Current Biology (Volume 20, Issue 24, 2234-2240, DOI 10.1016/j.cub.2010.11.040) ha pubblicato il 2 dicembre scorso lo studio "Parallel reinforcement pathways for conditioned food aversions in the honeybee", svolto dagli scienziati dell'Honeybee Lab,
presso l'Università di Newcastle, con la partecipazione di ricercatori provenienti anche dalla Francia.
La ricerca (consultare il report) ha mostrato che le api, se si nutrono in modo accidentale di nettare che induce in loro uno stato di malessere, evitano successivamente i fiori tossici.
In apicoltura, era risaputo da tempo che le api domestiche possono essere sensibili ad alcune tossine naturali delle piante. Con la citata ricerca, gli scienziati hanno mostrato per la prima volta che la serotonina riveste un ruolo importante nel modo in cui le api domestiche imparano a evitare il nettare tossico.
La dott.ssa Jeri Wright, direttrice dell'Honeybee Lab, ha spiegato che comprendere come le api apprendono a individuare queste tossine potrebbe essere di aiuto nell'allevamento di piante che non le producono e di conseguenza a proteggere le api.
E' noto da tempo che le colonie di api presentano una vulnerabilità alle malattie a causa dell'affollamento del loro ambiente di vita, che consente una rapida propagazione delle infezioni.
Pericoli di tal genere sono, purtroppo, aumentati considerevolmente negli ultimi anni.
Ad esempio, i minuscoli insetti che assumono il loro nutrimento dai liquidi corporei delle api, all'interno dell'alveare, stanno diventando progressivamente resistenti agli agenti chimici utilizzati per combatterli.
Durante l'impollinazione poi, le api corrono ulteriori pericoli, venendo a contatto con insetticidi, fungicidi ed erbicidi, usati comunemente in agricoltura. Le sostanze citate, secondo il parere degli scienziati, contribuiscono a minare l'equilibrio delle comunità di api domestiche, e a favorire il loro declino generale.
"Evitare le tossine nel cibo è altrettanto importante che procurarsi il cibo," spiega la dott.ssa Wright. "Quello che abbiamo mostrato è che - come gli umani - le api non solo sono in grado di riconoscere le tossine dal sapore ma sono anche capaci di evitare i fiori il cui nettare le ha fatte stare male dopo averlo mangiato."
Dagli studi condotti nell'ambito dell'Etologia, era risaputo che le api sono dotate di straordinarie capacità nell'apprendere ad associare le caratteristiche dei fiori, come il colore e l'odore, a premi in cibo. La ricerca svolta all'Honeybee Lab ha rivelato che questi preziosi imenotteri imparano a evitare il "nettare tossico" attraverso il sapore oppure dopo che la tossina del nettare è stata ingerita.
Quest'ultima capacità, che era precedentemente ritenuta una caratteristica esclusiva dei vertebrati superiori, apre nuovi scenari nell'ambito dell'indagine relativa all'apprendimento. Poiché si stima, infatti, che il cervello delle api domestiche contenga meno di 1 milione di neuroni, risulta molto più semplice studiare il modo in cui esse aprendono rispetto ai vertebrati superiori, il cui cervello è ovviamente più grande e più complesso.
Ma le api non producono soltanto il miele! Esse sono anche importanti indicatori biologici della qualità dell'ambiente e attualmente rappresentano una delle emergenze ecologiche in corso.
Ricordiamo che le api sono agenti essenziali per l'impollinazione (impollinazione entomogama o entomofila) a favore di un vasto gruppo di piante. Senza le api, un vasto settore dell'agricoltura subirebbe dei danni drammatici e tale evidenza dovrebbe suscitare delle serie riflessioni, in un momento in cui la fame nel mondo è un'emergenza prioritaria.
Oltre 90 colture commerciali, diffuse in Europa, usufruiscono dell'impollinazione operata dall'Apis mellifera carnica, l'ape domestica. In particolare, solo nel Regno Unito, nel 2007, il valore dell'impollinazione da parte delle api domestiche a favore di un insieme di appena 10 colture (dalle mele alle pere e alla colza) è stato calcolato in 165 milioni di sterline.
Negli Stati Uniti (-25% degli alveari nel 2008) e nel resto del mondo, le api stanno diminuendo. Si stima che in Italia, nel 2007, siano morte il 50% delle api, persi 200.000 alveari e 250 milioni di euro nel settore agricolo
"Il problema è che [...] le api potrebbero nutrirsi di nettare tossico perché non c'è altro - per esempio, in un grande frutteto dove sono state portate specificamente per l'impollinazione,"- afferma la dott.ssa Wright - "In un momento in cui le popolazioni sono già vulnerabili e provate, questo potrebbe essere cruciale per la loro sopravvivenza. Non ha nessun senso che le piante avvelenino gli impollinatori di cui hanno bisogno per sopravvivere. Potrebbe trattarsi delle tossine presenti per proteggere le piante dalle formiche che rubano il nettare - ma non lo sappiamo"- aggiunge.
"Quello che sappiamo è che c'è una serie di specie di piante nel Regno Unito che producono un nettare carico di tossine, ma, se non c'è altro nelle vicinanze, sembra che le api siano obbligate a continuare a nutrirsi di questo nettare tossico. La situazione potrebbe avere un enorme impatto sulle api del Regno Unito e dobbiamo rendercene conto se vogliamo proteggerle."
Come conseguenza di tale situazione, i ricercatori dell'Honeybee Lab hanno programmato, come obiettivo prioritario, di determinare le modalita con cui il consumo di "nettare tossico" da parte delle api può influire sulla salute della colonia, negli ambienti agricoli.
Segue uno screenshot dalla pagina 2 del report.
Fonte: Newcastle University, Honeybee Lab, Current Biology Journal, Notiziario Cordis per le citazioni in corsivo.
ciaoo, sono a casa in convalescenza forzata.
RispondiEliminaNon sapevo tutte queste notizie sulle api, so solo che il miele mi piace tantooo. Spero che le tossine varie, non lo contaminano,,,,
Buon 2011. Speriamo pieno di belle sorprese, mahhhhh
ciaoooo cuginetta,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,,
E' una fortuna che le api possiedano questa abilità...soprattutto se prendiamo per vera l'affermazione di Einstein che il destino dell'umanità è legato a quello delle api (ovviamente Einstein non ha mai detto nulla del genere ma ciò non sminuisce l'importanza fondamentale dell'ape).
RispondiEliminaE' un bellissimo articolo, molto intonato alla altrettanto splendida iniziativa del Research Blogging in lingua italiana. E' uno sforzo molto apprezzabile.
Un bacione
Lu
Avevo un cognato che aveva degli alveari
RispondiEliminaLui sapeva tutto sulle api oltre che sapeva
fare anche del buon miele
Era un'erborista questo post sarebbe stato appropriato
a lui parlava sempre delle api
io l'ascoltavo distrattamente, se avesi saputo ascoltarlo
ora saprei qualcosa in più
Invece ricordo solo il buon miele.
Molto interessante e importante questo post
questo ci fa capire ancora di più i danni che l'uomo produce e
non solo su di se ma su tutto il sistema
Certo che di danni ne abbiamo fatti
e continuiamo.
Bacioni ciao bella
Cara Lu, sono d'accordo con te sulla validità dell'iniziativa tutta italiana di RB.
RispondiEliminaGrazie dell'apprezzamento.
Bacione.
Ragionamento azzeccato, Marco!
RispondiEliminaHai perfettamente ragione circa l'utilità delle api, da cui abbiamo molto da imparare.
Bacione.
E già, rosariella, non ancora contenti dei danni arrecati alla biosfera...perseveriamo sino alla catastrofe. Speriamo di no, dai. E che il 2011 porti consiglio.
RispondiEliminaBacione.