un'altra confortante notizia da CNR News! Ecco il comunicato stampa!
22/07/2010 Toccare per vedere
Ricercatori dell’Istituto di neuroscienze hanno dimostrato come un segnale tattile può interagire con un segnale visivo non appena le due informazioni arrivano al cervello. I risultati saranno utili a comprendere i meccanismi di plasticità che si instaurano dopo un danno sensoriale. La ricerca è pubblicata su Current Biology.
(Cliccare per vedere l'immagine in alta qualità)
Uno studio condotto da ricercatori dell’Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa e Milano (In-Cnr) dimostra che l’interazione tra segnali multisensoriali può avvenire già a livello delle così dette aree primarie, ovvero non appena le informazioni sensoriali arrivano al cervello. La scoperta suggerisce una revisione dei modelli di base della fisiologia del cervello sensoriale.
“La percezione coerente del mondo esterno che ci permette di muoverci e agire in maniera efficace”, spiega Maria Concetta Morrone, coordinatrice del gruppo, “non è un processo passivo e automatico, come si potrebbe pensare data l’immediatezza e la precisione della nostra percezione, ma è il risultato di complesse computazioni operate dal nostro sistema nervoso centrale. Quali meccanismi cerebrali e quali aree corticali consentano quest’integrazione rimane un problema irrisolto. La visione classica è che la fusione delle informazioni provenienti dai diversi sensi avvenga solo dopo che ciascuna di esse è stata analizzata dalla circuiteria nervosa specializzata per quella specifica modalità dopo essere entrata a far parte della nostra esperienza cosciente”.
Lo studio, pubblicato sulla prestigiosa rivista Current Biology, “pone seri dubbi riguardo a quest’ipotesi, dimostrando che stimoli visivi e tattili possono essere integrati anche senza essere percepiti coscientemente e che l’integrazione può avvenire già a livello dei primissimi stadi dell’elaborazione visiva, ovvero a livello della corteccia visiva primaria”, spiega Claudia Lunghi, coautrice della ricerca.
Dalla ricerca risulta che l’informazione tattile è in grado di influenzare in maniera assai specifica un particolare fenomeno visivo che si chiama ‘rivalità binoculare’. “Quando due immagini diverse vengono presentate contemporaneamente ai due occhi il cervello va in confusione: non le combina in un unico percetto stabile ma lascia che si alternino e competano per raggiungere la nostra coscienza”, aggiunge la ricercatrice dell’In-Cnr.
“Se, ad esempio, un occhio ‘vede’ un reticolo orizzontale e l’altro un reticolo verticale, il cervello ne vede uno solo per volta: verticale e orizzontale dominano la percezione alternativamente. Il segnale relativo all’immagine soppressa rimane confinato ai primi stadi del sistema visivo (dalla retina fino alla corteccia visiva primaria), le aree visive di più alto livello elaborano solo lo stimolo mentre se ne ha percezione cosciente, ma non mantengono traccia dello stimolo ‘soppresso’”.
I ricercatori hanno però dimostrato che un segnale tattile congruente con lo stimolo visivo soppresso durante la rivalità binoculare è in grado di rafforzarne il segnale a tal punto da riportarlo a coscienza. “Ad esempio, se l’osservatore sta vedendo il reticolo orizzontale ma tocca un reticolo verticale, nella maggior parte dei casi la dominanza dell’orizzontale sarà interrotta e l’osservatore tornerà a ‘vedere’ verticale, ristabilendo la congruenza tra lo stimolo visivo e tattile”, precisa Paola Binda, dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano .
“Un segnale tattile può interagire con quello visivo anche quando questo si trova al di fuori della consapevolezza: l’interazione ha luogo già a livello della corteccia visiva primaria”.
I risultati descritti sopra possono rivestire un’importante applicazione clinica aiutando la comprensione dei meccanismi di plasticità che si instaurano dopo un danno sensoriale. “Nei pazienti non vedenti, per esempio, la corteccia visiva primaria è reclutata per l’elaborazione dell’informazione tattile”, conclude la ricercatrice In-Cnr, “e questa ricerca dimostra che le connessioni tra corteccia somatosensoriale e visiva non vengono create ex novo, ma sono un corredo naturale del sistema".
Roma, 21 luglio 2010
La scheda:
Chi: Istituto di neuroscienze del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa e Milano (In-Cnr)
Che cosa: studio sull’integrazione tra stimoli visivi e tattili
Per informazioni: Claudia Lunghi, In-Cnr - email clalunghi@gmail.com
Referenze: Curr Biol. 2010 Feb 23;20(4):R143-4.Touch disambiguates rivalrous perception at early stages of visual analysis. Lunghi C, Binda P, Morrone MC. PMID: 20178754 [PubMed - indexed for MEDLINE]
Il PDF dell'articolo.
I Supplemental data.
Rosaria: Buon giorno! Annarita.
RispondiEliminaMi sono letta il tuo post.
-Toccare per vedere-
Questo titolo è cosi vero
da sempre l'uomo ha di bisogno di toccare
per vedere la qualità di una stoffa e tante altre cose
Ricordo che da piccola ho visto persone che
sapevano dire il peso usando le mani
la prima era mia nonna le bastava sollevare
una busta e sapeva dire quanto pesava.
credo che il cervello ha tante risorse
I non vedenti dal tocco imparano
a riconoscere oggetti e volti delle persone.
Un'altra coscienza visiva diversa da quella
che conosciamo forse, si aziona da sola per
riparare se cosi si può dire il danno celebrale?
Se ho capito bene.
La mia nonna era sorda,le bastava
guardare le labbra di una persona mentre parlava
e sentiva meglio lei che noi.
Poi aveva un'altra qualità ti
sapeva leggere nel pensiero
dall'espressione del volto
riusciva a capire gli stati d'animo
di chi aveva di fronte.
Forse questo non c'entra ma
Ma credo che il cervello cerca
di autoripararsi da solo.
Che mistero è questo questo nostro cervello.
Buon mare bacione. ciao
Carissima Annarita, dai sempre belle notizie tu!
RispondiEliminaChe l'elaborazione dell'informazione tattile consente ai non vedenti di "vedere" le cose è un fatto risaputo. Succede anche al vedente, quando si muove nel buio, che per orientarsi deve toccare ciò in cui s'imbatte!
Qui la novità importante è che la ricerca, nell'ambito degli studi sull'integrazione tra stimoli visivi e tattili, ha dimostrato che le connessioni tra corteccia somatosensoriale e visiva sono un corredo naturale del sistema!
Un bel passo avanti! Grazie Annarita per l'interessante segnalazione! Un abbraccio,
maria. I
RispondiEliminaGrande segnalazione Anna. Se non avessi te!
ahahahahaa
L'ipotesi su cui lavorare è che le coscienze (primaria e secondaria) contengono una parte della consapevolezza totale dell'individuo, che è quella che si ottiene quando a quello che si percepisce si abbina un ritorno motorio o sostituto motorio (leggi simbolico). E' una sorta di obliterazione: tutti i biglietti obliterati sono quelli di cui si è consapevoli, gli altri sono lì e possono influire indirettamente sulla consapevolezza, emergendo.
Io devo leggere bene per commentare adeguatamente.
(si sa anche però che in questo sono come un marinaio)
paopasc
Cara Rosaria, dici bene il cervello ha delle risorse incredibili e come ha affermato Maria :
RispondiElimina"Qui la novità importante è che la ricerca, nell'ambito degli studi sull'integrazione tra stimoli visivi e tattili, ha dimostrato che le connessioni tra corteccia somatosensoriale e visiva sono un corredo naturale del sistema!"
Sì questa è proprio una novità strepitosa!
Bacioni
Il tuo contributo, come al solito, centra il nocciolo della notizia, cara Maria bella.
RispondiEliminaUn bacione anche a te.
RispondiEliminaSono felice che la notizia sia di tuo interesse, Pa. Lo so bene che questo ambito è nel tuo campo di azione.
Tra i lettori da me conosciuti di Scientificando sei indubbiamente la persona più preparata e competente in tale ambito della conoscenza.
Molto bello il tuo contributo al Carnevale della Fisica.
Grazie Anna, ma tu sei TROPPO GENTILE! ahahahaha
RispondiElimina(comunque continua così!)
ancora sul tuo post.
I primi due commenti di Rosaria e Maria tirano in ballo disfunzioni sensoriali le quali, notoriamente, acuiscono le rimanenti.
Una domanda interessante è sapere se vi è un limite QUANTITATIVO quando tutti i sensi funzionano, per cui, se uno non funziona si libera, per così dire, una quantità di elaborazione che si può aggiungere ai rimanenti.
Però, però, non mi soddisfa.
Anche se una strategia valida per aumentare una percezione è attutire le altre non credo che il limite risieda nelle rispettive aree sensoriali. Cioè noi percepiamo di più di quello di cui siamo consapevoli.
Ora, se il limite è la consapevolezza, che è comunque un output e considerando che le possibilità intellettive (che appartengono al linguaggio simbolico) possono essere accresciute, mi chiedo se esiste un modo per andare al di là di quello che la consapevolezza delle due coscienze può farci vedere e sentire.
In questo mi riallaccio al bel commento che ha fatto Gaetano da me
http://questionedelladecisione.blogspot.com/2010/07/regolazioni-e-riparazioni.html
o al mio sul suo lavoro egizio, quando affermo la sua capacità di "vedere" al di là di quello che tutti vedono.
Del resto, se esistesse questo limite computazionale, mi piacerebbe dimostrarlo matematicamente (o geometricamente).
Paopasc