività connesse all’utilizzo del blog, non prima di aver fornito agli alunni le conoscenze e le abilità di base per la fruizione del blog stesso, e infine le modalità di valutazione dell’esperienza (auto-valutazione degli alunni e valutazione dell’esperienza del docente in relazione agli obiettivi prefissati).

Per quanto riguarda nello specifico i miei due blog, essi offrono anche numerose risorse per i colleghi docenti sotto forma di: unità di apprendimento, percorsi sperimentali, ebook liberamente scaricabili, risorse multimediali (video, infografiche, animazioni e altro), segnalazione di siti e risorse esterne, utili alla didattica.

Devo, infine, aggiungere che Scientificando e Matem@ticaMente hanno progressivamente assunto, accanto alla funzione didattica, anche un ruolo a supporto della Comunicazione scientifica, mediante la pubblicazione di news riguardanti la ricerca scientifica e l'innovazione tecnologica. Da alcuni anni, inoltre, i due blog ospitano degli eventi culturali, che si stanno imponendo sempre più all'attenzione generale e dei media: I Carnevali scientifici.

Per approfondire di cosa si tratta, consiglio di leggere il post "I Carnevali scientifici e la Comunicazione della Scienza", che ho pubblicato di recente.

7 commenti:

  1. Grazie, Annarita. Hai evidenziato le potenzialità del web e di una scuola al passo con i tempi.
    Lunga vita ai blog!

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  2. Grazie a te, Maria. Speriamo che l'articolo possa essere di qualche utilità ai colleghi docenti.

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  3. Io da "boy tecnologicus" non posso che concordare con queste tue riflessioni e lo faccio portando la mia personale esperienza diretta di studente.
    Come tu ben sai frequento i blog scientifici dal Settembre 2010 e la scintilla che mi ha "illuminato" sono stati proprio i tuoi blog conosciuti quasi per caso. Da allora la mia curiosità verso gli argomenti scientifici è aumentata esponenzialmente e grazie ai blog scientifici parte (buona parte) di quelle che prima erano semplici curiosità si sono trasformate in "conoscenze", alcune delle quali sicuramente ancora da approfondire.
    Sappiamo bene quanto la Scuola (per vari motivi sacrosanti ed alcune giustificazioni "forzate") non sempre riesce a trasmettere allo studente l'amore verso le materie scientifiche. Vediamo spesso la scuola come una sorta di imposizione che ci costringe ad apprendere cose che però non stuzzicano la nostra curiosità o che non soddisfano le nostre esigenze di adolescenti. Il problema di fondo è la Comunicazione. I mezzi che la Scuola utilizza per comunicare (ancora oggi) sono spesso in contrasto con la vita reale (e virtuale) degli studenti digitali che sono la stragrande maggioranza.
    Ecco, i Blog Scientifici possono essere il collegamento tra una Scuola che fa fatica a "modernizzarsi" tecnologicamente ed una realtà adolescenziale impregnata di multimedialità. Un ambiente di incontro per la Didattica e la Divulgazione scientifica; un'occasione di crescita.
    Io posso dire di essere soddisfattissimo di questo mio percorso tra le lande digitali dei blog scientifici che hanno sopperito alle mancanze di un'istituzione scolastica ferma al palo che i nostri genitori (se non addirittura nonni) hanno piantato. La tecnologia è il futuro ed è ora che tutti gli "attori" del sistema formativo (ed educativo) se ne rendano conto e che comincino realmente ad usarla.
    Se c'è una cosa che mi dispiace è non essermi imbattuto prima con i blog scientifici, magari sin dalle medie; oggi forse ne saprei qualcosa in più di "Scienze e dintorni".
    E a quei genitori e docenti che ancora vedono nel Web un "demonio da esorcizzare" dico: SVEGLIATEVI. Per i vostri figli, per i vostri studenti, SVEGLIATEVI, perché se voi volete rimanere "fermi al palo" noi invece non possiamo permettercelo e se non volete che rimaniamo lì a farvi compagnia mentre altri corrono, AIUTATECI.
    Naturalmente tu non sei nè tra quei genitori, nè tra quei docenti. Sei un esempio che spero molti tuoi colleghi seguano. Alcuni già lo fanno egregiamente come te, ma siete ancora pochi. E' il sistema che deve cambiare, non è possibile che ci si regga solo su sporadici esempi che magari si ritrovano a "scontrarsi" con mentalità obsolete di colleghi e/o genitori poco lungimiranti che invece di aiutare remano contro. Il blog (scientifico e non solo) dovrebbe diventare parte integrante del percorso scolastico perché ha le caratteristiche tecno-sociali e didattiche ideali per collaborare a creare un percorso formativo più completo e più "rispondente" al mondo reale che i ragazzi dovranno imparare ad affrontare.

    Chiedo scusa per la lunghezza del commento, ma questa è materia che scotta e che ci interessa (a noi studenti) direttamente.
    Un salutone
    Marco

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  4. Non devi scusarti affatto, Marco, anzi! Il tuo commento costituisce un prezioso feedback all'argomento, sicuramente "scottante" per certi versi.

    In base alla mia esperienza, i colleghi, in genere, tendono ad ignorare, mentre i genitori, sempre in genere, non incentivano i figli ad utilizzare i blog. Per fortuna, i ragazzi scelgono di seguire. So per certo che molti di loro leggono, anche se non lasciano un commento. E questo è già confortante.

    Un salutone.
    Annarita

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  5. marco secondo me ha ragione perchè penso che se i genitori credono che internet sia "un demone da esorcizzare" è perchè non sono abbastanza tecnologizzati da controllare e aiuutare i propri figli quel minimo che basta.

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  6. Camilla, speriamo che la visione dei genitori riguardo ad Internet possa modificarsi nel tempo. Auguriamocelo!

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  7. Il web e' un arma a doppio taglio. Ma nasconde delle potenzialità' eccezionali per il processo educativo! Mahee Ferlini

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