mercoledì 8 febbraio 2012

Ber E Noullì: Fisica E Cartoni Animati

Fisica e cartoni animati  nel filmato Ber E Noullì. Vediamo di cosa si tratta!

In occasione del festival "Bergamoscienza 2011" la classe VL (liceo socio- psico- pedagogico) dell'Istituto Romero di Albino ha strutturato semplici e accattivanti esperimenti aventi l'aria come denominatore comune.

Alcuni exhibit, impostati seguendo la linea pedagogica dell'apprendere giocando, sono poi stati presentati alle classi della scuola primaria e secondaria di primo grado attraverso un laboratorio intitolato "Romero in aria" che ha visto le allieve impegnate nel ruolo di guida scientifica.

Gli exhibit sono stati filmati e i video caricati sul canale youtube del progetto. Per dare un seguito al lavoro fatto, abbiamo pensato di creare un "percorso" che raccogliesse tutti gli esperimenti (circa 20), rivolto ai bimbi delle scuole elementari e medie. Ed ecco che è nata l'idea di collegare i filmati delle esperienze con un cartone animato e una narrazione.
Una storia inventata che ha per protagonisti due palloncini Ber e Noullì ai quali accadono cose strane ma reali: barchette di allumino che volano sospese nell'aria, carrelli che si muovono senza attrito, schiuma da barba che si gonfia senza motivo, castelli di vetro senza aria, palloncini che aumentano il proprio volume senza essere gonfiati, palloncini gonfiati con strani gas che volano o cadono come sassi, liquidi colorati che salgono invece che scendere... E, come in tutte le storie che si rispettino, ci sono anche i cattivi: Esafluoruro di Zolfo Bill e John Helio che vogliono carpire il segreto del castello di vetro "ariolandia". 

Il cartone animato procede e in momenti precisi della storia viene arricchito dai filmati delle esperienze di laboratorio. La narrazione dei protagonisti passa dal cartone animato ai video degli esperimenti. L'obiettivo del lavoro non è quello di spiegare la fisica dell'aria ai bambini, ma semplicemente incuriosirli, sorprenderli, divertirli.

Il video.



Aggiornamento del 10/02/2012

Aggiorno il post con il commento di Giancarlo Cavagna, l'insegnante che ha coordinato i ragazzi della classe VL (liceo socio- psico- pedagogico) dell'Istituto Romero di Albino.

Scrive Giancarlo:
E' bello vedere che il nostro "piccolo" cartone sta "crescendo", navigando per la rete grazie ad autorevoli blog come questo. Grazie di cuore Annarita per averlo postato.
Grazie a tutti per i lusinghieri commenti. Una importante gratificazione per gli studenti che hanno lavorato molto e bene e un incoraggiamento a me.
E' come prendersi un'amichevole pacca sulla spalla nella stessa direzione in cui ti stai muovendo. Proprio come le particelle in un acceleratore, spinte dal campo elettromagnetico sincronizzato.

Oltre all'obiettivo che i commentatori hanno evidenziato, è importante rimarcare anche quello "interno", di ricaduta didattica/formativa rispetto agli studenti autori del lavoro. Su questo argomento, vorrei condividere alcune riflessioni pensate per la nostra partecipazione a Bergamoscienza.

Cosa c’entra un liceo socio psico pedagogico (ora liceo delle scienze umane) con Bergamoscienza? Cosa c’entrano studenti non proprio “vocati” per le scienze con un festival della scienza? Secondo me molto! Cercherò di giustificarlo evidenziando alcuni aspetti:

1. gli studenti affrontano le materie umanistiche: filosofia, pedagogia, psicologia, con interesse e snobbano, e a volte “odiano”, quelle scientifiche ritenendole un ostacolo al loro percorso formativo. A cosa serve studiare la matematica? La fisica? Le scienze in genere?

2. è opinione diffusa tra gli studenti che le materie “scientifiche” sono noiose e quelle “umanistiche” no! Vuoi mettere la filosofia con la matematica?

3. Buona parte dei nostri allievi, una volta diplomati, si occuperanno in qualche misura di formazione: chi nella scuola dell’infanzia, chi in quella primaria e secondaria; alcuni come educatori in ambito sociale e via discorrendo.

4. Che le competenze tipiche del corso di studi non vengono quasi mai messe alla prova in contesti “veri”, non simulati, se non durante lo stage, unica esperienza in cinque anni.

Questi aspetti andrebbero avvertiti come problematiche sociali. Mi piace pensare che i laboratori attivati per Bergamoscienza siano una risposta, piccola, infinitesima, alle questioni sollevate. Speriamo che, aver fatto lezioni di fisica attive, con una forte componente laboratoriale; aver coinvolto gli allievi nell’organizzazione dei laboratori poi proposti al pubblico; aver appassionato e perché no divertito con temi scientifici; aver chiesto agli allievi di fare da guida a un gruppo di bambini per 90 minuti; siano una risposta concreta ai problemi elencati sopra. Che tutto ciò possa servire a combattere quel "rifiuto a priori" che gli studenti "umanistici" hanno rispetto allo studio delle scienze in genere. E la speranza che tutto ciò si ripercuota positivamente sulle generazioni future. Un augurio, che nelle scuole ad indirizzo umanistico, sia sempre presente il motto: appassionati a Cant ma non rifiutare Cantor.

Un saluto a tutti.
Cavagna Giancarlo 

8 commenti:

  1. Che bella iniziativa!È un ottimo modo per apprendere le basi della fisica dell'aria,ed è un modo per iniziare ad incuriosire e sorprendere anche i bambini più piccoli che potrebbero iniziare ad amare questa splendida e complessa materia.Grazie per il post!
    Saluti

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  2. Carinissimo!
    Il cartone animato , la storia ed i video degli esperimenti... un mix eccellente per incuriosire, sbalordire e spiegare le caratteristiche fisiche dell'aria che c'è, non si vede (per chi non sa guardare) ma c'è. Quello della presenza e delle caratteristiche dell'aria credo che sia una delle prime cose che da piccoli (ma non solo) ci spingono a fare domande. Davvero un lavoro ben fatto. Complimenti ai ragazzi e grazie a te per la condivisione.
    Un salutone
    Marco

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  3. Sono d'accordo!
    Soprattutto per gli alunni delle elementari può essere una proposta interessante. Una lezione di scienze può essere noiosa per un bambino che non ama questa materia, ma attraverso un'animazione diventa tutto più divertente...
    Sono curiosa anch'io di vedere gli altri cartoni!

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  4. @Eleonora, @Marco,@Martina: ragazzi sono ovviamente d'accordo con le vostre riflessioni. Il motivo per cui ho postato il video si ritrova proprio in ciò che avetre esplicitato.

    @Marco: penso tu abbia problemi con la posta elettronica perché io ho ricevuto ciò che mi hai inviato, ma evidentemente tu non hai ricevuto le mie risposte.

    Un salutone a tutti:)

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  5. E' bello vedere che il nostro "piccolo" cartone sta "crescendo", navigando per la rete grazie ad autorevoli blog come questo. Grazie di cuore Annarita per averlo postato.
    Grazie a tutti per i lusinghieri commenti. Una importante gratificazione per gli studenti che hanno lavorato molto e bene e un incoraggiamento a me.
    E' come prendersi un'amichevole pacca sulla spalla nella stessa direzione in cui ti stai muovendo. Proprio come le particelle in un acceleratore, spinte dal campo elettromagnetico sincronizzato.

    Oltre all'obiettivo che i commentatori hanno evidenziato, è importante rimarcare anche quello "interno", di ricaduta didattica/formativa rispetto agli studenti autori del lavoro. Su questo argomento, vorrei condividere alcune riflessioni pensate per la nostra partecipazione a Bergamoscienza.

    Cosa c’entra un liceo socio psico pedagogico (ora liceo delle scienze umane) con Bergamoscienza? Cosa c’entrano studenti non proprio “vocati” per le scienze con un festival della scienza? Secondo me molto! Cercherò di giustificarlo evidenziando alcuni aspetti:

    1. gli studenti affrontano le materie umanistiche: filosofia, pedagogia, psicologia, con interesse e snobbano, e a volte “odiano”, quelle scientifiche ritenendole un ostacolo al loro percorso formativo. A cosa serve studiare la matematica? La fisica? Le scienze in genere?

    2. è opinione diffusa tra gli studenti che le materie “scientifiche” sono noiose e quelle “umanistiche” no! Vuoi mettere la filosofia con la matematica?

    3. Buona parte dei nostri allievi, una volta diplomati, si occuperanno in qualche misura di formazione: chi nella scuola dell’infanzia, chi in quella primaria e secondaria; alcuni come educatori in ambito sociale e via discorrendo.

    4. Che le competenze tipiche del corso di studi non vengono quasi mai messe alla prova in contesti “veri”, non simulati, se non durante lo stage, unica esperienza in cinque anni.

    Questi aspetti andrebbero avvertiti come problematiche sociali. Mi piace pensare che i laboratori attivati per Bergamoscienza siano una risposta, piccola, infinitesima, alle questioni sollevate. Speriamo che, aver fatto lezioni di fisica attive, con una forte componente laboratoriale; aver coinvolto gli allievi nell’organizzazione dei laboratori poi proposti al pubblico; aver appassionato e perché no divertito con temi scientifici; aver chiesto agli allievi di fare da guida a un gruppo di bambini per 90 minuti; siano una risposta concreta ai problemi elencati sopra. Che tutto ciò possa servire a combattere quel "rifiuto a priori" che gli studenti "umanistici" hanno rispetto allo studio delle scienze in genere. E la speranza che tutto ciò si ripercuota positivamente sulle generazioni future. Un augurio, che nelle scuole ad indirizzo umanistico, sia sempre presente il motto: appassionati a Cant ma non rifiutare Cantor.

    Un saluto a tutti.
    Cavagna Giancarlo

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  6. Benvenuto Giancarlo! Il filmato merita molto e per tale motivo è stato segnalato.

    I commentatori del post sono studenti di scuola media e superiore, e come tali hanno colto l'obiettivo esterno del video.

    Noi che siamo insegnanti dobbiamo rimarcare anche l'importanza dell'obiettivo interno, ovvero la ricaduta formativo/didattica per quanto riguarda gli studenti autori dell'esperienza filmata.

    Concordo in pieno con i quattro punti da te esplicitati nel tuo commento, che ho ritenuto significativo al punto da integrarlo nel post come aggiornamento.

    Grazie della visita e dell'apporto alla discussione.

    Un salutone
    Annarita

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  7. bravi....condivido pienamente il pensiero dell'insegnante.

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  8. Benvenuta, Manu! Il pensiero dell'insegnante non può non essere condiviso!

    Un saluto!
    Annarita

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