A life On Facebook è uno short movie, realizzato in time-lapse dal regista francese Maxime Luère, dopo una relazione amorosa fallita. Il film, uscito a novembre del 2010, è stato rimosso da Youtube per la violazione del copyright della canzone dei Rolling Stones “Paint it, Black”, utilizzata come colonna sonora. (Qui una copia superstite del video originale, con la canzone dei Rolling Stones)
Il video, ritornato in circolazione dopo che è stata inserita una nuova sound-track, è oggi pubblicato su New Scientist TV, in un articolo di Catherine de Lange.
Il film racconta la vita di un certo Alex Droner attraverso lo scrolling della sua pagina di Facebook: dalla creazione dell'account, all'innamoramento, al tradimento, alla rottura della relazione e, infine, alla riconquistata stabilità di un nuovo equilibrio esistenziale.
Con una stima di 400 milioni di utenti di Facebook, è questo uno scenario noto a molti. Ma, anche se il film potrà far sorridere, tocca inevitabilmente alcune questioni delicate e importanti, in primis l'esrema facilità con cui si possono condividere informazioni personali con centinaia e centinaia di persone online.
La reporter di New Scientist si chiede se è davvero una buona idea pubblicare dati personali, considerando quanto sia difficile cancellarli una volta online. Nel 2009, ci fu una violenta reazione dei media verso Facebook, quando il sito cambiò i suoi termini e condizioni, rivendicando il diritto di vendere i dati degli utenti a terze parti. La decisione rientrò per fortuna, ma il problema della privacy è comunque attuale...
Indubbiamente, un network come Facebook sta fornendo una mole di dati ai ricercatori che studiano il comportamento umano, consentendo loro di condurre esperimenti su larga scala, la qual cosa non sarebbe stata possibile prima.
E la ricerca mette in luce che avere una grande cerchia di "amici", seppur virtuali, può rendere le persone più felici. I profili di Facebook tendono anche ad essere accurate rappresentazioni dell'IO, contrariamente alla credenza comune. Infatti, cosa c'è di più semplice del partecipare alle reti sociali?
Sarà! Non metto in discussione i risultati della ricerca, ma mi rimangono dubbi e perplessità.
Voi cosa ne pensate?
Il video A life On Facebook (dopo pochi secondi di pubblicità).
Posseggo un profilo fb, lo uso per condividere i miei post e le notizie importanti che avvengono nella mia zona. Quelo che ti posso dire è che non mi piace come lo usano i ragazzi...loro che sono i più vulnerabili condividnoo molte notizie personali, fotografie ecc. Non mi piace la funzione mi "piace" riduce la capacità di esprimere un'opinione, sono pochi che compongono anche un semplice "pensierino", molto più facile usare frasi fatte da altri...che tristezza!!! Concedo l'amicizia solo a persone conosciute, chi non conosco personalmente sono blogger. Credo che la ricerca possa offrire spunti di riflessione. Molti iscritti a fb sono bambini e i genitori non controllona nulla...un problema serio questo che condanna chi mette a disposizione uno strumento come questo senza controllo. I dati personali divulgati possono essere gestiti ma lo devi impostare...molti di loro non lo fanno e quindi...
RispondiEliminaPotrei scrivere altro ma qui mi fermo...dai Annarita, iscriviti anche tu...magari con un nome di fantasia, tanto è concesso anche questo!!!
Un caro saluto, Roberta
Cara Annarita, pare che una volta ti dissi
RispondiEliminache facebook non mi piace mi da l'iea di un grande
mercatone.
Certo, che oramai va alla grande e credo che
nessuno possa più fermarlo.
Personalmente lo rifiuto che tante funzioni
non le conosco ma vedo che i giovani lo usano tantissimo.
Non ti so dire.
Il virtuale è una realtà che la viviamo tutti
e pare che affascina tutti anche a me
Non mi escludo ma amo il blog, è diverso questo spazio
sempre secondo me.
Sui dati personali e tutte le altre cose...
pare che anche questo è superato.
Nessuno più teme il virtuale
tutti hanno voglia di gridare chi sono
con foto e scritti.
Cosa ne penso io?
Sembra tutto cosi normale questo virtuale
che ognuno non si pone più domande.
Invece dovremmo porcele.
Grazie come sempre ci inviti a pensare.
Un bacione ciao.
Il tema è attuale e di fondamentale importanza, soprattutto per l'enorme importanza che ha Facebook e in generale tutti i social network o i siti che chiedono le tue generalità.
RispondiEliminaLa vendita dei tuoi comportamenti online penso faccia parte della strategia aziendale, al di là dei banner pubblicitari. Le grandi aziende vogliono sapere cosa ci piace, le nostre preferenze in ogni settore, i gusti. Del resto, non siamo immuni nemmeno quando sottoscriviamo una tessera in un supermercato o quando le videocamere di sorveglianza di quello stesso supermercato osservano i nostri movimenti.
Devo dire che non mi piace, la vivo come un'intrusione, soprattutto se non è messa ben in chiaro ma avviene subdolamente. Del resto, occorre anche notare che molti servizi online sono gratuiti,e i benefattori a questo mondo sono pochi.
La maggior parte delle valutazioni e delle convinzioni che abbiamo sui fatti della nostra vita penso che non siano frutto di una nostra libera scelta ma di una sorta di oscillazione dei nostri giudizi che seguono sentieri già tracciati. Le nostre preferenze, in buona parte, non sono nostre. La nostra personalità si forma a partire dal senso di appartenenza. L'appartenenza, nel nostro mondo, non appartiene a un unico gruppo ma è suddivisa: ambientalisti, consumisti, qualunquisti, interventisti e così via. Accade un evento e noi dobbiamo appartenere a un gruppo, anche se con la sensazione di decidere da soli.
Paopasc
Io ho un mio profilo, credo come la stragrande maggioranza dei ragazzi.
RispondiEliminaBisogna capire bene cosa farne di un profilo su FB.
Un social che è nato mettendo a confronto due foto di due ragazze dando la possibilità di votare una delle due, poi altre due e così a ruota fino a che non ci si stancava di votare, come può essersi evoluto? Solo nella stessa identica direzione, ammazzare il tempo. Io, per quel po' che lo uso, questo faccio, mi relaziono con qualche amico e con lui si fa a gara a chi le spara più grosse, senza neanche sforzarsi di scrivere una riga, solo tagliando, incollando e cliccando sul "mi piace". Va da se che dopo 10 minuti scappo per intervenuta crisi isterica.
Sull'utilizzo che ne fanno in molti ci sarebbe molto da dire ed ancor di più da condannare. Il Web con il suo mondo virtuale è bello divertente ed anche utile; bisogna capire dove ti trovi, in quale contesto virtuale stai "vivendo"; anche nel mondo virtuale si fanno scelte e anche li vanno ben ponderate.
Premetto che io sono contrario ad ogni forma di proibizionismo (fatta eccezione ai piccolissimi)
Non è impedendo di utilizzare qualcosa che ci difende da essa, ma, al contrario, il conoscerla e quindi saperla governare e/o usare.
E allora, visto che contro il caro Marck non si riesce ad andare, visto che quando conosci qualcuno, o anche il semplice compagno di scuola, questo ti dice: "ci facebookkiamo?", perchè rischiare di rimanere isolati?
Queste le mie regole:
Dati personali, solo il nome (necessario per alcuni contatti), gli altri più di fantasia possibile.
Non esprimere giudizi ed opinioni su nessuno, non parlare di se stessi o di amici e conoscenti, non raccontare cosa si è fatto o cosa si fa, mai dare indirizzi o numeri di telefono, possibilmente niente foto personali e mai postare foto di amici senza aver chiesto l'autorizzazione, non parlare della scuola che si frequenta, limitarsi a segnalare ed incollare, ma non per più di 10 minuti.
Un salutone
Marco
Cara Annarita!
RispondiEliminaSono veramente contenta che tu abbia pubblicato questo video che ho trovato carino, struggente, mi ha fatto sorridere ma....mi permette di condividere con te e con i tuoi lettori ciò che sto cercando di far passare anche tra i miei alunni, i lori genitori, i miei colleghi.
sappiamo, ed è un'evidenza, che i nostri alunni, appena possibile, si precipitanto sui socialnetwork e FB ne è sicuramente il principe...ed iniziano a lasciare ogni traccia della propria vita, senza porsi problemi di sorta.
Ma chiediamoci come mai...Io asserisco che la colpa è innanzitutto della scuola che non sviluppa adeguatamente la competenza digitale, (proprio quella che appare tra le competenze chiave auspicate dalla Comunità Europea), competenza pluridimensionale che racchiude aspetti tecnologici, metacognitivi, relazionali ed etici...sì etici!
Se non impariamo l'etica della relazione on-line non potremmo mai comprendere la necessità della protezione dei propri dati, della propria immagine, della propria intimità....
E come fare per imparare tutto ciò? Naturalmente praticando queste attività sotto la guida di un adulto consapevole.
L'uso di ambienti virtuali per l'apprendimento mette gli alunni nella condizione di scontrarsi ogni giorno con queste problematiche e li costringe a cercare, insieme all'insegnante, soluzioni adatte.
I mie alunni, che come sai, si relazionano in un ambiente virtuale, un ristretto socialnetwork, hanno imparato a non usare fotografie inadeguate, addirittura ora inseriscono solo immagini in cui loro non sono presenti e, quando io li fotografo, mi danno indicazioni di cosa riprendere...il prodotto e non gli autori.
Anche per quel che riguarda il linguaggio vi è stata una bella evoluzione... ora cercano di controllarlo per essere corretti, perchè gli altri li leggono...
Mi sembra un ottimo risultato, ne ho parlato con genitori e colleghi, sulla via di una partecipazione consapevole e responsabile anche verso se stessi!.
Ti cheido scusa per il mio slancio, ma ho trovato finalmente un argomento adatto per parlarne...
Un abbraccio
france
Roberta, rosaria, Paolo, Marco, France, ho apprezzato moltissimo i vostri commenti che esprimono punti di vista condivisibili perché realistici.
RispondiEliminaGrazie.
Un salutone.
annarita