Vi propongo di seguito un brano del libro "Il gran sole di Hiroshima" di Karl Bruckner, in cui viene narrata la storia di Sadako, una bambina giapponese sopravvissuta all'esplosione nucleare di Hiroshima.
Agosto 1945, Sadako ha 4 anni quando vede nel cielo di Hiroshima un bagliore così grande da sembrare un nuovo sole. Per la prima volta in un conflitto viene sganciata una bomba atomica sopra una città. Sadako e suo fratello Scigheo sopravvivono all'esplosione, ma porteranno addosso gli effetti malefici delle radiazioni.
Il brano del libro:
"...Alla bomba era attaccato un paracadute che, per mezzo di un apparecchio appositamente studiato, si aprì come previsto.
La bomba oscillò, sempre scendendo verso terra, appesa al paracadute.
Le lancette dell’orologio segnarono le otto, quattordici minuti e cinquanta secondi.
La bomba si trovava a 600 metri dal suolo.
Alle otto e quindici minuti era scesa di altri cento metri, quando altri apparecchi inventati dagli scienziati fecero scattare l’accensione all’interno della bomba: dei neutroni provocarono la disintegrazione di alcuni atomi di un metallo pesante, l’uranio 235. E questa disintegrazione si ripeté in una reazione a catena di sbalorditiva velocità.
In un milionesimo di secondo, un nuovo sole si accese nel cielo, in un bagliore bianco, abbagliante.
Fu cento volte più incandescente del sole nel firmamento.
E questa palla di fuoco irradiò milioni di gradi di calore contro la città di Hiroshima.
In questo secondo, 86.000 persone arsero vive.
In questo secondo, 72.000 persone subirono gravi ferite.
In questo secondo, 6.820 case furono sbriciolate e scagliate in aria dal risucchio di un vuoto d’aria, per chilometri d’altezza nel cielo, sotto forma di una colossale nube di polvere.
In questo secondo, crollarono 3.750 edifici, le cui macerie di incendiarono. In questo solo secondo, raggi mortali di neutroni e raggi gamma, bombardarono il luogo dell’esplosione per un raggio di un chilometro e mezzo.
In questo secondo, l’uomo che Dio aveva creato a propria immagine e somiglianza, aveva compiuto, con l’aiuto della scienza, il primo tentativo per annientare se stesso.
Il tentativo era riuscito..."
Di seguito il Hiroshima Peace Memorial Museum Website.
Una vittima di Hiroshima in una foto del New Yorker del 31 agosto 1946 |
A questo link, potete consultare un significativo articolo dal titolo "Gli intellettuali e le armi atomiche", in cui viene citato il carteggio tra Freud ed Einstein e riportato integralmente "Il Manifesto Russel - Einstein"
Su Rai Edu, potete guardare un ottimo filmato per la rubrica "La storia siamo noi".
Un'altra pagina nera dell'umanità.
RispondiEliminaGrazie Annarita per aver ricordato.
Un abbraccio.
Come non ricordare un evento che testimonia una così efferata follia umana?
RispondiEliminaCommovente. Toccante. Grazie, Annarita.
RispondiEliminaGrazie a te, cara Sabrina:)
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