vi propongo l'ottimo articolo con cui Paolo Pascucci ha partecipato alla quinta edizione del Carnevale della Fisica.
Ne riporto l'introduzione, il resto potete leggerlo o scaricarlo da questa pagina.
Fisica e neuroscienze: un approccio newtoniano
(Questo articolo partecipa al Carnevale della Fisica che si tiene a fine marzo nel blog Scientificando di Annarita Ruberto).
Intorno agli inizi del 1670 Isaac Newton si interessò dei fenomeni luminosi, con particolare riguardo ai problemi legati alla rifrazione della luce. Notissimi sono i suoi esperimenti con un prisma trasparente con i quali dimostrò come questo solido geometrico può scomporre la luce bianca visibile in uno spettro di colori. Questo fenomeno viene chiamato dispersione ottica e consiste nella separazione di un’onda elettromagnetica nelle sue componenti spettrali, separando le varie lunghezze d’onda di cui è composta. Si accorse inoltre che facendo nuovamente convergere il fascio di onde disperse su un altro prisma otteneva di nuovo quello originale bianco, mentre se deviava una singola lunghezza d’onda su un altro prisma questa rimaneva invariata, facendogli ipotizzare che fosse un componente primitivo non ulteriormente scomponibile.
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Egli pubblicò queste sue prime scoperte in un lavoro per la Royal Society nel 1671, intitolato A Letter of Mr. Isaac Newton, Professor of the Mathematicks in the University of Cambridge; Containing His New Theory about Light and Colors: Sent by the Author to the Publisher from Cambridge, Febr. 6. 1671/72; In Order to be Communicated to the R. Society[1], reperibile a questo indirizzo.
Più tardi, verso il 1679 (anche se già al 1666 datano il presunto aneddoto della mela e alcuni lavori non conclusivi per la mancata considerazione di alcuni aspetti) riprende gli studi sulla gravitazione che, grazie al pressante invito di Edmund Halley, sfociano nel 1684 nel manoscritto De motu corporum che contiene le tre Leggi del moto, che esitano poi, tre anni più tardi, nei Philosophiae Naturalis Principia Mathematica. [Continua a leggere]
RispondiEliminaChe splendido regalo, Anna! Qui da te mi sembra anche più bello. Sarà l'ambiente che influisce. Grazie assai, cara.
[paopasc]
Rosaria: finalmente posso visitarti...
RispondiEliminacerte volte con i miei figli attraverso i vetri della finestra
dove battevano i raggi del sole
abbiamo cercato di creare il prisma.
Ma io non vedevo mai nulla.
Meglio non raccontarlo....
Un bacio ciao!
Devo dissentire, Pa. Il regalo lo hai fatto tu a me:)
RispondiEliminaAffascinante questo articolo di Paolo Pascucci. Ho scaricato il pdf volgio proporlo a scuola colleghi e alunni.
RispondiEliminaGrazie per segnalare delle cose sempre interessanti.
Un abbraccio,
Ruben
Sai che cercavo qualcosa del genere per un approfondimento? Bisogna passare sempre da te quando si cerca qualcosa.
RispondiEliminaComplimenti all'autore.
Bacio
Arte.
RispondiEliminaUn ringraziamento ai cari lettori e alle loro parole di stima.
[paopasc]
RispondiEliminaQuel che racconti, lo facevo anch'io con i miei fratelli, Rosaria. Evidentemente è un giochino che piace ai ragazzi.
Bacione
annarita