domenica 23 maggio 2010

Eyjafjallajökul: Video E Foto Spettacolari


Cari ragazzi e cari lettori,

sapete tutti ormai chi è
Eyjafjallajökul, vero? Ma il video e le foto, che sto per proporvi, penso non li abbiate ancora visti. Io non li avevo visti di sicuro...e ne sono rimasta letteralmente affascinata!

Cominciamo dallo spettacolare video, realizzato dal reporter John Irvine, che ha ripreso dal vivo il vulcano.








Di seguito, alcune foto prese dal fantastico servizio fotografico, pubblicato su The Big Picture, il 19 Aprile scorso.

Guardate che spettacolo!












Guardate il resto delle foto. Sono 35!




11 commenti:


  1. Sono veramente eccezionali, Anna. Di fronte a queste cose uno comprende la maestosità della natura. Nè del resto, nonostante i numerosi danni economici provocati, ci viene di sminuirne la bellezza o di recriminare.
    paopasc

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  2. Cara Annarita, mi vien da dire immagini meravigliose,
    ma pensando ai disagi che questo vulcano ha dato
    mi trattengo
    Non sempre l'eruzione dei vulcani sono negativi, 
    lo diventano quando la gente si mette a costruire sotto di loro
    come Napoli- allora si che sarebbe un disastro-.
    Pompei non ci ha insegnato niente.
    I vulcani credo che abbiano una funzione importante in geologia,
    fanno parte dell'evoluzione della crosta terreste,
    come i terremoti, se solo l'uomo imparasse a costruire 
    non più palazzoni, ma casette a un solo piano, anche i terremoti
    farebbero meno vittime o quasi nulla.
    Dobbiamo imparare a convivere con le catastrofi naturali
    con più senno, in fondo siamo noi che dobbiamo
    adattarci alla terra e non viceversa.

    Comunque le immagini sono straordinarie
    grazie e buona domenica.
    bacio. Ciao.

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  3. Ti ringrazio. I versetti di Benni sono esilaranti.
    Ne dovrè leggere di più.
    Ora vado a godermi il tuo post.
    Buona domenica.

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  4. Le foto sono veramente stupende e la ripresa dell'eruzione vulcanica è eccezionale. Spero proprio che non abbiano subito danni!
    Grazie e buona domenica.

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  5. Rosaria, le tue considerazioni sono, come al solito, cariche di saggezza!

    La domenica è passata bene, grazie.

    Buon inizio di settimana, ormai.

    Bacio

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  6. Titti, sono contenta tu abbia apprezzato i versi di Benni. Sono irresistibili.

    Per il vulcano islandese, condivido le tue considerazioni.

    Salutoni e  a presto!

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  7. Cara Maria, ti ringrazio del pensiero. L'alba dal tuo balcone è meravigliosa. Scusa la mia latitanza, ma, come sempre, sono piena di impegni.

    Passerò a trovarti presto.

    Un abbraccio.
    annarita

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  8. Che dire, cara Annarita affabulatrice dei fatti scientifici? Brava come sempre, ma leggendo i commenti a cominciare dal tuo intervento, l'anima mia è stata pervasa da una grande tristezza e più profondamente un'amarezza, poiché quel vulcano, in straordinaria "agitazione", mi è parso come se una "voce dall'alto" avesse parlato ma senza essere ascoltata.
    Meraviglioso, bello, spettacolare, affascinante, lo scoop di quel fotografo John Irvine! Tutto qui mi domando? Ma nessuno accenna a qualche pur minuta riflessione? E allora, tutti i bravi commenti a quell'intervento del giovane studente Davide Amadori ora "fuori lista" delle notizie di cronaca di questo "giornale-blog", si sono dissolti? Egli aveva in mente una cosa preminente, l'amore per il creato, il suo avvenire che vedeva mortificato da una scienza limitata. Si poneva domande sulla "teoria del tutto", la "particella di Dio", che sono le più chiare espressioni di una ambizione umana: quella di "sbirciare nella mente di Dio", riportando questo pensiero dal post che parla di lui.
    Ma se si tenta di "sbirciare nella mente di Dio", oggi quel vulcano quasi impazzito è come se fosse Dio a parlare agli uomini con manifesta intolleranza. Il segno dei tempi, di cui si parla nei Vangeli, è qui ma chi ci pensa!
    Perdiana, ma perché ci si dispone a dare colpe alla scienza di limitatezza (ma solo dell'uomo che tenta di cogliervi dei frutti) mentre non è così?
    La scienza non ha forse sviluppato l'ipotesi di Gaia, il nostro pianeta terra, a cominciare dalle ricerche del fisico e astronomo inglese James E. Lovelock e della biologa Lynn Margulis, studiosa della simbiosi (dal Greco, "vivere insieme"), quel fenomeno per cui esseri viventi diversi si uniscono dividendosi i compiti per averne vantaggi, diventando indispensabili gli uni agli altri. Così fanno, per esempio, i licheni, forma di simbiosi tra funghi e alghe: l'alga produce sostanza organica, nutrendo il fungo che non può farlo poiché non ha clorofilla, mentre fornisce acqua. Altri esempi di simbiosi sono fra vegetali, fra animali, fra animali e vegetali. Ma anche un organismo preso a sé è, in certo senso, una forma di simbiosi, quella fra cellule.
    Insomma, a ragione di questa consapevolezza l'uomo ha l'occasione di assurgere al privilegio di diventare "neurone" benefico del cervello di Gaia e non pervaso da "geni egoisti" secondo le convinzioni dello zoologo William Hamilton.
    E quel vulcano irlandese oggi ci scuote dal torpore fanciullesco dei giochi a mosca cieca e ci fa capire che è veramente Dio a farlo e ognuno lo immagini come gli pare in relazione a Gaia.
    Io non mi meraviglierei di sapere che quel giovane Davide Amadori, così intraprendente col pensiero, dunque ottimi neuroni i suoi, non certamente egoisti presi dal bel vivere, abbia fatto le mie stesse riflessioni suddette.
    Aveva ragione l’etologo Danilo Mainardi quando ebbe a rispondere ad un'intervista su Gaia e i neuroni: «Mi pare che la distruzione della biodiversità  che stiamo  operando lo escluda. Prima di ambire alla parte dei neuroni, dovremo come minimo renderci conto, con modestia, che i grandi sistemi governano il globo e che noi li conosciamo ancora poco».

    Gaetano

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  9. Brava come sempre, ma leggendo i commenti a cominciare dal tuo intervento, l'anima mia è stata pervasa da una grande tristezza e più profondamente un'amarezza, poiché quel vulcano, in straordinaria "agitazione", mi è parso come se una "voce dall'alto" avesse parlato ma senza essere ascoltata.

    Mi dispiace, caro Gaetano, leggere questo velato, ma neanche tanto, rimprovero nelle tue parole.

    Non è detto che le persone non abbiano pensato a cose più grandi. Può essere che non siano in grado di esprimerle come sai fare tu...e allora chi sono io per muovere loro dei rimproveri o pretendere altro? Se passano a leggere le notizie che propongo, per me è moltissimo e sono looro grata di seguirmi.

    Inoltre, questo non è solo un "giornale online", ma anche un blog didattico, che porto avanti con estrema fatica giorno dopo giorno, ritagliando tempo ed energie, insieme ad altri blog.

    A volte non ho il tempo materiale di buttarmi in riflessioni della portata di quelle che tu rilasci in genere, caro Gaetano, perché sarebbero altrettanti articoli da scrivere...e il tempo di farlo non ce l'ho. Quindi mi dispiace molto deluderti, ma con tre blog, famiglia, scuola e collaborazioni, è così.

    Le tue testimonianze sono profonde e sempre estremamente gradite ed apprezzate...sono sicura anche dai lettori.

    Grazie.

    Un abbraccio

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  10. Annarita, preso per lo zelo ho calcato la mano e chiedo scusa a tutti, e a te per prima. Avrei dovuto amorbidire le cose che ho detto.
    Beh! Cosa fata capo ha e poi accade anche che fra amici si discute ma poi dopo tutto passa e si ride e si scherza.

    Nondimeno aiuta molto sentir fare le riflessioni come quella del mio commento abbastanza infuocato, ammetto. Perché occorre pure che qualcuno lo faccia, ma in modo garbato, ne convengo.

    Mi sovviene una scena di quel film con Alberto Sordi, "Il marchese del Grillo". Si tratta dell'esecuzione capitale di un brigante e tutti del popolo assistevano allo spettacolo, compreso il nostro marchese con accanto una sua amica del momento. Al momento dell'esecuzione era d'uso fra i popolani schiaffeggiare i ragazzi perchè si ricordassero bene cosa comporta fare il brigante o altro contro chi governa. E così  avvenne che il marchese diede un vigoroso ceffone alla sua amica francesina che fu presa di sorpresa.

    Abbracci,
    Gaetano

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