Su ScienceNews è uscito il 2 giugno scorso l'articolo di Susan Milius "Diversified portfolio yields benefit for salmon stocks" con sottotitolo "Local diversity helps keep sockeye from going bust every few years".
L'articolo riporta i risultati di una ricerca svolta da un gruppo di ricercatori ecologi americani che mette in luce l'importanza di avere una grande quantità di diversi esemplari di salmone rosso. Ovvero il nuovo studio mostra che la diversità è la chiave per l'equilibrio delle popolazioni di questi pesci sotto osservazione.
"I milioni di esemplari di salmone rosso, che depongono le uova nel bacino di Bristol Bay in Alaska ogni anno, rappresentano diverse centinaia di popolazioni distinte della stessa specie" dice Daniel Schindler, ecologo dell'Università di Washington a Seattle.
In circa 50 anni di osservazioni sulla variazione annuale del numero di salmoni nella baia, Schindler e i suoi colleghi hanno calcolato che la grande diversità di popolazioni di salmone rosso rappresenta un fattore di stabilità ed equilibrio a lungo termine per l'intera baia e per la pesca ivi praticata.
Se, infatti, fosse presente una sola popolazione di salmone rosso ciò porterebbe in un primo tempo ad una crescita smisurata del loro numero in un intervallo breve di tempo e ad un successivo drastico calo, circa ogni due o tre anni. Tale situazione si ripercuoterebbe sulla pesca che dovrebbe essere sospesa, con conseguenze economiche svantaggiose per l'attività umana.
La varietà delle diverse popolazioni di esemplari, invece, concorrerebbe a mantenere l'equilibrio complessivo dei salmoni perché il crescere di una popolazione di pesci sarebbe bilanciata dal calo di un'altra. Pertanto la pesca al salmone subirebbe un arresto soltanto ogni venti o trent'anni.
In definitiva, secondo i ricercatori la diversità biologica è conveniente per l'equilibrio degli ecosistemi. Un bel risultato proprio nell'anno dedicato alla biodiversità è il caso di dire!
RispondiEliminaquesto potrebbe riguardare anche la preferenza attualmente accordata alle cultivar più adattive a scapito della normale competizione e contemporaneità genomica.
Adesso voglio seguire questa prassi nel mio orticello: mescolare diverse cultivar di una stessa pianta, più che piantarle separatamente, per favorire un'impollinazione incrociata che difenda meglio da patologie tipiche (anche se più rare) di ogni singola specie.
paopasc
RispondiEliminaPotrebbe, Pa...
Tu sperimenta ché poi mi aggiorni.