"Trasmutazioni", un viaggio dall'Alchimia alla Chimica in compagnia di due donne non comuni, Maria L'Ebrea e Marguerite Perey", è una intrigante presentazione realizzata da Margherita Spanedda, che pubblico per gentile concessione dell'autrice.
La presentazione ha partecipato al Carnevale della Chimica 17, ospitato da Leonardo Petrillo sul blog "Scienza e Musica". Reputo il lavoro di Margherita un'utile risorsa educativa per piccoli e grandi, che ha il pregio di una facile e scorrevole lettura.
Ma chi sono Maria l'ebrea e Marguerite Perey? La prima figura è avvolta nel mistero e nella leggenda, la seconda è una chimica del Novecento.
Maria visse, come sembra, nel I sec. ad Alessandria d'Egitto, all'epoca il centro culturale dell'Impero Romano. Sulla sua vita non esistono precise indicazioni biografiche e, probabilmente, la sua identità si è sovrapposta, nel tempo, a quella di altre donne alchimiste, ma non vi sono dubbi circa la sua esistenza poiché è citata in molti trattati. Sono stati tramandati, inoltre, alcuni frammenti delle sue dissertazioni, tra cui un testo dal titolo Maria Practica.
Fu indubbiamente la più importante alchimista dell'antichità e tracciò le linee principali dell'alchimia occidentale, da cui si è in seguito sviluppata la chimica moderna.E proprio della Chimica moderna è una degna rappresentante Marguerite Perey, nota, soprattutto, per aver scoperto, nel 1939, l'elemento chimico francio. Lavorò all'Istituto Curie, dove divenne preparatrice particolare del team di ricercatori diretto da Marie Curie.
Ma bando alle ciancie ed immergiamoci nelle..."trasmutazioni".
grazie per avermi ospitato in questo bellissimo blog!
RispondiEliminaPenso che sia importante ricercare delle modalità ( anche un po' bizzarre) per incuriosire gli studenti. La curiosità è un po' offuscata nel biennio e invece credo sia un potente incentivo alla conoscenza e all'approfondimento e che debba quindi essere stimolata.
I miei sono esperimenti.Funzioneranno?
Avevo adocchiato il lavoro di Margherita durante il carnevale, ma sai, con la marea di risorse da leggere poi mi è sfuggito. Ti ringrazio per averlo riproposto qui da te perché in mezzo a tanti link me lo sarei perso e sarebbe stato un vero peccato.
RispondiElimina@ Margherita
Intanto se si sperimenta vuol dire che c'è la volontà di provare nuovi approcci e già questo è ammirevole. Hai messo insieme bizzarrie (come le chiami tu), curiosità ed anche un po' di sana ironia. A me è piaciuto e credo che i tuoi "esperimenti" potrebbero funzionare perché mi sono divertito (aspetto da non trascurare), ho appreso ed ho anche trovato qualche spunto di riflessione. Il dialogo di confronto che hai messo in piedi tra le due protagoniste aiuta ad inquadrare anche storicamente quelle che sono state le evoluzioni di pensiero e quindi anche della scienza.
Per me potrebbero funzionare.
Un saluto
Marco
Margherita, mi scuso per la risposta un po' tardiva, ma sono certa che mi capirai, dato che sei insegnante.
RispondiEliminaCondivido in pieno il pensiero di Marco, che fornisce un efficace feed-back alla tua domanda, in qualità di ottimo studente liceale 16enne.
Ancora un ringraziamento.
Annarita
Grazie Marco,
RispondiEliminale tue parole mi incoraggiano a continuare i miei esperimenti.Il mio scopo è quello di lasciare una piccola scia chimica(benefica)in studenti che mi vedranno solo per un anno.Mi dispiacerebbe molto lasciarli senza neppure un ricordo di una materia, che io amo molto e che ha segnato positivamente la mia vita.