Circa due anni fa, l'Ordine dei Ministri degli Infermi Camilliani, con il coordinamento scientifico dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, il sostegno della Caritas Italiana e la collaborazione dei pediatri abruzzesi, promuoveva un'indagine scientifica circa gli effetti del terremoto sulla psiche di bambini e adolescenti.
Il 4 aprile, un comunicato stampa ha reso noti i risultati del primo studio mondiale, condotto dagli esperti del Bambino Gesù sui piccoli abruzzesi per analizzare con evidenza scientifica quali cicatrici portino dentro di sé i piccoli esposti a catastrofi naturali come, ad esempio, il violento terremoto de L’Aquila del 6 aprile 2009.
A distanza di ben 24 mesi dal terribile sisma che ha distrutto L’Aquila e i paesi limitrofi, un bambino su quindici rivive ancora lo stesso attimo drammatico, prova paura intensa, senso di impotenza e orrore: tutti disturbi che vanno sotto il nome di Sindrome Postraumatica da Stress.
Sono circa 2.000 i bambini abruzzesi cui sono stati somministrati i questionari dai pediatri del luogo, che hanno aderito volontariamente alla ricerca: 500 di età compresa tra i 3 e i 5 anni e oltre 1.500 i tra i 6 e i 14 anni.
È proprio nella fascia d’età 6-14 anni che si differenzia la risposta al trauma a seconda della maggiore o minore prossimità del bambino all’epicentro del sisma e che si fa consistente il dato legato alla Sindrome Postraumatica da Stress: ad esserne colpito è ben il 7,1% dei ragazzi, ovvero più di 100 su 1.500.
E' chiaramente una condizione complessa e delicata che rende difficile la vita a questi piccoli pazienti.
Si rende pertanto necessario, secondo il parere di medici ed esperti, osservare gli eventuali sintomi di sofferenza, connessi alla citata Sindrome, per poter intervenire precocemente ed evitare che possano instaurarsi malattie psichiatriche, nel corso degli anni successivi.
La ricerca ha attivato percorsi di formazione rivolti a pediatri e insegnanti e finalizzati al riconoscimento e alla gestione (ad esempio attraverso interventi di educazione alla pro-socialità) della Sindrome Postraumatica da Stress.
Il modello è replicabile presso le popolazioni colpite dal sisma, ad ogni latitudine.
Per saperne di più, andare alla fonte della notizia.
Il terremoto lascia a tutti una paura dentro
RispondiEliminache neppure con il tempo passa, immagino nei bambini.
Il terremoto che colpì l'Irpinia nell' 80 e anche anche se a
Casera non ci furono grossi danni ma per anni
al primo movimento di vetri il mio cuore saltava impaurito.
Una signora nel mio condominio era in'attesa,
dopo pochi giorni dal terremoto
diede alla luce un maschietto
secondo me la paura della madre
dovette subirla anche il bambino.
Questo bambino dopo la nascita
non faceva che strillare notte
e giorno un pianto continuo non dormiva mai.
Noi del palazzo con i suoi genitori pensammo che
il piccolo aveva in un certo qual modo anche lui subito
attraverso la madre la paura del terremoto.
Dopo un anno buono il bambino si calmò
Chi sà se pensammo bene?
Ciao bacione
Altri due fattori sono importanti, secondo uno studio del BJP (British Journal of Psychiatry) in riferimento al terremoto dell'Armenia del 1988: vicinanza all'epicentro e sesso. Chi è più vicino e le femmine, hanno maggiori conseguenze dal punto della post-traumatic stress reaction.
RispondiEliminaAnche uno studio cinese dopo il terremoto in Cina del 2008 conferma che la vicinanza all'epicentro e il sesso femminile sono fattori che aumentano la possibilità di disturbi psicologici legati al terremoto.
Uno studio israeliano, in previsione dell'Operazione Cast Lead nella Striscia di Gaza nel 2008-2009 ha dimostrato che in quelle classi in cui fu fatta prevenzione psicologica da parte degli insegnanti (spiegando cosa sarebbe successo) tre mesi prima dell'operazione, i bambini presentavano più lievi sintomi di post-traumatic stress reaction.
Paopasc
Cara Rosaria, a mio avviso le vostre paure non erano infondate.
RispondiEliminaIl bambino potrebbe aver risentito del tragico evento. Non è sicuro al 100%, ma non si può escludere.
Grazie per la tua testimonianza.
Un bacione.