Carissimi,
è stato conferito, questa mattina, a Liu Xiaobo l'ambito Nobel Prize per la Pace "for his long and non-violent struggle for fundamental human rights in China".
Chi è Liu Xiaobo? E' uno scrittore cinese dissidente, esponente di punta della Protesta di piazza Tiananmen, nel 1989.
Sta scontando in carcere una condanna a 11 anni per "istigazione alla sovversione". L'8 dicembre 2008 Liu Xiaobo è stato, infatti, privato della libertà a causa della sua adesione al movimento «Charta 08».
Il 18 gennaio 2010, Liu è stato canditato al Premio Nobel per la pace da Václav Havel, il Dalai Lama, André Glucksmann, Vartan Gregorian, Michael Moore, Karel Schwarzenberg, Desmond Tutu e Gregory Javlinsky. Nei mesi precedenti l'annuncio del vincitore, il governo cinese è intervenuto duramente diffidando i giurati norvegesi dall'attribuire il prestigioso premio a Liu Xiaobo o ad altri dissidenti cinesi. [via wikipedia]
Il conferimento del Nobel per la Pace a Liu Xiaobo è simbolicamente un premio a coloro che lottano per la libertà e i diritti umani.
"Durante gli ultimi decenni - recitano le motivazioni del Comitato per il Nobel - la Cina ha fatto enormi progressi economici, forse unici al mondo, e molte persone sono state sollevate dalla povertà. Il Paese ha raggiunto un nuovo status che implica maggiore responsabilità nella scena internazionale, che riguarda anche i diritti politici. L'articolo 35 della Costituzione cinese stabilisce che i cittadini godono delle libertà di associazione, di assemblea, di manifestazione e di discorso, ma queste libertà in realtà non vengono messe in pratica.
Per oltre due decenni, Liu è stato un grande difensore dell'applicazione di questi diritti, ha preso parte alla protesta di Tienanmen nell '89, è stato tra i firmatari e i creatori del Manifesto 08 della democrazia in Cina. Liu ha costantemente sottolineato questi diritti violati dalla Cina. La campagna per il rispetto e l'applicazione dei diritti umani fondamentali è stata portata avanti da tanti cinesi e Liu è diventato il simbolo principale di questa lotta’’.
Il comitato del Nobel aveva lasciato intendere che l'assegnazione di quest'anno sarebbe stata una scelta controversa, su cui si sarebbe molto discusso. E così è stato perché il Nobel per la Pace, conferito a Liu Xiaobo e a ciò che egli rappresenta in Cina, è uno schiaffo morale al regime di Pechino, anche se dubito che provocherà dei cambiamenti di rilievo nelle linee politiche del governo cinese.
Secondo le notizie riferite dall'agenzia di stampa AFP, la polizia si sarebbe precipitata nell'abitazione di Liu Xiaobo subito dopo l'annuncio del Nobel per impedire contatti tra la moglie dello scrittore e la stampa. Contemporaneamente, venivano oscurate le trasmissioni di CNN e BBC.
Per il governo di Pechino, l'assegnazione del Nobel a Liu è un "atto blasfemo" perché premia un "criminale". La decisione del comitato del Nobel andrebbe, sempre secondo il governo cinese, contro i principi del premio stesso e si ripercuoterà pesantemente sulle relazioni diplomatiche tra Cina e Norvegia.
Ma i capi di Stato delle varie nazioni approvano la scelta operata da Oslo e chiedono la liberazione di Liu Xiaobo.
Il presidente della Commissione europea, José Manuel Durão Barroso, sottolinea che "I valori della libertà e dei diritti umani sono al centro dell'Unione Europea e la decisione del Comitato dei Nobel sottolinea la loro importanza in tutto il mondo".
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RispondiEliminaIo sono totalmente contraria alla politica del governo cinese e se ne avessi il potere metterei ai lavori forzati tutti quei politici che incatenano il popolo reprimendolo. Non conoscono la parola "libertà", non conoscono il sorriso, non conoscono la parola "diritto", conoscono solo la parola "censura" a uso e consumo dei propri interessi. Per me i politici cinesi valgono meno del meno e con questa loro ultima dimostrazione di pugno duro meritano la censura globale.
Buona vita, Viviana
RispondiEliminaE come si potrebbe essere d'accordo con la politica di Pechino, cara Viv? Di fatto, in quel paese la libertà e i diritti civili sono negati.
Liu Xiaobo e coloro che come lui si battono per i più alti valori umani e civili dovrebbero essere sostenuti senza incertezze.
Buona vita a te.
Annarita
Il Nobel per la pace è il riconoscimento più bello per chi si batte per la non violenza e per l'affermazione dei sacrosanti diritti umani!
RispondiElimina"Nella guerra, determinazione; nella sconfitta resistenza; nella vittoria, magnanimità; nella pace, benevolenza."
(W. Churchill)
Grazie, cara Annarita, per questa splendida notizia!
Un bacione,
maria I.
RispondiEliminaGrazie a te, cara Maria, per la bellissima frase di Churcill. Non potevi trovare niente di più adeguato.
Brava, brava, per i tuoi preziosi contributi che arricchiscono questo blog.
Un abbraccio grande.
annarita
Cara Annarita, questo Premio Nobel è stato uno schiaffo per la Cina, ma per il goveno cinese è stata una oscenità.
RispondiEliminaSpero tanto che questo Premio Nobel e il nome di Liu Xiaobo, diano alla Cina una bella svolta di democrazia e rispetto per i diritti umani.
(ma non solo in Cina)
Un mio parere: la Cina ha subito un vero "attacco"
dando il Premio Nobel a Liu Xiaobo
Ora tutti sappiamo che il Premio Nobel per la pace,
per il governo cinese è stato data a un "criminale"
Un gesto questo, che ha condannato lo stato cinese apertamente e mettendo in discussione la condanna da loro inflitta a Liu Xiaobo.
(forse a modo loro hanno anche ragione, una ragione distorta, ma pur sempre una ragione, di uno stato che ha deciso di mantenere non ostante l'articolo 35 della Costituzion cinese la loro dittatura)
Anche io sono certa che questo premio sarà molto discusso allora che ben vengano le discussioni, se queste, potranno servire a portare alla Cina una nuova bandiera dai colori equi dove la legge è uguali per tutti e i diritti umani vengono rispettati in ogni lora manifestazione.
Un grande abbraccio
RispondiEliminaSpero tanto che questo Premio Nobel e il nome di Liu Xiaobo, diano alla Cina una bella svolta di democrazia e rispetto per i diritti umani. (ma non solo in Cina)
Me lo auguro anch'io, pur nutrendo dei dubbi in proposito, rosaria!
...forse a modo loro hanno anche ragione, una ragione distorta, ma pur sempre una ragione, di uno stato che ha deciso di mantenere non ostante l'articolo 35 della Costituzion cinese la loro dittatura.
No, rosaria. Non sono d'accordo. Non si alcuna ragione a perpetrare una dittatura che nega la libertà e i diritti umani. Da nessun punto di vista la si guardi. Uno stato civile che nega addirittura un articolo fondamentale della propria costituzione non è uno stato che merita considerazione alcuna.
E' ora che il governo di Pechino prenda consapevolezza di ciò.