Cari ragazzi della futura 3° B e cari lettori,
questo post potrebbe rappresentare la base per un lavoro interdisciplinare tra Scienze, Italiano, Storia e Arte, da svolgersi durante il prossimo anno scolastico. Butto là alcuni input e poi vedremo che cosa si potrebbe realizzare in futuro.
Ho scelto un ambito scientifico di indubbio fascino: l'Astronomia, che compare nelle Indicazioni Nazionali per la Scuola secondaria di 1° grado. Prima di sviluppare le implicazioni con la Divina Commedia, traccerò un breve excursus storico, che non ha la pretesa di essere esaustivo, su questa bella disciplina.
Prima, però, soffermiamoci sul significato etimologico del termine. Astronomia (dal greco: αστρονομία = άστρον + νόμος) significa "legge delle stelle" e per estensione è la scienza delle leggi che reggono i movimenti dei corpi celesti, delle loro dimensioni e distanze; studia, inoltre, le loro proprietà fisiche e chimiche, la loro origine ed evoluzione.
Da non confondersi con l'astrologia, una pseudoscienza secondo cui i fenomeni celesti influenzano gli eventi terreni e la vita degli uomini. Le due discipline hanno un'origine comune, ma sono completamente diverse perché gli astronomi seguono il metodo scientifico sin dai tempi di Galileo, mentre gli astrologi percorrono altre vie.
Bene! E' tutto chiaro sin qui?
Ci sarebbe da precisare, poi, tra Astronomia ed Astrofisica, ma lo faremo in altra circostanza.
Procediamo!
Agli albori della sua storia, l'Astronomia si interessò dell'osservazione degli oggetti celesti, che potevano essere osservati ad occhio nudo, e della previsione dei loro movimenti. I primi astronomi, presso le antiche civiltà, erano i sacerdoti. A loro va il merito di aver realizzato i primi calendari, strumenti fondamentali per organizzare la vita sociale, e scandire la vita agricola e l'attività dei pastori.
I Greci contribuirono in modo significativo allo sviluppo dell'Astronomia, in particolare con Ipparco ed Eudosso, per poi raggiungere l'apice con Claudio Tolomeo.
Nella cultura occidentale medievale, l'Astronomia entrò a far parte del corso ordinario di studi, nel noto quadrivio. Vedremo più avanti le straordinarie conoscenze profuse da Dante nella Divina Commedia.
Il XIII secolo vede le scoperte astrali di Guido Bonatti: all'incirca 700 stelle, sconosciute ai suoi predecessori. Anche la civiltà araba fornì un considerevole contributo allo studio dell'Astronomia.
Durante il Rinascimento, Nicolò Copernico teorizzò il sistema eliocentrico. Pur non essendo stato il primo a proporne l'ipotesi, ebbe sicuramente il merito di argomentare scientificamente per primo su di essa. La sua teoria fu, in seguito, ripresa, ampliata, corretta e perfezionata da Galileo Galilei e Giovanni Keplero.
Terminato questo breve excursus storico, occupiamoci dell'interesse dimostrato da Dante Alighieri per le scienze: la cosmologia del Convivio e l'astronomia della Divina Commedia.
In realtà, le opere dantesche offrono letture che coinvolgono anche la filosofia naturale e discipline come la logica, la matematica, la geografia e la fisica.
Le opere che offrono spunti al riguardo sono: il Convivio nelle cui pagine, in prosa volgare, compaiono elementi di indubbio interesse scientifico; l'operetta in lingua latina Quaestio de aqua et terra, in cui si affronta la quaestio dell'epoca e cioè l'ipotesi che la sfera dell'acqua potesse superare le terre emerse, in qualche punto del globo; la Divina Commedia, in cui Dante ricorre con sapienza a diverse scienze, tra cui prevale senza ombra di dubbio l'Astronomia, considerata nel suo duplice aspetto di osservazione del cielo e di studio matematico delle posizioni astrali.
Qui ci occuperemo del Convivio e della Divina Commedia.
Nel Convivio, Dante delinea un quadro preciso della cosmologia dell'epoca, che ovviamente appare molto distante dalle moderne concezioni. Egli segue la dottrina aristotelica secondo cui ci sono delle intelligenze motrici a governare il mondo. Tali intelligenze, essendo attratte da Dio, generano un moto ascensionale che trascina con sé le cose.
Lo schema aristotelico-tolemaico, modificato dalla cristianità medievale, e seguito da Dante, prevedeva dieci sfere celesti: sette sfere per i pianeti visibili, il cielo delle stelle fisse, il cielo del primo Mobile, ed infine l'Empireo, al di là del quale si irradia fulgida la luce divina.
Seguono tre brani tratti dal Convivio dantesco.
Convivio, II, 13
Le comete e Marte
[...]si è che esso Marte, [sì come dice Tolomeo nel Quadripartito], dissecca e arde le cose, perché lo suo calore è simile a quello del fuoco; e questo è quello per che esso pare affocato di colore, quando più e quando meno, secondo la spessezza e raritade de li vapori che 'l seguono: li quali per lor medesimi molte volte s'accendono, sì come nel primo de la Metaura è diterminato. E però dice Albumasar che l'accendimento di questi vapori significa morte di regi e transmutamento di regni; però che sono effetti de la segnoria di Marte. E Seneca dice però, che ne la morte d'Augusto imperadore vide in alto una palla di fuoco; e in Fiorenza, nel principio de la sua destruzione, veduta fu ne l'aere, in figura d'una croce, grande quantità di questi vapori seguaci de la stella di Marte. [...]
Convivio, II, 13
L'Astronomia
E questa (l’astronomia) più che alcune delle sopradette (scienze) è nobile e alta per nobile subietto, che è de lo movimento del cielo, e alta e nobile per la sua certezza, la quale è senza difetto, sì come quella che da perfettissimo e regolarissimo principio viene. E se difetto in lei si crede per alcuno, non è da la sua parte, ma, sì come dice Tolomeo, è per la negligenza nostra, e a quella si dee imputare.
Convivio, II, 3
Tolomeo poi, accorgendosi che l’ottava spera si moveva per più movimenti, veggendo lo cerchio suo partire da lo dritto cerchio, che volge tutto da oriente a occidente, costretto da li principii di filosofia, che di necessitade vuole uno primo mobile semplicissimo, puose un altro cielo essere fuori dello Stellato, lo quale facesse questa rivoluzione da oriente a occidente: la quale dico che si compie quasi in 24 ore, cioé in 23 ore e 14 parti de li quindici d’un’altra, grossamente assegnando.
Come su accennato, nella Divina Commedia, si ritrovano numerosi riferimenti astronomici. Vediamone alcuni.
1. «Col viso ritornati per tutte quante / le sette spere, e vidi questo globo / tal, ch'io sorrisi del suo vil sembiante» (Paradiso, XXII, 133-135).
Dante, durante l'ascesa all'ottavo cielo delle stelle fisse, guarda a ritroso, su invito di Beatrice, il percorso compiuto, intravvedendo le sfere dei sette pianeti e, in lontananza, il globo terrestre.
2. «Come distinta da minori e maggi / lumi biancheggia tra' poli del mondo / Galassia sí, che fa dubbiar ben saggi» (Paradiso, XIV, 97-99).
Riferimento all'osservazione della Via Lattea.
3. «Quale per li seren tranquilli e puri / discorre ad ora ad or súbito foco / movendo li occhi che stavan sicuri, / e pare stella che tramuti loco, / se non che da la parte ond'el s'accende / nulla sen perde, ed esso dura poco / tale dal corno che 'n destro si stende / a piè di quella croce corse un astro / de la costellazion che lí resplende. / Né si partì la gemma dal suo nastro / ma per lista radïal trascorse, / che parve foco dietro ad alabastro» ( Paradiso, XV, 13-24).
Precisa quanto vivace descrizione dell'improvvisa comparsa di una meteora o "stella cadente".
E ancora.
Paradiso, Canto XIV, vv.99 - 104
La Galassia
99 Come distinta da minori e maggi
lumi biancheggia tra' poli del mondo
Galassia sì, che fa dubbiar ben saggi;
102 sì costellati facean nel profondo
Marte quei raggi il venerabil segno
che fan giunture di quadranti in tondo.
La Via Lattea (Galassia) si distende fra i due poli celesti, apparendo come una striscia biancastra all'osservazione. Al suo interno numerose stelle brillano più o meno intensamente.
Inferno, Canto XXVI, vv. 126 - 137
Le Stelle del polo
126 e volta nostra poppa nel mattino,
de' remi facemmo ali al folle volo,
sempre acquistando dal lato mancino.
129 Tutte le stelle già de l'altro polo
vedea la notte, e 'l nostro tanto basso,
che non surgëa fuor del marin suolo.
132 Cinque volte racceso e tante casso
lo lume era di sotto da la luna,
poi che 'ntrati eravam ne l'alto passo,
135 quando n'apparve una montagna, bruna
per la distanza, e parvemi alta tanto
quanto veduta non avëa alcuna.
Ulisse, nel suo viaggio, vede ormai le stelle del cielo australe e non più la stella Polare, oppure la vede così bassa che essa non sorge dal mare; pertanto dovrebbe trovarsi all'Equatore o averlo superato.
Dalla partenza, erano trascorse cinque lunazioni perché cinque volte si era accesa e oscurata la luce della luna, ovvero si erano avvicendati cinque noviluni e cinque pleniluni.
Paradiso, Canto XXIV, vv. 10 - 12
Le comete
Così Beatrice; e quelle anime liete
si fero spere sopra fissi poli,
12 fiammando, volte, a guisa di comete.
Paradiso, Canto I, vv. 37- 42
Surge ai mortali per diverse foci
la lucerna del mondo; ma da quella
39 che quattro cerchi giugne con tre croci,
con miglior corso e con migliore stella
esce congiunta; e la mondana cera
42 più a suo modo tempera e suggella.
Il Sole sorge da differenti punti dell’orizzonte in relazione alle quattro stagioni, ma, quando sorge da quel punto in cui quattro cerchi si congiungono formando tre croci, allora il Sole percorre un’ orbita migliore, in congiunzione con una costellazione migliore.
I quattro cerchi celesti, dalla cui intersezione si formano tre croci, sono: l’eclittica, l’equatore celeste, il coluro equinoziale e l’orizzonte, mentre la costellazione con cui il Sole è in congiunzione è quella dell’Ariete.
Questa costellazione era considerata, nel medioevo, propizia agli uomini perché era credenza comune che Dio avesse creato il mondo sotto tale segno.
Due possibili interpretazioni per i quattro cerchi e le tre croci.
Dante cita, inoltre, con riferimenti pertinenti sia i pianeti che le maggiori costellazioni. In particolare, per quanto riguarda i pianeti segnala la difficoltà di osservare Mercurio a causa della sua vicinanza rispetto al sole
(Paradiso, XXV, 118 -120) e la brillantezza di Venere come tale da oscurare la costellazione dei Pesci (Purgatorio, I, 19 -21):
19 Lo bel pianeta che ad amar conforta
faceva tutto rider l’oriente,
velando i Pesci ch’erano in sua scorta
Fornisce anche chiari indizi circa la sua conoscenza della precessione degli equinozi (Purgatorio, XI, 106-108) e dell'inclinazione dell'eclittica sull'equatore celeste (Paradiso, X, 1-21).
La fisica aristotelica, passaggio al centro della terra (Inferno, XXXIV, 76-81)
76 Quando noi fummo la’ dove la coscia
si volge in sul grosso dell’anche,
lo duca con fatica e con angoscia,
79 volse la testa ov’egli avea le zanche,
ed aggrappossi al pel come uom che sale,
si che in inferno io credea tornar anche…
Per il momento ci fermiamo qui, ma i riferimenti all'Astronomia e alle altre scienze, rinvenibili nella Commedia, sono veramente molteplici. Se il progetto interdisciplinare dovesse concretizzarsi, li analizzeremo più diffusamente con il supporto dell'insegnante di Italiano.
Allego, su richiesta, il documento pdf dell'articolo. Potete scaricarlo da questo link.
Bellissima proposta didattica, permetterà agli alunni di guardare a Dante con occhi diversi. Si può fare didattica presentanto prospettive nuove, creando legami con la realtà e l'attualità: credo che sia molto più stimolante e interessante anche per gli insegnanti oltre che per gli studenti.
RispondiEliminaUn abbraccio grande
Rosaria: quante cose belle e da imparare ci sono
RispondiEliminaMi trovo a dire solo peccato che tanti si lasciano sfuggire
questo mondo della scienza.
Un bacio Annarita sei davvero per chi ti segue
una miniera di informazioni.
Ciao.
Bravissima, Annarita!
RispondiEliminaMi auguro davvero tanto che i nostri giovani "digital natives" apprezzino di più l' immensa Opera Dantesca. La Divina Commedia, in particolare, per il suo straordinario carattere interdisciplinare, come tu hai bene evidenziato, non è in fondo un'enorme rete? Non è forse un illimitato ipertesto, in cui il pensiero naviga libero e le multidisciplinari, straordinarie, preziose informazioni del passato,tanto somigliante al presente, viaggiano sulle dolci onde della poesia?
Grazie per questa delizia, soprattutto per chi, come me, ama Dante...alla follia!
Un abbracione e graze, grazie, grazie!
M.I
complimenti annarita ..sarà un lavoro interessantissimo...amo molto i lavori interdisciplinari...sono completi, spaziano e aiutano i ragazzi e anche i bambini a saper fare collegamenti e a riunire il sapere ...veramente bello ..l'anno rpossimo avrò le prime motlo probabilmente, ma non so se dovrò insegnare anche scienze ...spero di sì perchè mi piace molto ... i bambini sono letteralmente catturati dagli argomenti ..piace molto il mondo animale ma sono incuriositi anche dai fenomeni fisici .....un caro saluto e rinnovo il mio augurio di buone vacanze ...anche se ci ritroveremo qui perchè leggerò sempre con piacere ciò che pubblichi
RispondiEliminaun abbraccio
elisa
RispondiEliminaCara Rosalba, ti ringrazio dell'apprezzamento. La proposta mira proprio a raggiungere gli obiettivi che citi nel tuo commento.
Un abbraccio.
annarita
RispondiEliminaRosaria, tu sei un animo curioso e aperto alla conoscenza, ma non sono tuti come te!
Un abbraccio.
annarita
RispondiEliminaCara Maria, anch'io amo Dante come te. Hai ragione la Commedia è un affascinante universale ipertesto della conoscenza. L'intento della poposta è proprio quello di avvicinare i giovani alla conoscenza unitaria, a 360 gradi.
Un abbraccio.
annarita
RispondiEliminaTi ringrazio molto, cara Elisa. Allora ti aspetto su questo spazio anche durante l'estate...con ritmo lento però!
Bacione.
Se mi permetti, Annarita, sai come ho immaginato questo tuo lavoro interdisciplinare tra Scienze, Italiano, Storia e Arte, da svolgersi durante il prossimo anno scolastico? Mi si è presentato davanti agli occhi l'affresco di Michelangelo della Cappella Sistina, la Creazione di Adamo. Giusto quello sfiorar di dita del Creatore e la sua creatura Adamo.
RispondiEliminaCome di un passato con il presente nella sua interezza fra Scienze, Italiano, Storia e Arte, oggetto del tuo lavoro didattico in proposizione ai tuoi alunni. Di qui il passato - mettiamo - attraverso lo schema aristotelico-tolemaico, e poi la cosmogonia del Convivio di Dante e così via fino al presente delle novità del grande dell'astrofisica, e del piccolo della fisica nucleare - mettiamo ancora. Ma non è anche uno sfiorar di dita fra te e i tuoi giovani scolari per un travaso di cognizioni?
Un bel lavoro, davvero... quasi divino. Dico seriamente.
Gaetano
RispondiEliminaGrazie, Gaetano! Il tuo commento ha aperto altri spiragli giacché la via della conoscenza non è mai compiuta.
Mi auguro che la proposta possa veramente concretizzarsi, il prossimo anno scolastico. Ci credo molto!
Abbracci
annarita
RispondiEliminaE' senz'altro encomiabile la "contaminazione" delle discipline, aiuta a comprendere oltre che la regola (in questo caso le leggi del moto dei pianeti) anche il percorso fatto per arrivarci, l'ingresso della simbologia religiosa come nelle tre croci, i tentativi di spiegazione con gli strumenti dell'epoca, che poi saranno gli occhi con cui ci giudicheranno le generazioni a venire.
Noto, in genere, e magari non in questo caso, una tendenza alla valutazione
comunque positiva delle produzioni di alcuni grandi del passato, là dove l'interpretazione gioca sulla ambiguità terminologica o concettuale, o forse perchè quella che era un'intuizione non si è riusciti a metterla per esteso
come si voleva.
Anche quest'altra è un'interpretazione possible: un'intuizione profonda su molti aspetti del reale che solo letture approfondite e continue riescono a portare a galla, per la nota difficoltà di capirsi se si usano linguaggi diversi (anche di poco).
Permettimi di dirti che questo pezzo è a dir poco eccezionale!
Paopasc
RispondiEliminaPa, è difficile che mi trovi in disaccordo con te! Che dici? Mi devo preoccupare?
Grazie, grazie dell'apprezzamento.