Benvenuti al Carnevale della Fisica #35 che esce per la prima volta, oggi 25 settembre 2012, in una edizione speciale insieme al Carnevale della Chimica. I due Carnevali scientifici sono accomunati dal tema “Cercando tracce di vita nell’Universo”, che è anche il titolo del 4° Congresso IAA (International Academy of Astronautics), in corso dal 25 al 27 settembre 2012 presso il Centro Congressi Kursaal, nella Repubblica di San Marino, e al quale l’Edizione unificata è associata.
Secondo il programma del Congresso, sono previsti: interventi dei massimi esperti internazionali del settore, responsabili del progetto SETI (Search for Extra-Terrestrial Intelligence); tour guidato delle tecnologie SETI-Italia presso i Radiotelescopi INAF-IRA di Medicina (BO); aggiornamento sui progetti SETI attivo e passivo (tra i quali il ben noto progetto SETI@home), e molto altro.
Questo blog ospita il Carnevale della Fisica mentre il blog dell’Associazione Culturale Chimicare ospita il Carnevale della Chimica.
Nel pomeriggio del corrente giorno, il presidente Franco Rosso dell’Associazione Culturale Chimicare, grazie ad un accordo con San Marino Scienza, presenterà i Carnevali unificati in una sessione speciale. L’evento è rilevante per l’intera blogosfera scientifica italiana, sia sotto il profilo prettamente scientifico che quello mediatico, e i blogger scientifici non si sono fatti pregare, partecipando numerosi per declinare il tema con contributi interessanti, che spaziano dalla trattazione per esperti a quella per il grande pubblico.
Dalla Rete |
I programmi del SETI hanno l’ambiziosa finalità di fornire una risposta a tale domanda anche se, sino ad oggi, questa è rimasta insoluta.
In definitiva, il nostro è un pianeta speciale avente tutte le condizioni che hanno permesso alla vita di emergere o ciò è possibile anche in altri angoli dell’Universo?
La ricerca di intelligenze extraterrestri, in atto da oltre mezzo secolo, non ci ha ancora confortato con prove scientifiche circa la loro esistenza, pertanto non sappiamo se esistano forme di vita, a qualsiasi livello, al di fuori del nostro pianeta, in qualche parte della nostra galassia o in altre galassie. La ricerca in corso è un progetto a lungo, lunghissimo termine, anche se nuove strategie e metodi di ricerca, coadiuvati dal progresso tecnologico e dalla realizzazione di strumenti di indagine sempre più sofisticati, potrebbero far raggiungere i risultati sperati in tempi più brevi.
Per i filosofi greci come Aristotele, la Terra stava al centro di un piccolo universo e l'idea di vita aliena era, all’epoca (IV secolo a.C. circa), impensabile.
Da allora il movimento di opinione si è, ovviamente, trasformato grazie all’evoluzione della Scienza. Molti astronomi sono convinti che la Terra può essere solo uno tra le miriadi di mondi abitabili.
Nel frattempo, i biologi hanno messo in luce in che modo la vita possa aver avuto origine sul nostro e anche su altri pianeti.
Ai nostri giorni, molti scienziati considerano la Terra come un ordinario pezzo di roccia spaziale che non possiede l’esclusiva della vita e credono inevitabile che questa si sia sviluppata anche altrove, nell’Universo. Ma la verità potrebbe essere più complessa?
Il 9 dicembre 2011, eminenti scienziati si sono riuniti presso la Geological Society di Londra per discutere sulla domanda: "Is the Earth special?" (E’ la Terra un pianeta speciale?). Nell’ambito del meeting, è emerso che diversi aspetti del nostro pianeta e della sua evoluzione sono molto strani.
Fonte immagine |
Secondo le sue convinzioni scientifiche, ci sono alcuni aspetti insoliti del nostro pianeta:
- in primo luogo, è da considerare la presenza del nostro forte campo magnetico. Nessuno è proprio sicuro di come esso funzioni, ma ha a che fare con il movimento turbolento che si verifica nel nucleo esterno liquido della Terra. Se non ci fosse, saremmo bombardati dalle radiazioni nocive del sole.
- L’altro elemento è la nostra grande Luna. La Terra ruotando, vacilla sul suo asse come la trottola di un bambino; la Luna non fa altro che smorzarne le oscillazioni, e questo fatto è di aiuto nel prevenire le fluttuazioni climatiche estreme, che sarebbero dannose per la vita.
- Infine, c'è la tettonica a zolle. Viviamo su un pianeta che ricicla continuamente la sua crosta, e ciò consente alla Terra di stabilizzare il proprio clima. La tettonica a zolle limita la quantità di diossido di carbonio che si diffonde nell’atmosfera: un modo naturale per controllare l'effetto serra.
Se questi fattori sono stati importanti affinché la vita fiorisse sulla Terra, sorge spontaneo chiedersi che cosa non abbia funzionato per i nostri vicini moribondi, Venere e Marte.
Una spiegazione popolare è l'effetto Goldilocks, in base al quale Venere era semplicemente troppo vicino al Sole e surriscaldato mentre Marte era troppo lontano e congelato. Tra queste due situazioni estreme, la Terra si è trovata nella posizione "giusta" per la vita.
Il Dr. Richard Ghail, esperto di Venere presso l'Imperial College London (Department of Civil and Environmental Engineering), è molto scettico circa la teoria di Goldilocks.
A suo parere, l’aspetto fondamentale è la minore densità di Venere rispetto a quella della Terra. Tale differenza si è generata nella fase iniziale della formazione del Sistema Solare, quando avvenivano numerose collisioni planetarie. Nel caso di Venere, le collisioni hanno consentito che si accrescesse in un singolo pianeta, mentre, nel caso della Terra, il materiale più leggero è stato eiettato, formando la Luna.
Crediti: NASA/JPL-Caltech |
Un effetto della minore densità di Venere è che il suo interno fonde più facilmente. Così, mentre la Terra ha un nucleo vorticoso che è in parte solido e in parte liquido, il nucleo di Venere è interamente liquido, e stranamente calmo.
Secondo il Dr. Ghail, ciò ha costituito la sfortuna di Venere. Infatti, in assenza di un nucleo turbolento, non viene generato alcun campo magnetico e, di conseguenza, Venere è stato colpito senza pietà dalla radiazione solare, che gli ha fatto perdere tutta la sua acqua.
Poiché l'acqua è necessaria per "lubrificare" le placche tettoniche, si arrestò anche il riciclaggio della crosta, e, quindi, il diossido di carbonio fu immesso nell’atmosfera, provocando un effetto serra incontrollato. Pertanto, oggi Venere è un inferno senza vita, la cui superficie è calda al punto da far fondere lo zinco [punto di fusione 692,68 K (419,52 °C)].
In definitiva, secondo Ghail è stato un evento straordinario (la collisione che eiettò la Luna) a rendere la Terra così com'è. Se ciò non fosse accaduto, la vita sulla Terra non avrebbe potuto svilupparsi affatto.
Secondo tale ipotesi, poiché la Terra sarebbe stata plasmata da un singolo ed improbabile evento, si sarebbe tentati di pensare che la vita, altrove, debba essere estremamente rara. Allora, la Terra sarebbe una rarità cosmica?
Secondo il Dr. Nick Lane, biochimico, scrittore e Provost's Venture Research Fellowship al Department of Genetics, Evolution and Environment, University College London, l’ipotesi della rarità cosmica è sbagliata. Egli ritiene che la nascita della vita è probabile su qualsiasi pianeta roccioso su cui vi sia la presenza dell’acqua.
Il Dr. Lane ha spiegato le ragioni della sua fiducia, affermando che uno dei minerali più comuni nell'Universo è l’olivina; la polvere interstellare ne è piena. Quando l’olivina e l’acqua vengono a contatto sul fondo del mare, la reazione che avviene è esotermica ovvero emette calore.
L'ambiente prodotto da questa reazione fornisce le condizioni favorevoli ai sei processi fondamentali degli organismi viventi. Ma l’aspetto più importante è che essa rilascia una ricca fonte di energia chimica, la quale è assunta da un organismo alquanto più facilmente, ad esempio, dell’energia solare.
In conclusione, per Lane, ovunque sia presente una miscela di olivina e acqua in grandi quantità, là esistono le condizioni favorevoli per la nascita della vita. Di conseguenza, questa non sarebbe limitata ai pianeti che orbitano attorno ad una stella; in teoria, la vita potrebbe anche esistere su asteroidi alla deriva nello spazio profondo. In sintesi, La Terra non sarebbe speciale, a suo avviso.
Il Professore Simon Conway Morris FRS, famoso paleontologo presso l'Università di Cambridge, non è però del tutto convinto da queste argomentazioni, facendo rilevare che c'è un abisso tra i sistemi chimici elementari e la creazione di cellule pienamente funzionanti. A suo parere, un importante rompicapo, raramente menzionato in queste discussioni, è il Paradosso di Fermi. E’ il concetto del Great Silence: in altre parole, se la vita è comune nell'Universo, perché non siamo riusciti ad entrare in contatto con essa?
Una domanda sicuramente cruciale. Pertanto, in assenza di un contatto alieno verificabile, l’opinione scientifica rimarrà sempre divisa sulla querelle se l'Universo brulica di vita o se, invece, siamo soli nell’Universo.
Termina qui la mia introduzione. Lascio, quindi, la parola ai Carnevalisti che hanno trattato diffusamente questo e altri argomenti inerenti al tema dei Carnevali unificati.
I 57 articoli proposti dai 33 autori, partecipanti a questa kermesse, sono stati ridistribuiti in 7 sezioni:
I. Cercando la vita su pianeti, esopianeti e dintorni;
II. Il segnale Wow! e dintorni;
III. Vita: significato, ricerca e metodi di ricerca;
IV. Paradosso di Fermi, L'equazione di Drake, Il Principio antropico;
V. Variazioni sul tema;
VI. Storia del Progetto SETI;
VII. Extra moenia (riferita ai pochi articoli fuori tema).
L'intero post del Carnevale può essere ascoltato, cliccando sull'icona presente vicino al titolo del post.
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I
CERCANDO LA VITA SU PIANETI, ESOPIANETI E DINTORNI
Crediti immagine: NASA/JPL - Caltech |
AL TAMBURO RIPARATO
Dà il via alla danza dei contributi un blog generalista e collettivo. Nato con uno scopo ben visibile nell'intestazione (“se non ti diverte perché lo fai?”), si è arricchito progressivamente nel tempo e conta, oggi, numerosi collaboratori, che contribuiscono a far crescere il divertimento e la diversificazione degli argomenti.
Partecipano a questa edizione due degli autori, i fondatori: Bruna Vestri, che vive in Spagna, e il simpatico Juhan Van Juhan, che, sotto l’evidente pseudonimo internettiano, cela il cervello di un laureato in Ingegneria al Politecnico di Torino, "in anni lontani dello scorso millennio...", come il "nostro" ama dire.
Il primo contributo di Bruna “Il risveglio della curiosità” prende spunto dall'occasione del recente invio su Marte del rover Curiosity della NASA per ricordare la storia di queste spedizioni alla ricerca di maggiori notizie sul pianeta rosso e (perché no?) di tracce di vita.
Il post di Juhan “Marziani su è giù per i canali” traccia un breve excursus circa le prime ipotesi di vita su Marte.
Leggete come suona bene l’incipit del suo articolo:
”Oggi ha interesse solo storico ma c'è stato un periodo in cui l'esistenza dei marziani, l'equivalente dei terrestri (ahemm, noi) per il Pianeta Rosso era presa in seria considerazione da tanti, anzi c'era chi aveva le prove. Poi si è visto che, ahimè, non era vero ma c'è rimasto un fondo culturale, diciamo marziani per dire extraterrestri e la fantascienza ci marcia.
Non voglio trattare delle fantasie letterarie, a partire da Luciano di Samosata via via sino ai nostri giorni. E ci sarebbero anche le religioni: per i Mormoni anche il Sole è abitato, presumibilmente da altri mormoni. Oggi vorrei rimanere entro la storia della scienza ufficiale, riservandomi in futuro di raccontare qualcosa di qualcuno di questi illusi.”
E’ una iniziativa di divulgazione scientifica rivolta al grande pubblico, un blog che si propone di raccontare la scienza come stupefacente percorso dell'intero genere umano, non come dogma ma come complesso sistema di "miglior opinione", in continuo mutamento e trasformazione.
Il suo autore Carlo Consoli è un romano de Roma, laureato in Scienze dell'Informazione presso l'Università di Roma "La Sapienza". Impiegato presso un’importante multinazionale operante nel campo dell’Information Technology, attualmente svolge il lavoro di consulente di management. Divulgatore, appassionato di astronomia, radioamatore, ha collaborato e collabora, come esperto, con diverse riviste e siti web.
-“Aiutaci a trovare un pianeta abitabile: Planet Hunters” presenta la prima iniziativa "web 2.0" relativa alla ricerca di esopianeti. Attraverso Internet, la ricerca di pianeti esterni al sistema solare diventa "social"; tutti possono partecipare, con linee guida chiare ed esaustive, nientemenodimenoche … alla ricerca di nuovi potenziali pianeti abitabili.
-“Keplero scopre un sistema di esopianeti” è un articolo riferito alla scoperta di un sistema di esopianeti, orbitanti attorno alla stella Kepler-11, da parte della sonda Keplero. La stella è distante 2000 anni luce da noi.
Secondo la ricercatrice Sara Segaer del MIT, in un articolo su Scientific American, non solo è possibile… "è solo questione di tempo".
Gianluigi Filippelli si è laureato in Fisica presso l'Università della Calabria, dove ha anche conseguito un dottorato di ricerca sulla teoria dei gruppi applicata alla meccanica quantistica. Attualmente è instructional designer (precario) presso l'Osservatorio Astronomico di Brera su un progetto di e-learning per le Olimpiadi Italiane dell'Astronomia (ancora in fase alpha).
Oltre ad essere saltuariamente insegnante precario, si occupa di divulgazione della Scienza (fisica e matematica) su due blog, "DropSea" (in italiano) e "Doc Madhattan" (in inglese). Collabora, da diversi anni, al sito di critica fumettistica Lo Spazio Bianco, occupandosi, tra gli altri argomenti, di fumetto disneyano, supereroistico e scientifico.
Last but not least, è wikipediano.
"DropSea", il suo blog principale, nasce nel 2002. Dopo aver cambiato un paio di volte hosting, ha finalmente trovato casa su Blogspot dove ha finalmente ospitato con maggiore regolarità post dedicati a fisica, matematica e a volte anche chimica. Oltre a queste due discipline scientifiche, sul blog vengono anche pubblicate recensioni e approfondimenti su libri, di scienza e non, e fumetti.
Per questa sezione propone “Studio, in classe, delle biotracce di un pianeta extrasolare”: un breve post che, a partire da un articolo su Physics Education, prova a descrivere una esperienza in due parti sulla determinazione delle biotracce dei pianeti scoperti da Kepler, dove per biotracce si intendono superfici rocciose, liquide, vegetali che possono essere ospitali per la vita così come la conosciamo sulla Terra.
L’autore Paolo Pascucci lavora nel campo della produzione pubblicitaria e ha vasti interessi culturali. La scoperta di possedere una mente lo fa decidere di metterla alla prova e cercare di utilizzarla in condizioni di stress. Una prima conclusione è che questo strumento così strano e potente, la mente, è coinvolto in quasi tutte le nostre attività, che influenza nei modi più svariati.
Si avventura a ritenere che forse anche lo sviluppo culturale e quello scientifico, in particolare, possano risentire, oltre che dell'applicazione del metodo, di ogni genere di influenza dell'organo posto nella teca cranica.
Così si interessa delle motivazioni che spingono le persone ad agire, dei pregiudizi, della capacità di credere in qualcosa pur sapendo che è falsa (si pensi a un film o a un romanzo, per non parlare d'altro), della difficoltà di giudicare e di altre amenità psicologiche che affliggono l'umanità. Una seconda conclusione è che la mente possiede una sua propria autonomia che si oppone ai nostri voleri. Per questo, ognuno di noi rende a volte meno del suo intero potenziale (del resto, sconosciuto).
“Missione Kepler: alla ricerca di pianeti abitabili”- Indubbiamente Curiosity e Marte attraggono l'attenzione dei media, ma vi sono anche altre missioni della Nasa estremamente interessanti. Kepler è una di queste: si occupa della ricerca dei pianeti di massa simile a quella terrestre, che siano potenzialmente abitabili. Il metodo utilizzato per rilevare la presenza dei pianeti è quello del transito, che sfrutta l'abbassamento di luminosità di una stella quando un pianeta le transita davanti. Fino ad ora sono stati scoperti più di 2300 pianeti, dei quali 75 sono stati confermati.
L'esplorazione dell'Universo alla ricerca della vita, o di luoghi in grado di ospitarla, è tra le priorità della Nasa e una delle ricerche più entusiasmanti.
"Linguaggio Macchina" nasce nel 2007 per raccontare scienza e tecnologia, con un linguaggio espressivo (testi, link e immagini) utile a far capire, senza creare suggestioni gratuite, evitando anche il rischio opposto di non farsi comprendere. La sfida è costante.
Oggi ha 1408 post al suo attivo e figura al 22-simo posto nella classifica Wikio relativa ai blog di Scienza.
L’autore del blog Andrea Mameli (laurea in fisica e master in comunicazione della scienza) lavora, dal 1996, al CRS4 (Centro di ricerca, sviluppo e studi superiori in Sardegna) dove dal 2010 dirige il gruppo di comunicazione.
Giornalista freelance, nel 1997 ha vinto il Premio Smau di giornalismo scientifico. Nel 2007 ha bubblicato “Scienziati di Ventura” (Ed. Cuec) e nel 2011 "Manuale di sopravvivenza energetica" (ed. Scienza Express).
Contribuisce alla rassegna carnevalesca con l’articolo “Esplorando la fascia abitabile. Intervista a Giorgio Bianciardi, astrobiologo”, in cui emerge come, negli ultimi quarant'anni sia cambiata l'aspettativa nei confronti degli extraterrestri: dai "marziani" siamo passati a considerare tutte le forme di vita, anche le più elementari. E oggi il telescopio della Nasa, Kepler, scandaglia le stelle conosciute per individuare nuovi pianeti, alcuni dei quali manifestano condizioni che vengono ritenute adeguate allo sviluppo della vita. La ricerca di vita fuori dalla Terra è anche il compito dell'astrobiologo. Su questi temi interviene Giorgio Bianciardi, docente e Ricercatore all'Università di Siena.
"Gravità Zero" è un corporate blog di divulgazione scientifica, un valido strumento che cerca di eliminare quella distanza tra chi fa ricerca, il grande pubblico, e chi finanzia la ricerca.
Sulle sue pagine virtuali, articoli di approfondimento sulle questioni scientifiche e tecnologiche più attuali si alternano a news di carattere generale e ad articoli di giochi ricreativi e divertenti.
In sintesi, un luogo digitale che da una parte si rivolge a chi fa ricerca, agli innovatori, ai giornalisti, dall'altro ai finanziatori, business angels, open innovators, solution providers, ma anche ai giovani e agli appassionati che trovano in queste pagine un modo particolare di approfondire la conoscenza del mondo fisico che li circonda, sotto un'ottica del tutto innovativa e stimolante.
Claudio Pasqua, fondatore della testata, è diventato giornalista specializzato in science writing, dopo aver conseguito la laurea in Ingegneria ed un master in comunicazione della scienza. Esperto di comunicazione della scienza e della cultura sui nuovi media, dal 1998 insegna tali materie presso Politecnico di Torino, Università di Torino e Milano e in centri di formazione professionale. Pubblica regolarmente articoli di scienza e tecnologia dal 1996 per diverse testate e quotidiani nazionali. Dal 1998 ha fondato la testata di scienza Gravità Zero…oltre a svolgere altre attività come membro del Direttivo dell'Unione CNA Comunicazione e Terziario Avanzato dell'Unione Provinciale di Torino.
"ALCUNE CURIOSITÀ SU CURIOSITY": il rover "Curiosity" posatosi sulla superficie marziana porta con sé anche tante curiosità e gossip, che da sole basterebbero per un romanzo o un film.
L'articolo, pubblicato sul sito della rivista COELUM, oltre che su Gravità Zero, vi svela, tra gli altri, alcuni particolari curiosi, come il nome del rover, che è stato ideato da una giovanissima studentessa di 12 anni del Kansas, nell’ambito di un concorso tra le scuole americane.
L'articolo, pubblicato sul sito della rivista COELUM, oltre che su Gravità Zero, vi svela, tra gli altri, alcuni particolari curiosi, come il nome del rover, che è stato ideato da una giovanissima studentessa di 12 anni del Kansas, nell’ambito di un concorso tra le scuole americane.
SCIENZEEDINTORNI
Aldo Piombino, nato e residente a Firenze, è laureato in Scienze Geologiche. Pur non svolgendo attività scientifica in maniera professionale, ha sempre continuato a studiare ed aggiornarsi.
Collabora con l'International Institute of Humankind Studies di Firenze, per il quale ha scritto articoli sulla rivista “Human Evolution”, e si occupa di divulgazione scientifica con l'associazione Caffèscienza di Firenze, inquadrata nel circuito dei Caffè Scientifici europei.
Nel 2012 ha tenuto degli incontri sulle nuove risorse petrolifere mondiali e sul ruolo dei blogger per una corretta comunicazione scientifica.
Partecipa con interesse alla querelle contro gli antievoluzionisti (le 24 questioni per il Professor De Mattei ne sono un esempio) ed è anche intervenuto da evoluzionista a loro incontri.
Nel 2007 crea “Scienzeedintorni”, un blog che si occupa di vari aspetti scientifici, in particolare Scienze della Terra e Scienze della Vita, con
incursioni in argomenti quali Storia della Scienza, ambiente, energia e trasporti.Nel suo contributo "Alla ricerca della vita su altri mondi: perchè per ospitare la vita un pianeta deve essere tettonicamente attivo", viene discusso un aspetto molto particolare della ricerca di un esopianeta adatto alla vita: come è possibile avere acqua liquida in superficie.
Vengono, inoltre, presentati i modi con cui l'acqua penetra all'interno della crosta e come risale nuovamente in superficie a causa del calore endogeno.
Il caso della Terra viene confrontato con quello di Marte, dove il calore endogeno è insufficiente a far risalire l'acqua in superficie e si hanno grandi depositi di liquido all'interno della crosta.
Quindi, la conclusione è che c'è una corrispondenza biunivoca molto interessante fra queste due caratteristiche: nel momento in cui dovessimo scoprire un esopianeta sulla cui superficie c'è acqua liquida, saremmo anche sicuri che sarebbe un pianeta tettonicamente attivo.
IL SEGNALE WOW! E DINTORNI
South Pole Telescope |
TUTTI DENTRO
Il blog "Tutti Dentro", nasce ufficialmente nel gennaio 2008, dall’esigenza di far continuare anche sulla rete le parole dette in radio (il programma radiofonico "Tutti Dentro" vuole raccontare la ricerca astronomica con l'intervento dei volti noti dello spettacolo), al fine di creare delle community che continuino a discutere e confrontarsi attorno ai temi introdotti dalla trasmissione radiofonica. In seguito, anche su suggerimento di colleghi e ascoltatori affezionati, il blog è diventato un luogo di dibattito delle principali questioni astronomiche ancora aperte, avvalendosi del contributo di Astronomi professionisti, dottorandi e ricercatori.
L’autrice Sabrina Masiero si è laureata e dottorata in Astronomia presso l'Universtà degli Studi di Padova. Nel 2009 è stata la traduttrice italiana del fumetto ufficiale dell'Anno Internazionale dell'Astronomia (IYA2009) "Le vite di Galileo" di Fiami, edito dalla casa editrice CLEUP di Padova. Collabora con vari gruppi astrofili italiani e riviste di astronomia.
La sua prima proposta è “Pioneer 10: il primo messaggio umano verso lo spazio”: il primo messaggio umano per una possibile forma di civiltà intelligente venne sistemato sottoforma di placca di alluminio su un lato della sonda Pioneer 10 (e 11) nel 1972.
Se consideriamo le enormi distanze, che separano le stelle l'una dall'altra, possiamo percepire una sorta di vuoto e una probabilità estremamente bassa che una civiltà tecnologica, pari o superiore alla nostra, possa individuare il Pioneer nel suo viaggio.
Ma la cartolina spaziale ha una vita estremamente lunga (e quindi forse c'è la possibilità, per quanto esigua, di poter essere individuata da un'altra civiltà) e reca con sé un messaggio della sua origine, ossia della civiltà che l'ha pensata e ha costruito anche il Pioneer. Nel post viene data una descrizione della placca così come è stata pensata da Carl Sagan, dalla seconda moglie Linda e da Frank Drake, che già negli anni Settanta si dedicavano attivamente alla ricerca di forme di vita intelligente nell'Universo.
Il secondo contributo si intitola “Il Segnale Wow!”: la domanda che ci poniamo da sempre è se gli alieni hanno mai comunicato con la nostra civiltà, se si sono mai messi davvero in contatto, inviandoci un messaggio come viene immaginato da Carl Sagan nel suo romanzo.
Una comunicazione sembra esserci stata in passato e venne registrata dal Big Ear Radio Telescope sotto forma di una serie di numeri e caratteri, “6EQUJ5″, passata poi alla storia come il “Wow! Signal”. Si trattò davvero di un segnale di origine extraterrestre? La questione ancora oggi è aperta.
Il terzo contributo “Il Layout della pagina del Segnale Wow!” è la continuazione del post precedente: vengono analizzate le caratteristiche principali e i dettagli del programma di calcolo che portò all'individuazione del famoso Segnale Wow! al Big Ear Radio Telescope.
L’ultimo contributo “Come si può riconoscere la vita?” è stato scritto in collaborazione con Umberto Genovese (vedere nella sezione specifica, più avanti).
Corrado Ruscica è astronomo e divulgatore scientifico. Di recente ha pubblicato "Idee sull'Universo" ed "Enigmi Astrofisici". Cura "Astronomicamens", un blog scientifico che ha lo scopo di comunicare le scienze astronomiche, riportando i principali risultati della ricerca sia a livello nazionale che internazionale, accompagnati da immagini, video, rubriche e interviste.
Cosa sappiamo dell’Universo? Abbiamo veramente compreso tutto? Quale è lo stato attuale della ricerca scientifica? Quali sono i progetti in corso e quelli futuri? Siamo soli nell’Universo?
Su queste e altre domande sono mirati i temi del blog, senza tralasciare la storia, le scoperte del passato e, soprattutto, le figure degli scienziati grazie ai quali è stato possibile sviluppare quei concetti fondamentali che ci hanno permesso, almeno in parte, di capire come funziona l’Universo. In particolare, i principali argomenti trattati riguardano la cosmologia, l'astrofisica, la fisica delle particelle, l'astrobiologia e il programma SETI, e utilizzano certamente un linguaggio semplice, ma anche accademico laddove sia necessario, rivolto comunque ad un pubblico di non specialisti, siano essi studenti, appassionati o giornalisti.
Nel contributo “SETI, ricordando il segnale Wow!” ci racconta la storia del celebre e discusso segnale radio.
Dopo più di trent’anni, il Segnale Wow! rimane, ancora oggi, la prima e la più significativa evidenza di una probabile comunicazione interstellare ed uno dei misteri più enigmatici della scienza. Di che cosa si trattava? Era effettivamente un segnale proveniente da una civiltà intelligente che stava cercando di comunicare nello spazio interstellare al fine di stabilire un contatto?
Ancora oggi i ricercatori del SETI non sanno dare una risposta a queste domande e intanto una recente iniziativa promossa dal National Geographic, denominata Wow! Reply, proprio in occasione dell'anniversario del segnale Wow!, ha fatto emergere tutta una serie di domande che sembrano riassumere la più vecchia di tutte e che l’umanità si pone da sempre: "Siamo soli nell’Universo?"
Ancora oggi i ricercatori del SETI non sanno dare una risposta a queste domande e intanto una recente iniziativa promossa dal National Geographic, denominata Wow! Reply, proprio in occasione dell'anniversario del segnale Wow!, ha fatto emergere tutta una serie di domande che sembrano riassumere la più vecchia di tutte e che l’umanità si pone da sempre: "Siamo soli nell’Universo?"
Forse non lo sapremo mai, ma, grazie alla collaborazione con l'osservatorio di Arecibo, National Geographic ha voluto fortemente promuovere il suo progetto, raccogliendo centinaia di tweet scritti da gente comune, successivamente selezionati, e contenenti brevi messaggi di testo, che sono stati inviati nello spazio in direzione di alcune stelle vicine e simili al Sole, in una sorta di risposta ideale al segnale Wow!, e con la speranza che un giorno possano essere ricevuti da qualche civiltà aliena.
QUANTI DI SCIENZA
Felice Russo è laureato in fisica, indirizzo nucleare (Università Federico II di Napoli). La sua tesi ha avuto come argomento le oscillazioni dei neutrini (Teoria di Pontecorvo) ed è stata condotta presso il CERN di Ginevra (Esperimento CharmII).
Ha al suo attivo diverse pubblicazioni nel campo dei semiconduttori, della fisica e della matematica. Ha pubblicato un libro con la casa editrice Aracne, dal titolo "L'universo dei numeri, i numeri dell'universo".
Attualmente lavora alla Micron Technology Italy, compagnia leader nel campo dei semiconduttori, come Data mining manager.
Il blog “Quanti di scienza” nasce con l’obiettivo di condividere, con coloro che amano la scienza, i suoi appunti di fisico, curioso della bellezza di tutto ciò che ci circonda, dell'irragionevole efficacia della matematica nello spiegare il mondo intorno a noi, della continua lotta della vita tra ordine e caos.
Passiamo al suo primo contributo “Segnali radio da pianeti extraterrestri”:
grazie alla missione Kepler, oggi sappiamo che esistono tantissimi esopianeti e qualcuno di questi potrebbe ospitare la vita e civiltà tecnologicamente avanzate. Grazie a tali risultati, il Progetto SETI è ripartito di nuovo puntando i suoi radiotelescopi su questi pianeti. Ma qual è il metodo che viene utilizzato da SETI per individuare eventuali civiltà aliene? L’analisi dei segnali radio a stretta banda provenienti dall’Universo. Ma esiste un metodo alternativo? Quello proposto di recente dai due astrofisici Loeb e Turner è veramente geniale: individuare la presenza di civiltà tecnologiche extraterrestri dalla presenza di luci sul pianeta.
Il blog "Scientificando" è nato nel 2007 con lo scopo iniziale di offrire agli studenti uno strumento alternativo alla didattica ordinaria, al fine di stimolare la curiosità e la partecipazione degli studenti, mediante il superamento delle pareti scolastiche.
Progressivamente ha iniziato ad occuparsi di divulgazione scientifica e segnalazioni di strumenti per la didattica delle Scienze. Nel 2009 è stato selezionato, nell’ambito del Progetto europeo STELLA (Science Teaching in a Lifelong Approach), come una delle quattro best practice nazionali, ed inserito nell’eBook STELLA "Science Education in European Schools – Selected Practices from the STELLA Catalogue”, distribuito in sette paesi europei.
L’autrice Annarita Ruberto è laureata in Fisica ed insegna Matematica e Scienze. Svolge attività di formazione dei docenti; collabora da un decennio come pubblicista, esperta di didattica delle Scienze, con la rivista nazionale “Scuola E Didattica” e, di recente, con il sito Didatticare.it della stessa rivista.
Il primo contributo, in linea con gli intenti didattici del blog, si intitola: “Wow! Che cos'è il segnale Wow!, Prof?”.
L’articolo simula un dialogo tra il quattordicenne Marco, personaggio di fantasia, e la prof. (l’autrice stessa) sul celebre segnale Wow!
Trattare con un quattordicenne certi argomenti controversi come la ricerca di intelligenze extraterrestri può essere rischioso e, in ogni caso, non è una passeggiata.
Il rischio è quello di ingenerare confusione e aspettative fantascientifiche legate all’immaginario comune su omini verdi ed affini. Comunque, l’autrice ci prova, non potendo eludere la domanda di un alunno straordinariamente
curioso.
VITA: SIGNIFICATO, RICERCA E METODI DI RICERCA
Fonte immagine |
AL TAMBURO RIPARATO
Ritorna Bruna Vestri con “Cerchiamo la Vita”, il suo secondo contributo più centrato sulla ricerca della vita extraterrestre.
Qui "laperfidanera", pseudonimo in rete dell’autrice, non nasconde il suo scetticismo sulla possibilità di trovare vita aliena intelligente, se non altro per il possibile sfasamento dei tempi tra la nostra civiltà e una eventuale tecnologia extraterrestre, pur esprimendo fiducia nella possibilità di trovare una qualche dimostrazione di vita "tout court".
L’autore Orfeo Morello, dottore in Ingegneria informatica, esperto web e di nuove tecnologie, ha sempre pensato che la voglia si scoprire e di sapere deve essere il fil rouge di tutto ciò che fa e così, nel 2010, ha deciso di mettere in rete il blog di divulgazione scientifica "Vera Scienza", la cui gestione occupa parte del suo tempo libero.
Il blog è nato con l'ambizione di offrire alle persone un motivo in più per avvicinarsi al mondo della conoscenza. Si qualifica, pertanto, come un blog di divulgazione scientifica per i non addetti ai lavori, per l'uomo qualunque che avrebbe voglia di capire ma non possiede, a volte, i mezzi tecnici per addentrarsi nell’ambito della scienza.
Questo il suo contributo: “La scienza e i metodi di ricerca di vita e segnali di vita extraterrestri”.
Il tema della ricerca della vita extraterrestre affascina e richiama interesse ogni volta che se ne discute. Specialmente sul web si trovano centinaia di articoli; purtroppo ciò che manca, il più delle volte, è una trattazione scientifica dell'argomento, anche in ragione del fatto che non tutti hanno le basi conoscitive sufficienti a districarsi e comprendere a fondo l'argomento, la qual cosa porta, non di rado, a una trattazione che di scientifico ha ben poco.
L’articolo è un breve excursus sui metodi impiegati dalla Scienza per andare alla scoperta delle tracce di vita oltre la Terra, focalizzandosi sulle proprietà minime, caratterizzanti la condizione di essere vivente, e sull’utilizzo delle attuali conoscenze scientifiche per rinvenire evidenze della vita anche in luoghi estremi del nostro pianeta, che presentano condizioni, a volte, riscontrabili nello spazio.
Nella seconda parte, si traccia una breve introduzione sul funzionamento dei radiotelescopi, proponendo l'esempio d'uso all’interno del Progetto SETI. La trattazione si conclude con alcune considerazioni circa le distanze nello spazio e su come queste siano un limite, tuttora insuperabile, per un eventuale contatto con civiltà extraterrestri.
Nella seconda parte, si traccia una breve introduzione sul funzionamento dei radiotelescopi, proponendo l'esempio d'uso all’interno del Progetto SETI. La trattazione si conclude con alcune considerazioni circa le distanze nello spazio e su come queste siano un limite, tuttora insuperabile, per un eventuale contatto con civiltà extraterrestri.
Il "Progetto Drake" nasce, all'inizio di quest'anno da un'idea di Umberto Genovese con la collaborazione di Sabrina Masiero. L'idea è di raccogliere informazioni, articoli, link e notizie relative alle variabili frazionarie che compongono la famosa Equazione di Drake, di cui non siamo in grado di conoscere il valore più probabile:
N = N* x fp x ne x fl x fi x fc x fL
Il "Progetto Drake" vuole analizzare gli sviluppi scientifici, le ultime scoperte, le attuali conoscenze e le numerose domande alle quale continuamente stiamo cercando di dare una risposta. Tali domande si possono riassumere nella seguente: “Siamo soli nell'Universo?”.
Umberto Genovese è autodidatta in tutto o quasi, e curioso di tutto o quasi. La sua grande passione è lo studio del Cosmo, al quale deve gran parte delle sue conoscenze. Conduce il blog "Il Poliedrico" dal 2010 e definisce sé stesso "Cercatore".
Partecipa all’edizione unificata dei Carnevali scientifici con l’articolo “Come si può riconoscere la vita?”, (scritto in collaborazione con Sabrina Masiero): non esiste un metodo universale ed univoco per distinguere ciò che è vivo da quello che non lo è. Forse la definizione di Erwin Schrödinger, nel suo libro “What is life?”, è la migliore che oggi possiamo dare: un sistema vivo è un sistema dinamico e ordinato chiuso su sé stesso, ma in grado di scambiare con l’ambiente materia, energia e informazione che, da ora in avanti, chiameremo organismo per praticità di linguaggio. E, inoltre, potremmo distinguere una forma di vita aliena da ciò che non lo è studiando i meccanismi di squilibrio energetico.
Il rinnovato interesse per Marte, in gran parte dovuto alla missione Mars Science Laboratory che è già entrata nel vivo, ha risvegliato la curiosità sul passato del Pianeta Rosso: anche se ora è probabilmente morto, come potremmo scoprire le tracce di una qualche forma di vita passata?
ASTRONOMICAMENS
Ritorna Corrado Ruscica con il secondo articolo “SETI, quell'oscuro silenzio” il cui contenuto si può sintetizzare come segue: da oltre 50 anni, la ricerca di civiltà extraterrestri non ha ancora fornito una prova scientifica della loro esistenza. Per questo motivo, non sappiamo neanche se la vita, a qualsiasi livello, esista effettivamente al di là del nostro pianeta.
La ricerca di civiltà aliene, anche se esse sono là fuori da qualche parte nella nostra galassia o magari in altre galassie, è un progetto a lungo termine che richiederà ancora anni se non addirittura secoli.
La ricerca di civiltà aliene, anche se esse sono là fuori da qualche parte nella nostra galassia o magari in altre galassie, è un progetto a lungo termine che richiederà ancora anni se non addirittura secoli.
Tuttavia, le nuove strategie di ricerca, accompagnate dal progresso tecnologico e dalla costruzione di nuovi e più sofisticati strumenti di indagine, indicano che ci sono buone ragioni per ritenere che il successo di un “primo contatto” possa avverarsi entro qualche decennio.
Di nuovo Felice Russo con la domanda: “E’ possibile che l’universo sia stato programmato per ospitare la vita?”.
L’Universo sembra funzionare alla perfezione e tutte le costanti fisiche sembrano essere state programmate per avere un universo esattamente uguale a quello che vediamo.
Se anche una delle costanti fisiche fosse stata leggermente differente dal valore attuale, l’Universo sarebbe stato completamente diverso e in esso non ci sarebbe stata la vita.
Se anche una delle costanti fisiche fosse stata leggermente differente dal valore attuale, l’Universo sarebbe stato completamente diverso e in esso non ci sarebbe stata la vita.
Questa dipendenza sensibile delle sorti dell’Universo dalle condizioni iniziali sembra indicare che esso è un sistema complesso in bilico tra ordine e caos.
Ma perché le costanti fisiche hanno il valore che hanno e non uno diverso? Una risposta sembra venire dalla teoria dei multiversi, in cui si ipotizza che non esista un solo universo, ma infiniti, ed ognuno con delle particolari costanti fisiche.
Margherita Spanedda si è laureata nel 1979 a Bologna, facoltà di Chimica Industriale. Dal 1980 al 1983 ha lavorato, come ricercatrice, nell’ Istituto Sperimentale dei Metalli Leggeri (ISML) di Novara. Dal 1984, dopo una breve esperienza di libera professione, ha optato per l’insegnamento e da 13 anni insegna a Faenza all’ ITCG “A. Oriani”, un istituto tecnico a indirizzo economico (ex ragioneria).
Il blog “Unpodichimica” è nato nell’aprile del 2011 quando l’autrice ha capito che i tempi, messi a sua disposizione dalla scuola per l’insegnamento della chimica, erano diventati assolutamente insufficienti e occorreva, pertanto, utilizzare strumenti alternativi, che sopperissero all’esiguità della sua presenza in aula.
L’articolo “Ti ho visto” opera una riflessione sulla possibilità di esistenza di civiltà aliene, che hanno da sempre affascinato gli umani, e su quali tecniche si sono usate, nel tempo, per tentare di contattare gli abitanti di altri pianeti.
Allo scopo, viene proposto un piccolo viaggio, che ha inizio con le fenomenali trovate letterarie di Italo Calvino, quali lo scambio di cartelli tra un pianeta e l’altro presentato in un suo celebre racconto; continua con gli ingenui e visionari progetti pseudo scientifici illustrati da uno sconosciuto scienziato degli anni ’40; si conclude con un uno sguardo alle attività scientifiche che SETI ha messo in atto negli ultimi cinquant’anni.
Allo scopo, viene proposto un piccolo viaggio, che ha inizio con le fenomenali trovate letterarie di Italo Calvino, quali lo scambio di cartelli tra un pianeta e l’altro presentato in un suo celebre racconto; continua con gli ingenui e visionari progetti pseudo scientifici illustrati da uno sconosciuto scienziato degli anni ’40; si conclude con un uno sguardo alle attività scientifiche che SETI ha messo in atto negli ultimi cinquant’anni.
A conclusione dell’itinerario, si suggeriscono, come oggetto di riflessione e spunto per ulteriori approfondimenti, alcune considerazioni di Paul Davies, tratte dal libro “Uno strano silenzio”, titolo parafrasi della famosa esclamazione di Fermi: ”Ma loro, dove sono?”.
Monica Marelli si racconta così:
“Non ho ancora capito se sono un fisico o… una fisica: attendo che qualche esperto della lingua italiana spazzi via il mio dubbio. Per non sbagliare dico semplicemente di essere laureata in fisica, che considero la madre di tutte le scienze. Da piccola ero appassionata di astronomia, a Natale ricevevo solo libri che trattavano l’argomento. Da grande ho capito che la fisica era ancora più interessante perché oltre alle stelle, poteva spiegarmi il funzionamento di un sacco di altre cose! Così mi sono laureata a Pavia e ho iniziato fin da subito a occuparmi di divulgazione scientifica: sono convinta che la fisica sia troppo bella, affascinante e struggente per rimanere chiusa nei libri degli “esperti”.
Così pensando, fino ad oggi ha scritto otto libri, editi da varie case editrici (Editoriale Scienza – Giunti, Rizzoli, Scienza Express, Caminito). L’ultimo è un romanzo, solo in ebook, dalla trama felina con un pizzico del suo grande amore: la fisica, ovviamente.
Nel frattempo ha collaborato con diversi mensili e oggi scrive su Grazia, Elle, Velvet, Starbene.
Nel sito omonimo ama raccontare la scienza del quotidiano partendo, spesso, dalle sue esperienze personali. Ci tiene a sottolineare che il sito è abilmente gestito dal webmaster Masayume.
Il suo articolo “Aperto solo per noi?” è centrato sulle seguenti riflessioni:
"Bello questo Universo. Ospitale. Vita rigogliosa sulla Terra, tutto perfetto per la nostra vita. La domanda che si fanno fisici e filosofi però a questo punto è: l'Universo esiste per noi oppure siamo il frutto di una splendida casualità? E le altre forme di vita, sono uguali a noi, se ci fossero? Il tutto si riassume nel discusso Principio Antropico: e se la risposta fosse nelle costanti di natura?".
"Discover Your Sound" è un'idea; un'idea di libertà e crescita personale, la scoperta di una propria voce, di un proprio canto: una identità sonora. Tratta di libere riflessioni centrate sul bisogno dell'Uomo di assumere il controllo della propria vita, per scoprirsi vivo, autentico. E’ un'idea di scoperta attraverso un percorso di ricerca, piuttosto che l'osservanza di un manuale già pronto (ammesso che esista).
L’autore Giuseppe Deliso ha trascorso buona parte del tempo della sua carriera lavorativa a supporto del management aziendale. E’ specialista in analisi dei dati, dashboard information design in ambiente MS Windows e Linux.
Precedentemente si è occupato di disegno tecnico assistito con sistemi CAD e poi commerciale/vendite nei settori: investimenti mobiliari/previdenza, direzione e organizzazione aziendale, facility management.
In tutto ciò però, gli piace definirsi un musicista. Suona, infatti, la chitarra sin da adolescente e, da allora non si sono più né lasciati né persi di vista.
Autore, strumentista e band leader nella release REBIRTH ©2010, suona in contesti: jam session, house-concert, jazz-club.
Presa dalla Rete |
Così recita l’incipit dell’articolo:
”Quando si parla di trovare tracce di vita nell’Universo generalmente si allude alla possibilità di constatare con i propri occhi di persona o attraverso dei supporti: foto, filmati, …; ma l’Universo non è solo immagini, bensì anche suoni e, pensarlo come un luogo silenzioso è un errore grossolano. La mia opinione è che prima ancora di definire se nell’Universo c’è vita o meno, bisognerebbe definire cosa si intende per vita: se il silenzio assoluto è morte e il rumore/suono è vita, allora anche il suono prodotto dalle oscillazioni dei campi magnetici denotano comunque un’attività vitale.”
Il blog tratta principalmente di Chimica, ma non solo: diversi interventi spaziano su argomenti talvolta anche controversi, come la medicina, la fisica, la biologia, l'ecologia e la cosmologia, oltre ad aver tentato l'ambizioso esperimento di censire la blogosfera scientifica italiana con un elenco dinamico e partecipativo che sembrerebbe aver riscosso un certo interesse.
L'autore collabora anche con la redazione di Chimicare per raccogliere e riportare sul sito Divulgazione della Chimica notizie e appuntamenti correlati alla divulgazione della scienza in Italia e soprattutto all'estero. Per distrarsi un po', come se ne avesse bisogno, amministra da tempo Memory Alpha, una wiki italiana dedicata a Star Trek.
Paolo Gifh, pseudonimo dell'autore del blog che stiamo considerando, è un tecnico di laboratorio, appassionato in particolare di scienze della vita e della materia, che ha deciso di scrivere per la voglia di condividere le proprie esperienze e il suo viaggio da incursore nell'universo della chimica, di cui è un entusiasta estimatore. La sua speranza è di poter stimolare, nei suoi visitatori, un crescente interesse per le scienze.
“La ricerca SETI non può ignorare le intelligenze artificiali”: perché è importante non limitarsi a cercare solo forme di vita.
“Una fuel cell per la ricerca della vita extraterrestre”: come impostereste un test per la ricerca di forme di vita, in dotazione a una sonda spaziale destinata a missioni di ricognizione e osservazione su altri pianeti? A questa domanda si tenta di offrire qualche soluzione praticabile.
“Stephen Hawking e l’alieno quantico”: il famoso astrofisico britannico ha recentemente esternato la sua preoccupazione per il pericolo che il nostro incontro con esseri alieni potrebbe rappresentare. A suo avviso, è probabile che si verifichi una replica fedele di ciò che accadde alla fine del XV secolo dopo che Colombo sbarcò sulle terre del Nuovo Mondo, le Americhe.
DROPSEA
SCIENZALTRO
"Scienzaltro" è un blog di astronomia e qualcosa d’altro di scienza: con un occhio di riguardo a quanto di suggestivo può esserci nella disciplina più antica, che parte dal cielo che si vede con gli occhi e arriva all’Universo che oggi vediamo in tutti i suoi “colori” elettromagnetici, quelli dei fenomeni più violenti come i lampi di raggi gamma e quelli delle stelle alla fine del loro ciclo evolutivo.
Attivo da oltre due anni, viene aggiornato praticamente ogni giorno ed ha un nutrito, ma soprattutto appassionato, seguito di amici ed amiche.
La ricerca di vita fra stelle e galassie ha l’età dell’uomo; da sempre il sogno di un altro da noi ci accompagna, dalla mitologia degli antichi ai racconti di Luciano da Samosata sulle battaglie fra abitanti del Sole e della Luna. Oggi tutto si fa allo stesso tempo più vicino e facile (conosciamo quasi mille pianeti fuori dal nostro Sistema solare), e al tempo stesso complesso (siamo sempre più consci delle difficoltà e si acuisce il senso di solitudine). E’ un ottimo momento per ripensare a quanto fatto, e soprattutto pensato, a partire dal problema di base: "Cosa cerchiamo?".
Roberto Flaibani presenta se stesso e il suo blog in questo modo:
"Devo aver scritto da qualche parte di aver dato vita al 13mo Cavaliere per divertirmi a scrivere di Spazio per i miei amici. In effetti, mi sono divertito moltissimo a farlo, ma devo ammettere che ad amici e parenti non è fregato assolutamente nulla del mio tentativo, salvo poche, lodevoli eccezioni che si chiamano Sergio Valzania, Beatrice Parisi, Donatella Levi, e Massimo Pellerano.
In compenso, mi sono fatto un mucchio di nuovi amici, così tanti che ne citerò solo tre: Felice Gabrielli, vecchio e arcigno come me; Paul Gilster, più che un faro, un GPS; e sopratutto Claudio Maccone, fisico, matematico e visionario.
Per quanto riguarda la linea editoriale del mio blog, il 13mo si specializzerà sempre di più in traduzioni: c'è tantissimo materiale là fuori che, se non venisse tradotto, sarebbe inevitabilmente perduto per gli space enthusiast nostrani. Tra SETI e 100YSS verso le stelle, quella è la rotta del Tredicesimo Cavaliere.”
La redazione del "Tredicesimo Cavaliere" propone, per il Carnevale Unificato della Chimica e della Fisica, due post.
Prima di vedere di cosa si tratta, per una loro più puntuale comprensione è utile illustrare in sintesi che cosa sono la Lente Gravitazionale del Sole (GLS) e la missione FOCAL.
La GLS è un fenomeno naturale di grande potenza che ha effetto sull'intero spettro elettromagnetico e potrebbe diventare, in futuro, lo strumento principe per l'osservazione astronomica e le telecomunicazioni interstellari. Da molti anni a questa parte, il dr. Claudio Maccone è stato il massimo studioso del fenomeno citato, e propugnatore della missione FOCAL, che ha come primo obiettivo raggiungere la cosiddetta sfera dei fuochi del sole nudo, situata a 550 UA dal Sole.
Da lì la sonda continuerà ad allontanarsi lungo lasse focale fino alla distanza di 1000 UA, sfruttando per le sue osservazioni le spettacolari prestazioni della GLS. In questi ultimi anni la comunità scientifica ha finalmente dato segno di aver preso coscienza delle potenzialità della GLS e del valore del lavoro di Maccone, tant'è che FOCAL viene ora considerata la più importante tra le cosiddette missioni antesignane del volo interstellare.
Passiamo ai contributi.
“Piccoli velieri aprono la via verso le stelle”: titolo originale "Stepping Lightly to the Stars", di Louis Friedman, traduzione di Roberto Flaibani. L'autore è considerato uno dei più grandi esperti di vele solari al mondo, ed è stato presidente della Planetary Society per più di trent'anni.
Nell'articolo, l'autore sostiene che non una, ma tre missioni precorritrici del volo interstellare, tra cui la FOCAL, potrebbero essere portate a termine in questo secolo, se equipaggiate con vele fotoniche realizzate in carbonio e utilizzando la fionda gravitazionale del Sole su traiettorie estreme.
titolo originale “Interstellar (Precursor) Mission & Vehicle Design", scritto da Marc Millis e tradotto da Felice Gabrielli. Come sarebbe equipaggiata e quanto costerebbe una sonda FOCAL, usando soltanto la tecnologia attualmente disponibile?
Il blog "Fisici per il mondo" appartiene ad un gruppo di fisici, più o meno giovani ed aitanti, che viaggiano per lavoro, ricerca e passione “around the world”. Si trovano a scrivere assieme per amore della fisica, per la passione nella ricerca, per il disappunto suscitato dall’assenza degli scienziati nel dibattito sulla società attuale e per divertimento, naturalmente. Non inseguono neutrini, tantomeno fantomatiche particelle di Dio o una stella lontana, ma praticano audacemente il metodo galileiano ovunque e comunque, senza se e senza ma.
Attualmente il blog conta 7 partecipanti attivi (Claudio Attaccalite, Daniele Barettin, Elena Cannuccia, Elisabetta La Torre, Massimo Pinto, Raffaele Sinibaldi e Maria Grazia Ortore, amministratrice del sito), tutti fisici operanti nel settore della ricerca: nelle università, negli istituti di ricerca e nel privato. Alcuni lavorano in Italia, altri all’estero. Alcuni sono strutturati negli enti dove lavorano, altri no. Tutti ritengono particolarmente importante una seria e diffusa operazione di divulgazione scientifica.
Il blog partecipa con “Cercando tracce di vita nell’Universo”, articolo di Raffaele Sinibaldi, uno dei magnifici sette: la ricerca di vita intelligente su un altro pianeta fa scattare subito la domanda se ci sia vita intelligente sulla Terra.
Per la definizione che la nostra intelligenza ha dato proprio dell’ “intelligenza”, la Terra risulta essere popolata da esseri intelligenti, ovvero gli esseri umani.
Il modo in cui oggi siamo organizzati e, per l'appunto, il modo in cui ricerchiamo vita intelligente al di fuori del nostro pianeta hanno davvero qualcosa a che fare con la nostra presunta intelligenza?
E’ un blog scientifico a tema prettamente paleontologico ed evoluzionistico, incentrato sui teropodi, i dinosauri predatori, in cui sono inclusi non solo creature ormai entrate nella cultura popolare, come Tyrannosaurus rex, ma anche i predecessori degli uccelli.
L’autore Andrea Cau è naturalista specializzato in paleontologia dei vertebrati e sistematica filogenetica. Collabora come ricercatore associato con il Museo “Capellini” di Bologna, il Museo di Storia Naturale di Milano, e varie università sia italiane che straniere nello studio di rettili ed uccelli fossili mesozoici.
Andrea partecipa con l’articolo “Search for EXTINCT Terrestrial Intelligence”, in cui precisa che, per quanto apparentemente distanti nei loro ambiti di pertinenza, la paleontologia e il progetto SETI sono accomunati dall'imporre una visione “quadrimensionale” all'osservazione, in cui distanza nello spazio e distanza nel tempo sono connesse, nel tentativo di decifrare l'esistenza di vita remota da tracce ed evidenze flebili e spesso frammentarie.
Un vizio antropocentrico ha rimosso quasi del tutto la domanda, altresì lecita, se la Terra, nel suo passato geologico, abbia ospitato forme di vita intelligente non-umana. Esistono limiti intrinseci alla possibilità di rinvenire evidenze di specie intelligenti vissute nelle ere passate, prima fra tutti la lacunosa imperfezione del record fossile, che nel caso delle ipotetiche, ma sicuramente molto ridotte numericamente, specie intelligenti, rendono quasi nulla la speranza di rinvenire tracce dirette della loro esistenza.
L'osservazione di come l'intelligenza si sia evoluta in modo disomogeneo nel regno animale, di come si manifesti oggi, e di quanto discontinua, a tratti ottusamente stagnante, sia stata l'evoluzione tecnologica nelle specie di ominidi avvicendatesi prima di Homo sapiens, così come l'enorme contrasto tra l'esuberanza creativa della specie attuale rispetto proprio alle altre specie ominidi, non lasciano molta speranza a chi voglia utilizzare l'unico caso noto di pianeta in cui si sia evoluta l'intelligenza come “norma”, per dedurre principi generali a favore di una abbondanza di civiltà tecnologicamente avanzate nell'Universo.
La seconda e la terza immagine, inserite nell’articolo, sono opere del pittore Emiliano Troco con il quale Andrea Cau collabora da tempo con una serie di opere che uniscono in modo molto suggestivo scienza e arte.
E’ un blog dedicato ad alcune riflessioni personali di vario carattere e alla divulgazione scientifica.
Il suo curatore Gabriele Giordano è un ragazzo interessato alle scienze in senso lato. Ultimamente si sta informando intensivamente sulla Comunicazione e sta sperimentando diversi metodi di pianificazione sociale.
L'educazione è una tematica che gli sta molto a cuore: ritiene, infatti, che la società è il riflesso della cultura e quest'ultima il riflesso dell'istruzione. Partendo dall'istruzione, si può creare un mondo decisamente migliore di quello attuale.
L'educazione è una tematica che gli sta molto a cuore: ritiene, infatti, che la società è il riflesso della cultura e quest'ultima il riflesso dell'istruzione. Partendo dall'istruzione, si può creare un mondo decisamente migliore di quello attuale.
L'articolo proposto “Indie cosmiche” illustra brevemente come la fisica dei materiali (chiamando in causa l'oro) e la chimica (con i suoi biomarker e i composti di natura antropica) possano aiutarci a cercare tracce di vita nell'universo.
IL PARADOSSO DI FERMI, L’EQUAZIONE DI DRAKE, IL PRINCIPIO ANTROPICO
Collage da me realizzato con immagini reperite in Rete |
LA CURVA DELL'ENERGIA DI LEGAME
Ovvero… Considerazioni semiserie sulla fisica, lo spazio ed il nostro mondo, con molte domande e pochissime risposte.
Marco Casolino, l’autore di tali considerazioni, è in realtà un vero cervellone, un fisico operante presso: l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, ove è Primo Ricercatore; il Dipartimento di Fisica dell’Università di Roma Tor Vergata, ove tiene corsi di raggi cosmici e strumenti spaziali; i laboratori giapponesi del RIKEN, ove è team leader.
E, se volete saperne di più, si occupa di fisica fondamentale (materia, antimateria e ricerca di materia oscura), di fisica delle astroparticelle di alta energia e di metodi di protezione degli astronauti dalla radiazione spaziale. Ha preso parte alla costruzione ed alle campagne di lancio di una dozzina di esperimenti posti su veicoli spaziali e sulla stazione spaziale russa Mir ed Internazionale, addestrando gli equipaggi all’uso di rivelatori per lo studio dell’ambiente radioattivo nello spazio e del loro effetto sugli astronauti.
Nell’ambito di collaborazioni internazionali, ha pubblicato più di duecento articoli scientifici su riviste internazionali, tra cui Nature e Science, e su varie testate nazionali di divulgazione scientifica. Nel 2011 ha pubblicato un saggio “Come Sopravvivere alla Radioattività” ed un romanzo ambientato in Giappone: “Grikon”.
Oltre a queste “bazzecole”, trova il tempo di curare un blog su temi scientifici: "La curva dell’energia di legame", prima presentato.
Il post “Civiltà extraterrestri (1): Il paradosso di Fermi e SETI “, con cui partecipa al super Carnevale unificato, tratta dell'apparente assenza di civiltà extraterrestri.
Il paradosso fu formulato per la prima volta dal fisico Enrico Fermi e rimane ancor oggi irrisolto. Questa apparente contraddizione è poi divenuta nota come il paradosso di Fermi.
Una riformulazione matematica di tale domanda è contenuta nell'equazione di Drake, che cerca di stimare il numero di civiltà potenzialmente in grado di comunicare con noi. Tuttavia le incertezze, legate ai vari termini, producono un numero estremamente variabile che tocca anche lo zero. Valori conservativi dovrebbero comunque far ben sperare sulla presenza di altre forme di vita intelligente.
Accanto ai progetti attuali, che cercano tracce di vita intelligente ascoltando le onde radio, Marco Casolino cita anche la più futuristica ma affascinante possibilità di utilizzare rivelatori di neutrini. Infatti, oltre alle onde radio, vi è un altro segnale che stiamo spedendo nella galassia, quello dei neutrini prodotti nelle reazioni nucleari. La segnatura di ciascun reattore nucleare è univoca per intensità e distribuzione energetica dei neutrini emessi, e rappresenta un segnale basso ma continuo. Eventuali rivelatori alieni devono essere enormi per poter identificare i neutrini a distanze stellari, separandone il segnale dal più intenso fondo naturale, prodotto nelle reazioni nucleari stellari e nell’esplosione di supernovae.
Ritorna Paolo Gifh con “Equazione di Drake e Paradosso di Fermi: come ignorare le complessità e dichiararsi padroni dell’universo”:
nell’articolo viene sviscerata una certa critica verso il riduzionismo applicato a due dei più celebri argomenti che riguardano la ricerca di vita intelligente oltre il nostro pianeta.
NATURA MATEMATICA
Cristofaro (Chris) Sorrentino, nato a Torre del Greco (NA) l’8/2/82, insegna scienze matematiche, chimiche, fisiche e naturali in una scuola secondaria di I grado della provincia di Forlì-Cesena.
Attualmente, si occupa anche di formazione e tutoraggio nell’ambito della didattica assistita dall’uso delle nuove tecnologie e mediata dall'uso dei moderni social network, e di didattica interdisciplinare della matematica.
Da settembre 2010 è autore del blog "Natura Matematica", dedicato alla divulgazione ed alla didattica riguardante il mondo matematico e scientifico, cercando di integrare il linguaggio logico della matematica con esperienze di vita quotidiana e curiosità provenienti dalle altre scienze. E' vincitore del premio nazionale "Docente dell'anno 2012".
Partecipa con l’articolo “L'equazione di Drake e il paradosso di Fermi”:
l'esistenza di civiltà extraterrestri nella nostra galassia è una tematica che sin dal principio ha suscitato curiosità in noi esseri umani, inducendoci spesso a chiedere se il nostro pianeta sia l'unico su cui finora siano comparse forme di vita anche molto complesse.
Il progresso tecnologico ci ha fatto compiere nuove importanti scoperte in campo astronomico, portando alla luce centinaia di pianeti non appartenenti al nostro sistema solare, e più tempo passa, più intuiamo che tanti altri ne dovranno essere scoperti. E' lecito dunque porsi il seguente quesito: "Se esistessero dei pianeti molto simili al nostro, potrebbero nel tempo aver assistito ad un'evoluzione biologica simile alla nostra, se non già arrivata ad una forma di vita con uno stadio di intelligenza più avanzata?
E in caso di risposta affermativa, quante civiltà del genere avrebbero un'intelligenza tale da poter comunicare con noi?".
Nei primi anni '60 l'astronomo ed astrofisico Frank Drake, nonché uno dei fondatori del SETI nel 1974, ideò un'equazione le cui variabili tenessero conto di diversi parametri, allo scopo di stimare nel migliore dei modi possibili il numero di civiltà extraterrestri potenzialmente in grado di comunicare con noi. Secondo un calcolo iniziale, negli anni '60 si stimò che dovessero esistere almeno 10 civiltà extraterrestri, ma lo sviluppo di tecnologie più sofisticate in tempi recenti ha apportato dei fattori di correzione che hanno corretto il valore a 23.
Nonostante l'equazione di Drake sia stata più volte oggetto di critiche per l'enorme difficoltà di sostituire i fattori con dei valori numerici attendibili in un dato istante di tempo, essa rappresenta ancora oggi un importante ed affascinante punto di riferimento per gli studiosi che pensano che non possiamo essere, nella Via Lattea, le uniche forme di vita in grado di inviare comunicazioni nello spazio: in fondo, nessuno può escludere a priori che non siamo soli e, prima o poi, il nostro progresso tecnologico potrebbe spingerci a scoprire qualche angolo di questo sconfinato universo di cui mai avremmo nemmeno congetturato l'esistenza.
Il secondo articolo di "Scientificando" si intitola “Calcolare Le Probabilità Di Vita Intelligente Aliena: L'Equazione Di Drake”:
“Potrebbe esserci vita intelligente su altri pianeti?”. Questa domanda ha suscitato la fantasia e la curiosità per decenni.
Nel video del TED-Ed "Calculating the odds of intelligent alien life", ovvero "Calcolare le probabilità di vita intelligente aliena", la mitica Jill Tarter esplora la risposta con l'equazione di Drake, una formula matematica che calcola la possibilità di vita da scoprire.
Il blog "Scienza e Musica" è nato per divulgare la scienza e la (buona) musica, le due più grandi passioni di Leonardo Petrillo, giovane studente universitario che frequenta il corso di laurea in Fisica.
“Molto spesso- afferma Leonardo- si pensa (anche per colpa di una marcata distinzione, soprattutto in Italia, tra cultura scientifica e umanistica) che queste due discipline siano totalmente differenti e non abbiano nulla in comune.
La verità è esattamente l'opposto, come scoprì già Pitagora nel 500 a.C. circa, ovvero che la scienza e la musica sono due realtà indissolubilmente legate; anzi, si può dire che la Musica sia Fisica scritta in note.
Ogni nota si manifesta attraverso un'onda sonora e le onde sono descritte dalla Fisica, attraverso un opportuno formalismo matematico.”
Nella suo contributo “Il Principio antropico”, pone la domanda : “Per quali ragioni l’Universo appare così come si presenta?”
Brandon Carter, nel 1973, introduce la controversa ipotesi del principio antropico: le proprietà e le leggi dell’Universo devono essere consonanti con l’esistenza stessa della vita intelligente.
Da allora sono state formulate diverse versioni (ciascuna con i suoi pro e contro) del principio antropico: debole, forte, partecipatorio e ultimo.
Nel 2005, Alexander Zaitsev, nell’articolo "The Drake Equation: Adding a METI Factor", amplia il principio antropico partecipatorio, introdotto da John Wheeler, evidenziando il ruolo dei mittenti di segnali nello spazio. Nell’articolo egli modifica pure l’equazione di Drake, aggiungendo un nuovo parametro che tiene conto delle civiltà extraterrestri capaci di produrre precisi messaggi interstellari.
Il principio antropico potrebbe essere supportato dal concetto di multiverso, molto diffuso in cosmologia, ma potrebbe pure restare soltanto una mera riflessione filosofica. La questione è aperta!
La parte conclusiva dell'articolo è dedicata alle critiche rivolte nei confronti del principio antropico e alla rivisitazione del principio antropico forte, basata sull'interpretazione a molti mondi della Meccanica Quantistica.
Il tutto, come tradizione del blog Scienza e Musica, è corredato da immagini illustrative e video musicali.
VARIAZIONI SUL TEMA
Altro collage da me realizzato |
QUADERNONE BLU
Il blog, nato nel 2003 come uno dei primi blog didattici per alunni di Scuola Primaria, diventa nel 2006 un blog di segnalazioni di risorse online e di software didattici free per alunni delle Scuole dell'Infanzia, Primaria e Secondaria di 1° grado".
L’autore Renato Murelli è un maestro elementare in quiescenza, che si interessa di nuove tecnologie applicate alla didattica.
II suo contributo “Il Pianeta Gemello” è un breve racconto inedito di fantascienza, scritto dall’autore, in cui gli abitanti del pianeta Terra sono…gli alieni!
QUANTI DI SCIENZA
Felice Russo propone, infine, il suo ultimo contributo “Extraterrestri e numeri primi”: ipotizzando che nell’universo esistano altre civiltà tecnologicamente avanzate come la nostra, in quale modo potremmo comunicare con loro? Viste le grandi distanze, lo potremmo fare ricorrendo alle onde radio. Ma quale lingua andrebbe utilizzata? Sicuramente quella matematica visto che essa è alla base di tutte le leggi dell’Universo.
Una possibilità è quella di inserire un messaggio, in forma binaria, all’interno di una matrice il cui numero di righe e colonne siano due numeri primi. Questo è esattamente il metodo utilizzato nel 1974 dagli scienziati quando è stato inviato nello spazio un messaggio per eventuali civiltà aliene, utiizzando il radiotelescopio di Arecibo.
Il blog "Dieci alla meno nove" si occupa di divulgazione delle nanotecnologie e delle scienze applicate a loro vicine, collaborando con diversi siti web e riviste di divulgazione scientifica, tra i quali si può citare Veneto Nanotech di Padova, SISSA di Trieste, Business Wire di San Francisco e Green la rivista ufficiale dell’INCA (Consorzio Interuniversitario Nazionale Chimica per l’Ambiente ) di Venezia. Nel 2010 il blog ha collaborato nell’evento internazionale NanotechItaly 2010.
Da Wikipedia |
Partecipa al Carnevale con il contributo “Intel 4004: il microprocessore che è uscito fuori dal sistema solare”: l’affidabilità della tecnologia a microprocessore, nata nel 1972 per merito dell’italiano Federico Faggin, è riuscita a gestire le azioni delle prime sonde spaziali Pioneer, funzionando correttamente per oltre 40 anni. Il microprocessore Intel 4004, oggi, sulla Terra rappresenta la preistoria dell’elettronica digitale, mentre nello Spazio onora l’ingegno dell’uomo al fuori dei confini del sistema solare.
Fabio Melis è nato a Cagliari il 09/11/1961. Laureato in Giurisprudenza, svolge la professione di impiegato di banca e, ormai da diversi anni, è autore del blog "Blogaventura Reporter" in cui tratta i più svariati argomenti, seguendo l'attualità, l'istinto e le passioni del momento.
Ha scritto quattro libri: "Il Signor Blogaventura" (viaggi), "Il Cuore oltre l'Ostacolo (sport), "La Casa dei Ricordi, Una Storia Cagliaritana" (narrativa) e "Le Tre Donne del Gatto con gli Stivali" (narrativa).
Il suo obiettivo è quello di migliorare sempre più nell'arte dello scrivere e del fotografare. In poche parole, cercare di essere un blogreporter girovago e fantasioso.
Nel contributo “E se scoprissimo che gli extra terrestri esistono davvero?”, sono ipotizzate le possibili reazioni della società civile, del mondo culturale e religioso alla eventuale rilevazione di segnali di vita intelligente provenienti dallo spazio. Quali shock, quale crisi potrebbe provocare una notizia del genere? Quanto potrebbe cambiare il nostro modo di vivere e di pensare? Interrogativi questi che hanno aperto un notevole confronto fra studiosi, teologi e ricercatori ma che, di fatto, avranno una risposta solo se, anni di ricerca, analisi ed esplorazione spaziale trovassero un riscontro in quei segnali che, ormai da molti anni, la scienza va cercando.
Carmelo di Mauro, dopo la laurea in psicologia sperimentale, si è specializzato in psicoterapia cognitiva comportamentale di tipo costruttivista. Lavora nella scuola primaria per il trattamento del disturbo autistico con il metodo ABA e, dopo aver lavorato come psicoterapeuta volontario per 4 anni in un centro di salute mentale, svolge privatamente attività terapeutica a Roma, dove vive.
Il suo blog "Neuromancer" è una finestra poco ermetica (cioè poco ortodossa) sul mondo della psicologia e della psicoterapia e “cerca” di scrivere articoli non banali sul mondo “pazzo” degli psicologi, con competenza, spassionata serietà e attenta sensibilità per le contemporanee ricerche delle scienze cognitive.
L’autore propone l’articolo “Psicologia Spaziale”: i primi progetti per i viaggi spaziali richiesero la selezione dei primi astronauti Nasa e gli psichiatri si misero all'opera per capire quale potesse essere il profilo psicologico adatto a questo genere di impresa.
Il timore principale fu che potessero essere impegnati uomini di dubbia stabilità mentale: impulsivi, sessualmente inappagati, tendenti a comportamenti rischiosi per la salute e per il piacere del brivido. Ancora prima di esplorare nuovi mondi e forme di vita extraterrestri, l'uomo analizzò la propria vita mentale per capire se fosse in grado di farcela.
Con un pizzico di disappunto, gli esaminatori furono sorpresi quando dai test psicologici risultò che i candidati fossero "sani", equilibrati, capaci di sopportare forti tensioni e di superarli senza effetti collaterali.
L'uomo era pronto a viaggiare in cerca di nuove forme di vita o, per lo meno, che gli assomigliassero.
Passiamo al secondo contributo di Paolo Pascucci “Psicologia extraterrestre: perchè li cerchiamo e possibili effetti del contatto”:
è un'incursione nel mondo della psicologia che riguarda la ricerca degli extraterrestri: dal più classico “effetti psicologici del contatto” al più ufficioso “perchè li cerchiamo”.
E' basato su alcuni lavori datati e una disamina recente. Un dato di fatto, purtroppo incontrastato, è che, per quanto riguarda gli ET, ne sappiamo più o meno come 20 anni fa, quindi i lavori risentono in maniera più mitigata dell'invecchiamento. E, oggi come allora, la materia è altamente speculativa.
E', comunque, un ottimo soggetto per indagare la psicologia umana, anche
quando si cerca quella extraterrestre.
Nel lavoro, sono riassunti i tre modi di immaginare gli ET: millenario, catastrofista (entrambi riassumibili nel più vecchio modello immaginativo) e post-biologico (che propone una versione cyborg degli alieni).
E’, infine, riportata una veloce descrizione dei sette fattori, e le relative confutazioni, che dovrebbero convincere i governi a tenere segreto un eventuale segnale ET.
LA TERRA E’ ABBASTANZA GRANDE
Luigi Buccelletti si interessa: di denti per mangiare, di arte per amore, di politica per beneficenza, di fisica/astrofisica per piacere, di tutto il resto per passare il tempo.
Il suo blog "La Terra è abbastanza grande" è un neonato; chissà cosa farà da grande e se crescerà: c'è tanto da imparare e la Terra è abbastanza grande. Come tutti i neonati è curioso, vuole imparare e vuole divertirsi.
L’articolo proposto si intitola "Due aneddoti (di cui uno carnevalesco) sull’universo lontano e vicino": considerazioni sull’intelligenza ed il suo uso nell’Universo per niente serie, poco serie, forse serio di un vecchio innamorato della fantascienza.
Riporto uno stralcio dell'incipit riguardante il secondo aneddoto:
Riporto uno stralcio dell'incipit riguardante il secondo aneddoto:
"...E così, se siete ancora lì, arriviamo al secondo aneddoto.Questo è un fatto vero, anche se sarei molto offeso se non prestaste fede al primo.
Diversi anni fa, con i cervelloni amici di mia figlia (come ospite: il mio è un cervellino) , andai a visitare “La Croce del Nord”, il radiotelescopio nei pressi di Bologna. Quante volte, passando dalle parti di Medicina, la visione della grande, bianca parabola di 32 metri mi aveva affascinato , riportandomi all’età della mia giovinezza, quando la mia passione era diventare astronomo! A Medicina ci accolse una persona affabile e disponibile, che ci accompagnò nel Centro Visite Ceccarelli e poi ci guidò a vedere le due uniche braccia della Croce del Nord..."
GRAVITA’ ZERO
Questa sezione si chiude con il secondo e ultimo contributo di "Gravità Zero": “L'UNIVERSO IN 3D COME NON LO AVETE MAI VISTO: SPETTACOLARE NUOVA MAPPA SDSS-III”:
Neppure il capitano Kirk di Star Trek poteva disporre di una mappa simile. La sua, infatti, si fermava ai limiti della Galassia, ma Miguel Aragon della Johns Hopkins University, Mark Subbarao del Planetario Adler e Alex Szalay della Johns Hopkins sono riusciti in una impresa mai tentata prima: 400.000 galassie in animazione, catalogate e animate in 3D.
Ci vorranno ben 6 anni di lavoro per mappare completamente l'universo conosciuto.
STORIA DEL PROGETTO SETI
Fonte immagine |
DROPSEA
Ancora un contributo di Gianluigi Filippelli “Con la mano li puoi salutare”: una delle ricerche più interessanti degli ultimi decenni è stata sicuramente quella promossa dal progetto SETI, partito prima con il semplice esame dei dati provenienti dal radiotelescopio di Arecibo e successivamente evolutosi con il progetto di calcolo distribuito SETI@home.
Nell'articolo, oltre ad essere esaminate le basi di SETI e SETI@home, viene anche brevemente raccontata una nuova proposta sperimentale per il SETI così detto passivo (quello d'ascolto) e le possibili controindicazioni di un SETI attivo (ovvero l'invio di segnali nello spazio).
Lucia Marino è una dottoranda dell'Università della Calabria, dove si è laureata in Fisica nel 2007. Il suo argomento di ricerca è "Mesofasi e Materiali Molecolari.
Cura il blog "IncredibleButTrue", dal marzo 2009. Leggendo il blog di Betty Moore e il sito "Improbable Research", le è venuta l'ispirazione di aprire un blog che trattasse argomenti scientifici senza prendersi troppo sul serio.
Le finalità sono sempre le solite e probabilmente applicabili a qualsiasi altro blog: visibilità, dialogo, ascolto e confronto.
Nel suo caso la volontà di dialogare era così grande che si sarebbe potuta paragonare agli scienziati del METI che lanciano messaggi nello spazio e aspettano che qualcuno risponda. Per uno strano scherzo del destino, alcune delle persone che aveva conosciuto durante gli anni difficili le ha ritrovate sul web e ciò ha fatto sì che le intenzioni iniziali mutassero un poco: nel momento in cui si è accorta che degli studenti condividevano i post che pubblicava e li usavano come materiale per le loro tesine scolastiche, si è sentita soddisfatta e, pur non avendo intenti divulgativi, trova un certo gusto nel dare informazioni utili e raccontare fatti di scienza.
il primo, in tema con il carnevale di questa edizione, si intitola “Messaggi interstellari: breve cronistoria”.
Si tratta, come si intuisce dal titolo, di un breve excursus storico lungo le tappe fondamentali del progetto METI che, già a partire dagli anni '60, invia messaggi verso sconosciute civiltà aliene, senza aspettare che siano queste a comunicare con noi. Si parte quindi dal 1962, dal messaggio in codice Morse lanciato dalla sovietica Evpatoria Planetary Radar, in direzione di Venere.
Si procede poi con diversi altri esempi, a volte un po’ naif, come lo spot pubblicitario di patatine messicane inviato in direzione della Costellazione dell'Orsa Maggiore dalla EISCAT European Space Station o le missive "artistiche" del biologo Joe Davis. Senza dimenticare le due iniziative cooperative: Hello from Earth (2009) e Un messaggio dalla Terra (2008), in cui sono stati raccolti e inviati i saluti e i messaggi di pace di centinaia di persone.
Il secondo articolo lo ritroveremo nella successiva sezione, dal titolo EXTRA MOENIA.
EXTRA MOENIA
Altro collage |
In questa ultima sezione, sono raccolti i contributi non a tema, che costituiscono un classico dei Carnevali scientifici.
LIM E CONTENUTI DIDATTICI
E’ una raccolta di Contenuti Digitali presenti in rete. Gli argomenti trattati riguardano la Lavagna Interattiva Multimediale, gli Oggetti Didattici Digitali, il Web2.0, la Fotografia, il Video, il Podcast, la Comunicazione Multimediale, gli E-book, iTablet.
Giuseppe Auletta, il suo autore, è un docente che si occupa, a tempo pieno, di formazione sull'uso della Lavagna Interattiva Multimediale e delle Nuove Tecnologie nella Didattica. Dal 1997 ad oggi ha partecipato, in qualità di formatore ed esperto, a numerosi corsi di formazione.
Propone i seguenti articoli.
“Elettroni - Cosa sono e come si misurano”: l'esperto Franco Foresta Martin spiega il comportamento degli elettroni.
“Piezoelettricità - Una possibile forma di energia”: La piezoelettricità si basa sul principio di trasformare l'energia del movimento in energia elettrica. Se può essere un nuovo modo di fare energia lo scopriamo con gli esperti Carmen Galassi e Fabio Fochi.
“Illusioni ottiche - Tra scienza e meraviglia”: gli esperti Paolo Di Lazzaro e Daniele Murra spiegano il fenomeno delle illusioni ottiche.
“Quanto è forte l'aria - Un esperimento”: con un divertente esperimento in studio, il Professor Adriano Mazzarella illustra la forza dell'aria.
Il secondo contributo di Lucia Marino dal titolo “Caffè scientifico: note di un secondo incontro” tratta di una raccolta di pensieri sull'indipendenza del pensiero scientifico che, partendo dall'articolo 33 della nostra costituzione, fluiscono prendendo spunto dalla filosofia Popperiana e dagli scritti di autori come Isaac Asimov, per finire con una analisi della situazione di una società che, da un punto di vista scientifico, rimane poco alfabetizzata.
Gianluigi Filippelli presenta il suo ultimo articolo “X: l'universo invisibile”:
L'Osservatorio di Brera, insieme con l'Accademia di Belle Arti (sempre a Brera), ha inaugurato il pomeriggio del 12 settembre una nuova mostra, dedicata all'astronomia X.
Questo post, che nelle intenzioni originali doveva essere solo la presentazione della mostra, è diventato una breve storia di questa tecnica osservativa che quest'anno compie 50 anni e che ha portato all'Italia, in maniera più o meno diretta, il Nobel di Giacconi.
Michele Maffucci, autore del blog omonimo, insegna Laboratorio di Elettronica, Misure elettroniche e Sistemi presso l'IIS Galilei Ferrari di Torino, ed è direttore del sito web vocescuola.it, network di informazione sulla scuola italiana e tecnologie didattiche.
Svolge tante attività, tra cui la consulenza, il coordinamento ed il tutoraggio, per conto del MIUR, di progetti e iniziative a carattere regionale (Piemonte) e nazionale, nell'ambito delle tecnologie didattiche indirizzate alla formazione di allievi e docenti e all'implementazione di servizi a valore aggiunto.
Partecipa all'Edizione unificata dei Carnevali scientifici con l’articolo “Ascoltare le onde elettromagnetiche - un'esperienza per bambini ed esploratori dell'invisibile”, in cui mette in evidenza come gli studenti, ed in particolar modo i bambini delle scuole elementari, abbiano l'esigenza quasi innata di incontrare il mondo dei fenomeni naturali.
Il mistero e la meraviglia che si percepiscono nei loro occhi nell'osservare i fenomeni fisici (immensità dell'universo, grandi esplosioni, eventi dirompenti della natura) li riempie di enorme interesse. Molto spesso sono fenomeni fisici non direttamente accessibili all’esperienza diretta del bambino in quanto non appartenenti all’ambiente in cui vivono, ma ricoprono un ambito quasi misterioso su cui l'insegnante potrebbe agire, per imprimere il ricordo del fenomeno fisico e quindi per impostare in modo corretto una teoria didattica basata sulla sperimentazione pratica, che sarà la base per la nascita di un apprendimento scientifico negli anni successivi.
"Ascoltare le onde elettromagnetiche" nasce proprio da questa esigenza, quella di adottare un linguaggio scientifico comprensibile ai giovani studenti e pensare a strumenti da costruire in classe per stimolare la loro curiosità, supportarli nell’osservare e far nascere in loro la voglia di scoprire.
Il contributo è pubblicato anche su vocescuola.
*****
I contributi fuori tema sono soltanto 7 su 57 complessivi, a sottolineare come il tema “Cercando tracce di vita nell’Universo” sia stato molto sentito dai blogger che hanno partecipato a questa rassegna carnevalesca.
Siamo arrivati alla fine e i ringraziamenti sono d'obbligo. Ringrazio, pertanto, di cuore gli autori che hanno reso possibile questo evento con la loro preziosa partecipazione, citandoli in ordine sparso.
Hanno partecipato all'Edizione unificata dei Carnevali di Chimica e di Fisica i seguenti 33 autori:
- Bruna Vestri
- Juhan van Juhan
- Carlo Consoli
- Andrea Cau
- Michele Maffucci
- Renato Murelli
- Leonardo Petrillo
- Orfeo Morello
- Sabrina Masiero
- Umberto Genovese
- Giuseppe Auletta
- Corrado Ruscica
- Felice Russo
- Margherita Spanedda
- Monica Marelli
- Giuseppe Deliso
- Paolo Gifh
- Fabio Melis
- Carmelo di Mauro
- Gianluigi Filippelli
- Paolo Pascucci
- Cristofaro Sorrentino
- Luigi Buccelletti
- Leopoldo Benacchio
- Roberto Flaibani
- Lucia Marino
- Claudio Pasqua
- Andrea Mameli
- Gabriele Giordano
- Raffaele Sinibaldi
- Aldo Domenico Ficara
- Aldo Piombino
- Annarita Ruberto
Non potrei, però, congedarmi senza aver prima ringraziato l'Organizzazione di San Marino Scienza, che ha reso possibile questa grande e stupenda iniziativa, e quanti hanno supportato e pubblicizzato l'iniziativa.
Per finire, vorrei lasciare alcune considerazioni conclusive su questa edizione e sui blog scientifici e la comunicazione della Scienza.
La comunicazione in generale, e quella scientifica in particolare, ha cambiato ai nostri giorni i suoi paradigmi grazie all’avvento dell’Internet, del world wide web, e del web 2.0. Se, nella prima metà del XX secolo, la televisione rappresentava, infatti, la nuova frontiera comunicativa, a partire dalla seconda metà dello stesso secolo ad oggi, l'Internet ha rivoluzionato ulteriormente ed inesorabilmente il mondo dell’informazione e della comunicazione.
Tra i diversi strumenti dinamici del web 2.0, i blog rivestono un ruolo determinante, nonostante Facebook et similia, perché rendono la conoscenza a portata di clic. Così, la conoscenza scientifica, in particolare, può arrivare nelle case di tutti, non rimanendo esclusiva proprietà degli addetti ai lavori.
I blog scientifici, che fioriscono ogni giorno sempre più numerosi, stanno svolgendo una funzione di alfabetizzazione scientifica che, per secoli, è stata di fatto preclusa per vari motivi.
Nell’attuale stato dell’arte, i Carnevali scientifici si stanno conquistando un posto speciale, cercando di rendere la Scienza popolare presso la vasta utenza.
Infatti, un Carnevale scientifico rappresenta un evento, anzi un continuum di eventi a cadenza mensile, avente finalità divulgativa grazie al suo format particolare: un blogger propone un tema scientifico e invita altri blogger a partecipare alla kermesse con contributi inerenti al tema fissato oppure liberi, purché attinenti a contenuti scientifici; allestisce, quindi, un post carnevalesco sinottico e ipertestuale, da pubblicare in una data prefissata, in cui commenta i post partecipanti.
L’evento, diffuso in rete in una data prefissata e avente le caratteristiche citate, è un Carnevale scientifico. Perché tali eventi si stanno imponendo sempre più all’attenzione, su vasta scala? Da veterana dei Carnevali scientifici, posso provare ad esprimere un punto di vista: la Scienza, attraverso tali eventi, si avvicina a tutti indistintamente perché viene “raccontata” in maniera accessibile, grazie alla declinazione del tema prescelto, che viene operata dai blogger partecipanti.
Lo hanno ben compreso anche scienziati e ricercatori, che si aggregano volentieri con i loro articoli. Nell’Edizione unificata di oggi ne sono presenti diversi, come si può constatare.
Tra gli utenti appassionati dei Carnevali, ci sono anche molti giovani e giovanissimi studenti, che, spesso, si appassionano alla Scienza, leggendo le pagine da loro fruite liberamente in rete. La qualcosa è già di per sé un risultato eccellente perché i blog e i Carnevali scientifici stanno facendo capolino anche a Scuola.
Pensate che sulle pagine dei miei blog (gestisco anche un blog dedicato alla Matematica) mi capita di trovare non di rado commenti di studenti, indirizzati dai loro professori a leggere e commentare il tal articolo, come compito scolastico, oltre alle visite e ai commenti dei miei scolari.
L'Organizzazione di San Marino Scienza si è dimostrata indubbiamente lungimirante nell'aver voluto accogliere e dare spazio ai Carnevali scientifici, in occasione del IV Congresso dell’International Academy of Astronautics, consentendo il concretizzarsi, per la prima volta, di una grande Edizione unificata dei Carnevali nazionali della Fisica e della Chimica attorno al tema comune “Cercando tracce di vita nell’Universo”.
Ci auguriamo che ci sia un seguito e che tale iniziativa non debba rimanere isolata.
Oggi, possiamo registrare con enorme soddisfazione, un indubbio successo. I numeri parlano chiaramente: 45 blogger hanno aderito all’iniziativa congiunta e inviato un totale di 73 contributi.
La blogosfera scientifica italiana ha accolto con entusiasmo il tema comune dei due Carnevali scientifici. Un tema coinvolgente, che appare oggi più che mai attuale in virtù delle nuove e rilevanti scoperte astronomiche: l’esistenza di numerosi pianeti extrasolari, il ritrovamento di molecole organiche nello spazio interstellare, la presenza di precursori biologici nei meteoriti caduti sulla Terra in epoche passate.
Tali evidenze hanno conferito sia all’astrochimica che all’astrobiologia una riconosciuta dignità scientifica, che ha riaperto il dialogo tra la Comunità scientifica internazionale e i promulgatori del Progetto SETI, del quale il IV Simposio mondiale IAA rappresenta una significativa testimonianza.
E’ stata un’esperienza collaborativa onerosa, ma ricca ed entusiasmante, di cui ringrazio Roberto Flaibani e l’Associazione Culturale Chimicare.
Auguro buon lavoro, e il meritato successo, all’intera comunità scientifica convenuta a San Marino, e, in particolare, a Franco Rosso che avrà l’onore e l’onere di presentare i Carnevali scientifici, oggi pomeriggio, nell’ambito del Congresso.
Questo articolo può essere scaricato integralmente in formato pdf, cliccando qui.
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Fonti consultate per l'introduzione
http://en.wikipedia.org/wiki/Rare_Earth_hypothesis
http://en.wikipedia.org/wiki/Fermi_paradox
http://www.theatlantic.com/past/docs/issues/88aug/easterbr.htm
http://www.bbc.co.uk/news/science-environment-16068809
Dove non specificato, le immagini provengono dai post degli autori.
Rabbrividisco al pensiero dell'impegno necessario per mettere in fila tutto questo lavoro, Anna! Per non parlare dell'ottima introduzione al tema. Se poi uno pensa che l'editor di blogger non è che ti facilita il compito...Mi sbilancio a dire una delle edizioni meglio riuscite, forse la migliore.
RispondiEliminaGià, Pa. Io i brividi li ho avuti sino a poco prima di pubblicare perché Blogger si ingolfava per la lunghezza del post. Mi ha fatto davvero penare.
RispondiEliminaGrazie del feedback positivo:)
Come sempre hai preparato un bellissimo e ricco Carnevale della Fisica.
RispondiEliminaUn impegno straordinario con la scienza ed è molto bello.
paoapasc ha ragione che a vedere questo post fa venire i brividi ma il risultato è come sempre straordinario, in fondo quello che conta è questo.
Complimenti ai partecipanti e complimentoni a te come partecipante e come allestitrice di questo meraviglioso Carnevale della Fisica.
Bacione.
Faraonica adesione; magnifica organizzazione, Annarita.
RispondiEliminaPer non parlare dei tanti contributi interessanti e di spessore.
Veramente un'importantissima iniziativa, che non avresti potuto gestire meglio ;-)
Complimentoni a te e a tutti i colleghi bloggers!
Carissima Annarita, non posso non porgerti i miei complimenti anche direttamente sul tuo blog! Edizione straordinaria, superlativa, magnifica, fantastica!!! In una sola parola: Capolavoro!!!! Complimenti vivissimi a te e a tutti (i numerosi) partecipanti!!! :)
RispondiEliminaMi associo ai complimenti, un lavoro epico...
RispondiEliminaUna stupenda iniziativa su un tema non semplice da affrontare. Il 4° congresso IAA è sicuramente una occasione importante per riaprire il dialogo tra comunità scientifica e PROGETTO SETI come anche significativo è il fatto che i Carnevali scientifici siano stati invitati a partecipare.
RispondiEliminaCara Annarita, hai realizzato, come al solito, un capolavoro. Complimenti a tutti i blogger partecipanti. Ottima l'idea dell'ebook scaricabile, che consente di portarlo anche a scuola in formato cartaceo.
Ancora complimenti.
Arte
Cara Prof, sono letteralmente senza parole!
RispondiEliminaChe meraviglia! Ho scaricato il pdf e domani lo porto a scuola al mio professore di Fisica, che è un suo estimatore.
Un abbraccio.
Ilaria
WOW…
RispondiEliminache poi è l’espressione di meraviglia di Jerry Ehman, lui per il segnale radio appena captato da Big Ear, io per questa mastodontica edizione del carnevale. Intanto c’è da dire che la rotellina del mouse mi è andata in “fine corsa” e già questo vorrà dire qualcosa, ma aldilà della quantità, qui c’è qualità in quantità spropositata.
E pensare che appena saputo che l’argomento di questa edizione sarebbe stato “alieni e/o giù di lì”, ho cominciato a nutrire seri dubbi sulla coerenza divulgatrice/scientifica della blogsfera che seguo da tempo. Il tema si presta a facili superficialismi e tentativi di catturare l’attenzione dell’utente medio predisposto ad ascoltare teorie fantasiose ed a farsi catturare da sensazionalismi privi di fondamenti scientifici. Insomma, il timore era che il carnevale di trasformasse in una succursale di Mistero/Voyager con Giacobbo pronto a saltellare tra Rai e Mediaset pur di appiopparci fantasmagoriche rivelazioni.
E invece, ancora una volta, i blogger scientifici non mi hanno deluso, anzi, son venuti fuori articoli eccellenti sia a livello informativo (quantità di dati-informazioni) che divulgativo. Nessuno ha sbandierato certezze ed in molti hanno stimolato domande. Questo mi è sembrato l’approccio migliore verso un progetto (quello del SETI) che io vedo come una "porta aperta" da cui noi possiamo uscire e da cui qualcuno potrebbe entrare (se vuole). Tutto sta a decidere cosa vogliamo che esca e quanto siamo pronti a comprendere (ed eventualmente accettare) quello che dovesse (un giorno) entrare da quella porta.
Bene hanno fatto quelli del SETI a chiedere la partecipazione della blogsfera scientifica, il dialogo che ne può scaturire non può che far bene alla verità scientifica attuale ed a quella potenziale.
Per chiudere (bisogna chiudere prima o poi), condivido completamente le tue riflessioni finali, cara Annarita, riguardo al ruolo che i blogger scientifici hanno nella divulgazione scientifica e mi auguro che questo ruolo determinante venga sempre più considerato come merita.
Ora mi vado a leggere gli articoli che mi mancano; sarà una “faticata” che faccio con molto piacere ed interesse.
Complimenti a te ed a tutti i partecipanti
Un salutone.
Marco.
PS: ma te l’ho scritto che hai fatto un capolavoro di presentazione?
Un lavoro impressionante, complimenti!
RispondiEliminaCarissima Annarita, eccomi finalmente ritornato sul web, dopo una giornata intensissima, la prima del congresso IAA di San Marino, dove la presentazione degli esiti a dir poco superkativi di questo carnevale scientifico unificato si sono amalgamati con un discorso sul ruolo e sul "peso" degli stessi blog scientifici nella discussione al tempo stesso pacifica e qualificata intorno ad un evento scientifico.
RispondiEliminaQuando si era pensato di domandare il tuo supporto per il sostegno di questo carnevae unificato, almeno per la sua declinazione fisica, eravamo certo consapevoli delle tue capacità organizzative, ma il risultato che hai raggiunto ha saputo superare (ancora una volta) le più ottimistiche aspettative.
L'unico rammarico è stato non averti con noi al congresso...
Cara Annarita,
RispondiEliminadevo proprio riconoscere che è un capolavoro munumentale, una scorpacciata pantagruelica per tutti gli affamati di ricerca scientifica di questo campo e non solo, per il quale mi inchino di fronte a tanta bontà. Naturalmente farne parte non può che riempirmi di orgoglio, affiancato oltretutto da persone che stimo moltissimo e che vorrei tanto conoscere più da vicino.
I complimenti non saranno mai abbastanza, quindi taglio corto: Viva Annarita, i carnevali scientifici e tutti i suoi autori!
Gifh
Ci siamo impegnati veramente tutti al massimo per questa edizione, mi sembra, da Annarita per scrivere l'introduzione e assemblare il tutto a ognuno dei carnevalisti partecipanti!
RispondiEliminaSpero che gli esiti al congresso di San Marino siano stati altrettanto positivi!
Cara Annarita ottimo lavoro. Peccato non aver potuto partecipare al congresso. L'idea di poter scaricare il pdf e' un idea eccezionale. Secondo me tutto questo materiale potrebbe diventare un libro (saggio scientifico) sulla ricerca di vita extraterrestre.
RispondiEliminaCiao Felice
Rosaria, Chris, Leo, Orfeo, grazie dell'apprezzamento. Ne è valsa la pena, lavorare tanto:)
RispondiEliminaAnnarita
Rosaria, Chris, Leo, Orfeo, grazie dell'apprezzamento. Ne è valsa la pena, lavorare tanto:)
RispondiEliminaAnnarita
Arte, Ilaria, l'intento del pdf è stato proprio quello: la possibilità di portarlo a scuola o altrove si abbia interesse per la Scienza.
RispondiEliminaUn salutone ad entrambe.
Annarita
Cara Annarita, complimenti!!! Un lavoro eccezionale.Da accanita bibliofila devo ammettere: meglio di un libro! un abbraccio.
RispondiElimina@Marco: le tue perplessità iniziali sono comprensibili,l'importante è che ti sia ricreduto grazie ai contributi che hai letto.
RispondiEliminaMi auguro anch'io che l'azione divulgativa dei blog scientifici sia apprezzata sempre di più come merita.
Grazie anche a te dell'apprezzamento.
Un salutone.
Annarita
marco casolino, mi fa piacere che tu abbia apprezzato:)
RispondiEliminaFranco, dispiace anche a me di non aver potuto essere lì con voi.
RispondiEliminaSono altresì felice di sapere che l'esito della presentazione è stato dei migliori. Aspetto da parte tua informazioni più dettagliate.
Buona permanenza al Congresso.
Annarita
Grazie, Gifh, grazie. Gli autori sono stati stupendi e l'edizione unificata un successo.
RispondiEliminaBuona continuazione a San Marino.
Ciao, Gian. L'impegno è stato grande da parte di tutti e a San Marino è andata benissimo.
RispondiEliminaAnnarita
Caro Felice, grazie a te di aver partecipato.
RispondiEliminaMi dispiace molto di non essere presente al Congresso, ma gli impegni non me lo consentono.
Saggio scientifico? Ci si può pensare su;)
Ciao
Annarita
Olalà, cara Margherita.
RispondiEliminaMeglio di un libro! Magnifico:)
Ricambio l'abbraccio.
ciao prof sono Matilde, non avrei mai pensato che un carnevale potesse essere una cosa del genere, molto bello questo articolo, a domani.
RispondiEliminaCiao, Matilde. Un carnevale scientifico è infatti qualcosa di speciale.
RispondiEliminaBrava ad essere passata, piccola:).
A domani.
La tua prof.
Ciao, Matilde. Un carnevale scientifico è infatti qualcosa di speciale.
RispondiEliminaBrava ad essere passata, piccola:).
A domani.
La tua prof.
Un lavoro vertiginoso, davvero complmenti a te, Annarita, e a tutti i partecipanti. Un'esperienza unica per l'intelligenza sofisticata e le avventure psicologiche che manifestano tutti gli scritti.
RispondiEliminaMi sento di ringraziare però in particolare te, Annarita, per la materna pazienza e l'inesauribile sete di conoscenza. Grazie al tuo cuore e al tuo cervello.
Grazie a te, Carmelo, per la tua sensibilità:)
RispondiEliminacomplimenti Annarita,
RispondiEliminaun lavoro, nell'insieme, molto brillante ed efficace!
hei prof bello questo articolo sul carnevale della fisica
RispondiEliminainteressante prof,per me esistono sicuramente delle altre forme di vita,magari non come le rappresentiamo noi ma perchè dovremmo essere i soli ? a domani.
RispondiEliminaGrazie ai vostri contributi, joe!:)
RispondiEliminaEhi, Emanuele! Contenta che ti piaccia;)
RispondiEliminaLa tua prof.
Domanda condivisibie, Andrea! A domani.
RispondiEliminaLa tua prof.
Buona sera prof. non pensavo fosse cosi . LA ringrazio non solo per questo , ma anche perchè oggi ho ripassato scienze per domani , è veramente bello , l'idea che s puo ascoltare ... Grazie prof per il tempo che ci dedica ...
RispondiEliminaCaro Nicolò, sei da lodare per aver letto il lungo post del Carnevale.
RispondiEliminaA domani!
La tua prof.
Buona sera prof questo post è fantastico, è non per dire le stesse cose di nicolo ma volevo rigraziarla anchi per il tempo che ci dedica seguendoci anche fuori da scuola complimenti anche da parte dei miei genitore che hanno letto qualche articolo di questo post BUONA SERATA A DOMANI
RispondiEliminaCara Valeria, brava ad aver letto anche tu. Ringrazia da parte mia i tuoi genitori per aver letto ed apprezzato il post.
RispondiEliminaA domani.
La tua prof:)
molto bello de interessante il carnevale della fisica.
RispondiEliminaa domani prof.
bravissima come sempre Anna!
RispondiEliminaGrazie, Mati.
RispondiEliminaGrazie anche a te, Grazia:)
RispondiEliminaMolto bello ed interessante il carnevale della fisica ha fatto davvero un buon lavoro come sempre del resto!!:)
RispondiEliminaA lunedi prof:)
BUON WEEKEND!!
Ciao, Sara! Ti ringrazio degli apprezzamenti.
RispondiEliminaBuona fine di settimana anche a te.
La tua prof.
è tutto molto interessante soprattutto il tema "cercando tracce di vita nell' universo" mi è piaciuto molto grazie prof. Tampi
RispondiEliminaEh, sì, tampi. Il tema è veramente intrigante. Si vede anche dal numero dei contributi.
RispondiEliminaA domani:)