Cari ragazzi e cari lettori, riporto una notizia interessante per noi che dobbiamo affrontare lo studio dell'Etologia, e molto importante per il campo più vasto delle neuroscienze.
Ho letto sul sito dell'Università di Trento il seguente comunicato del 15 febbraio 2010.
Lo studio di Vallortigara - CIMeC - sulla rivista statunitense PNAS
Semoventi son viventi: il cervello riconosce in modo innato gli oggetti animati
"I pulcini preferiscono gli oggetti che si muovono di moto auto-indotto": lo dice lo studio di un gruppo di ricercatori di Trento e Padova in uscita sulla prestigiosa rivista americana Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS).
Giorgio Vallortigara – direttore vicario del Centro Mente Cervello dell’Università di Trento e uno degli autori dello studio – commenta i risultati ottenuti, che vanno a supporto dell’ipotesi che nel cervello dei vertebrati esista un meccanismo neurale innato alla base del riconoscimento degli oggetti animati: “Aristotele pare avesse ragione a suggerire che il movimento auto-indotto funge da base percettiva per la distinzione tra esseri animati e inanimati; i nostri risultati dimostrano inoltre che il meccanismo che opera la distinzione è innato. Adesso la disponibilità di un modello animale apre la strada all’individuazione dei meccanismi cerebrali e dei geni che stanno alla base della nostra mente sociale”.
Elena Mascalzoni, Lucia Regolin, and Giorgio Vallortigara, Innate sensitivity for self-propelled causal agency in newly hatched chicks. Proceedings of the National Academy of Sciences.
Questo in sintesi l'esperimento dei ricercatori.
Appena dopo la schiusa dell’uovo, i pulcini sono stati esposti all’immagine di un oggetto in moto che, urtando un secondo oggetto immobile, ne causa il movimento. Gli scienziati hanno visto che successivamente gli animali si dirigono di preferenza verso il primo oggetto, quello semovente, che viene scelto come oggetto di imprinting più del secondo oggetto, quello il cui movimento era stato causato dall’urto. In una seconda condizione, quando entrambi gli oggetti vengono percepiti come semoventi (è sufficiente invertire l’ordine in cui gli oggetti si muovono, abolendo ogni urto), i pulcini non dimostrano preferenza alcuna.
Modificando nuovamente l’interazione tra i due oggetti, mantenendo questa volta il contatto fisico al momento dell’urto, ma inserendo un ritardo di 3 secondi tra il contatto fisico e il movimento del secondo oggetto, si ottiene lo stesso effetto registrato negli umani: si perde la percezione di causalità tra l’urto e il movimento e, infatti, nessuna preferenza per uno degli oggetti viene palesata neppure dai pulcini.
Vi chiederete perché i ricercatori del CIMeC abbiano preso in considerazione proprio i pulcini, vero? Perché pulcini così piccoli mostrano il fenomeno dell’imprinting, cioè imparano a riconoscere e a tenere al centro della propria attenzione i primi oggetti che vedono appena si affacciano al mondo: è imprinting quello che li lega alla loro mamma, ma se invece di quella vera, subito dopo la nascita, viene mostrato loro un oggetto che si muove, lo prendono per la loro mamma anche se non ha piume, becco e ali. Lo sappiamo dagli studi condotti dall'etologo Konrad Lorenz...che adottò l'ochetta Martina!(L'anello di Re Salomone)
Leggi il pdf del comunicato stampa.
Un video (1° parte) che tratta degli studi di Lorenz sulle anatre e le oche.
Seconda parte
Terza parte
RispondiEliminaEcco un'occasione per dar retta a Darwin ma immaginare anche su che piano trovare la conciliazione con i sostenitori del creazionismo.
Il comportamento del pulcino, sulla base sperimentale dei ricercatori di Trento e di Padova oggetto di questo post a commento, porta alla consapevolezza scientifica cosiddetto dell'"imprintig".
Sembra poco, ma secondo me è una scoperta favolosa.
Si tratta di una concezione primaria dell'essere, in questo caso un pulcino, che si affaccia dal suo uovo appena schiuso. Come ad affermare che da qui inizia la vita dell'essere in genere, estendendola in modi diversi a tutti gli esseri viventi.
Da qui ottenere la famosa risposta alla domanda, tanto rassomigliante a quella della Sfinge a Edipo del mito, «Chi è nato prima, l'uovo o la gallina?».
Gli evoluzionisti, oggi in virtù dell'accertato "imprintig" del pulcino sul tavolo della ricerca scientifica, aggiungogono un anello risolutivo alla loro fede darwiniana; e i creazionisti come potrebbero avere ragione di credere in un Dio creatore?
E qui la scienza non può che credere in quella "forza indotta" dell'oggetto che ne ha mosso un altro e così indurre il pulcino a seguire il primo, questo in base agli esperimenti dei ricercatori di Trento e Padova.
Dunque è fondamentale una ignota forza "induttiva" a crearne un'altra - mettiamo - nell'essere vivente, ipotizzando di poter generalizzare il processo dei pulcini appena nati dall'uovo.
Non è possibile, a questo punto, ipotizzare che questa "forza induttiva" sia paragonabile al "soffio vitale" che Dio creatore - secondo la Bibbia - dispone nell'uomo ancora di materia inerte (di fango terroso) e così portandolo alla vita cosciente?
Non è possibile, prosegendo su questa logica, ipotizzare che questa "forza indotta" abbia a che vedere con il "prana" della cultura yoga? E dar retta così ai sostenitori esoterici di una costituzione occulta del corpo umano, di successivi corpi insostanziali compenetrati di cui il primi è chiamato "corpo eterico"?
Insomma, a conclusione della mia timida ipotesi, vede profilarsi proprio dalla scienza una trascurata "forza indotta" risolutrice all'atto della nascita di un essere appena, appena sulla soglia della vita. Non è grandioso?
Gaetano
RispondiEliminaInteressante, un'altro successo dei ricercatori italiani, capire il complesso meccanismo della mente credo, sia uno dei traguardi più ambiziosi per i ricercatori.
Ciao annarita, roberta.
RispondiEliminaSembrerebbe proprio una caratteristica filogenetica, questa di preferire enti che si muovono autonomamente rispetto a quelli che si muovono per induzione. La preferenza è forse da ricercare nella perifieria retinica, nell'uomo notoriamente implicata nella percezione del movimento, e nella maggior facilità di predisposizione di un sistema fisso di rilevamento del movimento che uno invece di rilevamento categoriale più complesso come quello visivo. Infatti, soprattutto in queste specie, l'attaccamento parentale è di preferenza verso il primo oggetto che incontrano semovente, senza riconoscimento morfologico.
[paopasc]
RispondiEliminaSembra poco, ma secondo me è una scoperta favolosa.
Sono d'accordo, Gaetano!
Non è grandioso?
Sicuramente!
RispondiEliminaSono d'accordo, Rob.
Ciao!
RispondiEliminaTi ringrazio della sottolineatura, PA.
Ciao.
annarita