skip to main |
skip to sidebar
Learning Object, Didattica E Apprendimento
Cari colleghi e cari lettori, questo post vuole affrontare il tema dei Learning Object e la loro connessione con la didattica e l'apprendimento. In realtà, il tema non è nuovo perché già discusso ampiamente in ambienti virtuali e non.
La tematica ritorna però alla ribalta a seguito della recente iniziativa ministeriale, il progetto La scuola digitale", mirata a produrre “contenuti digitali”.
La scuola digitale è, infatti, l’ultimo di una serie di provvedimenti messi in campo dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca per la diffusione delle tecnologie digitali in classe.
Il Piano d’intervento, coordinato dal Miur e dall’Agenzia per lo Sviluppo dell’Autonomia Scolastica (ex Indire), è stato presentato dal ministro dell'Istruzione, Università e Ricerca scientifica Mariastella Gelmini, l'11 giugno 2009, in occasione del Symposium Internazionale “Global ICT in Education Networks”.
Le foto del Symposium su Flickr.
Facciamo però un passo indietro per risalire al quadro normativo di riferimento in cui si ritrovano le radici dell'esistente, e che si possono sintetizzare in:
1. Politiche scolastiche ed educative europee;
2. politiche scolastiche ed educative italiane, che scaturiscono dalle prime.
I link portano a due mappe da me elaborate. Nella prima mappa il focus si ritrova negli obiettivi fissati dal Consiglio Europeo, il 23 e 24 marzo 2000 a Lisbona, in vista di Lisbona 2010. (Consulta anche su Wikipedia la "Strategia di Lisbona" e, su Educazione&Scuola, Strategia di Lisbona 2000/2010).
La seconda mappa sintetizza le tematiche assunte dal nostro paese in materia di innovazione, sperimentazione e riforma, e culminanti nella legge delega n. 53/2003 o legge di riforma Moratti, i cui effetti, con annessi e connessi, conosciamo bene. Ricordiamo la recente evoluzione della legge delega 53, con i ministri Fioroni e Gelmini.
In questo quadro, si colloca la nascita dell’INVALSI, Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione, Ente di ricerca dotato di personalità giuridica di diritto pubblico che ha raccolto, in un lungo e costante processo di trasformazione, l’eredità del Centro Europeo dell’Educazione (CEDE) istituito nei primi anni settanta del secolo scorso.
Le indagini OCSE - PISA concludono il sintetico excursus. L'Ocse (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) avviò nel maggio 1998 il progetto Pisa (Programme for International Students' assessment). Si tratta di una grande rilevazione internazionale, prevalentemente centrata sulla capacità di comprensione della lettura ma integrata da aspetti relativi alla matematica e alle scienze, nonché alle cosiddette abilità trasversali (Cross Curricular Competencies), alla quale partecipavano 32 nazioni, nel 2000. Da allora si sono susseguiti periodicamente diversi rilevamenti in cui i nostri alunni quindicenni si sono sempre collocati negli ultimi posti della classifica internazionale.
Alla luce della sconfortante situazione, il Ministro dell'Istruzione vara diversi progetti per migliorare le competenze dei nostri discenti nei campi nevralgici individuati. I progetti che hanno a che fare direttamente con i Learning Object sono:
1. il Progetto @pprendere digitale per la scuola secondaria di 1° grado (2005);
2. il Progetto DiGi scuola per la scuola secondaria di 2° grado.
Lo scopo di entrambi i progetti è quello di migliorare, quindi, le competenze degli allievi nelle discipline Italiano, Matematica, e Scienze grazie alla fruizione di contenuti digitali progettati ad hoc. L'attenzione si focalizza sui Learning Object.
Per farla breve, all'epoca, Garamond si aggiudica l'appalto di gara e produce un intero curricolo digitale di LO (CURRICULUMdigitale) per entrambi i progetti. Qui potete consultare la nota prot. n.38 (5 gennaio 2007) con cui il Ministero dell'Istruzione abilita le scuole all'acquisto dei Contenuti Didattici Digitali dal marketplace della piattaforma DiGi Scuola (adesso probabilmente chiusa perché non si ritrova più all'indirizzo www.digiscuola.it).
La scrivente, insieme ad un gruppo di docenti selezionati, redige lo storyboard dei LO Garamond. Personalmente ne ho progettati una cinquantina di Matematica e Scienze. Potete vedere un esempio qui.
Ritorniamo alla domanda in apertura di post: "Che cos'è un Learning Object". Non esistono definizioni univoche.
Riporto una definizione tratta dal mio articolo "Progetto @pprendere digitale e i Learning Object :
In estrema sintesi, i Learning Objects possono essere considerati
degli oggetti di apprendimento digitali e non (solo digitali
per alcuni autori) che perseguono un obiettivo formativo
specifico, utilizzati sia da docenti, sia da studenti in modo
indipendente e senza una sequenza predefinita. L’uso dei
LO affonda le radici nel paradigma della programmazione
object oriented, usata nel settore informatico, dove vengono
creati componenti (objects) indipendenti l’uno dall’altro e
riutilizzabili in contesti diversi grazie al loro riassemblaggio,
di volta in volta nuovo a seconda delle esigenze e dell’obiettivo
da perseguire. Tale tendenza nasce dalla necessità di
standardizzare e riutilizzare il materiale (al fine di progettare
percorsi formativi curricolari e individuali flessibili riguardo
alle esigenze di un utente), che viene suddiviso in
unità formative autosufficienti, autonome e aggregabili sulla
base di nuove e diverse esigenze, consentendo così di ammortizzare
i costi elevati della progettazione didattica dei
materiali per la formazione basata sulle nuove tecnologie.
I Learning Objects sono l’araba fenice della didattica a distanza:
tutti ne parlano, ma non si sa esattamente che cosa
siano. Di certo, un Learning Object è una risorsa didattica
riusabile, può essere interscambiata con altri Learning
Objects, ma non si sa quanto debba essere grande o “difficile”.
Sembra, comunque, ragionevole che un LO debba
tener conto del metodo didattico del docente e del grado
di conoscenza dell’allievo.
Consultando l'articolo citato, troverete altre definizioni di LO.
In questo secondo articolo sono illustrate delle esemplificazioni "I Learning Object: Alcuni esempi".
Qui sono consultabili alcuni materiali prodotti da INDIRE:
- Nota attività di formazione
- 1º Seminario formazioneINDIRE
a. Stato dell'arte suiLearning Objects
b. Didattica LO
c. Webquest_risorse
La pagina di Wikipedia dedicata ai Learning Object.
A distanza di alcuni anni, che cosa si può dire sull'utilità dei LO nei confronti della didattica e dell'apprendimento?
A qualcuno che avesse pensato di fare innovazione didattica introducendoli, posso dire che si è lontani da tale obiettivo.
I LO sono "contenuti digitali" e non strumenti che da soli favoriscono l'apprendimento degli allievi. Occorre essere consapevoli di che cosa si sta attuando nel momento in cui essi vengono utilizzati.
E questo riporta inesorabilmente ai nodi fondamentali: "Che cosa significa apprendere? E come si può promuovere un apprendimento significativo?"
Queste sono le domande alle quali occorre fornire delle risposte urgenti. Lavorare in questa prospettiva significa fare innovazione! Gli strumenti digitali e le nuove tecnologie, inclusi i LO, possono fornire un aiuto prezioso, ma da soli non sono sufficienti a promuovere automaticamente apprendimento.
La diatriba "LO sì, LO no" è sterile. I LO possono svolgere, se impiegati con consapevolezza, una funzione attivatrice della capacità attentiva perché i contenuti digitali piacciono agli allievi. Pertanto, tra non averli oppure averli, è preferibile la seconda ipotesi. Precisato ciò, occorre però andare oltre.
Vi lascio alcuni link ove reperire risorse gratuite in rete.
Software per realizzare LO:
Xerte
eXeLearning
Risorse digitali
Medita-Mediateca digitale italiana
VideoScienza
eduMedia
TerritorioScuola
MERLOT
SLOOP
iLumina
EBOOKGRATIS
eBook Searchr
WikiWideo
Utile anche consultare InnovaScuola
Un esempio di LO per la scuola elementare realizzato con iSpring Free.
una teoria che non mi convince soprattutto perchè non credo ci sia un corpo docente all'altezza di non far diventare questo object oriented in nozionismo
RispondiEliminaCredo che il principio informatico abbia la sua applicazione appunto in sistemi non intelligenti, dove è l'uomo a mettere in relazione
Mettere in relazione significa ragionare
Temo che l'obiettivo sia di non far mettere in relazione
Non saranno una panacea pedagogica ma sono sicuramente utili. Hanno, a mio parere, l'utilità che possiedono le figure in un contesto cartaceo, con tutto il valore iconico della rappresentazione grafica.
RispondiEliminaInoltre hanno anche un valore di stimolazione sensoriale della naturale curiosità che costituisce la riserva di attenzione capace di consolidare l'apprendimento. Nonostante questo, lamenti una classifica internazionale deficitaria, da parte degli studenti italiani.
Non conosco la diffusione dei Learning Object all'interno del sistema scolastico italiano, e se dalla loro introduzione si sono notate differenze rispetto alla loro assenza. Vi è anche da considerare l'applicazione di questi strumenti, cioè metodiche e intensità pedagogica.
In definitiva, anche per me questi strumenti sono validi.
Sta di fatto che occorrerebbe comprendere, oltre al meccanismo che scatena l'apprendimento (vedi diavolerie elettroniche, telefonini, ipod e via dicendo, nei confronti delle quali i ragazzi dimostrano interesse e facilità ad imparare), anche perchè in alcune culture si riesce meglio che in altre e se ciò sia da imputare salomonicamente a metodi d'insegnamento e tipo di società o a qualche altro, ignoto, fattore.
Intanto, che taglio di articolo leggo io, m'ha fatto lasciare seduta stante l'Aldo Rossi di Le strutture limbiche del telencefalo degli anamni gruppo I e gruppo IIA), lettura che compete con Alice nel paese delle meraviglie (!?) quanto a interesse e fantasia!
[paopasc]
Paolo, condivido le tue riflessioni.
RispondiEliminaSta di fatto che occorrerebbe comprendere, oltre al meccanismo che scatena l'apprendimento (vedi diavolerie elettroniche, telefonini, ipod e via dicendo, nei confronti delle quali i ragazzi dimostrano interesse e facilità ad imparare), anche perchè in alcune culture si riesce meglio che in altre e se ciò sia da imputare salomonicamente a metodi d'insegnamento e tipo di società o a qualche altro, ignoto, fattore.
Hai messo il dito su un nodo fondamentale oltre che dolente...
Grazie anche per questo approfondimento.
RispondiEliminaPersonalmente non amo e non uso i LO in quanto credo didatticamente superato il discorso dell'apprendere per contenuti.
L'apprendimento è un processo multiforme che avviene attraverso la mediazione degli strumenti in un contesto relazionale in cui vi siano norme precise e divisione del lavoro, per giungere ad una costruzione negoziata della conoscenza. L'operazione di negoziazione implica analisi, riflessione, metacognizione, revisione, sintesi, relazione, concettualizzazione...e poi trasferimento in altre situazioni.
Ogni apprendimento segue una sua strada specifica, a volte imprevedibile, a seconda degli strumenti utilizzati, delle deviazioni cui gli stessi attori del percorso costringono.
La somministrazione di uno stimolo per attivare una risposta non è sufficiente a determinare un processo di apprendimento.
E tu l'hai ben specificato.
Tuttavia, alcune volte i LO possono essere utilizzati, appunto come stimolo per attivare curiosità, oppure possono essere strumento di verifica per confrontare la ricerca del gruppo classe con quella costruita esternamente.
Bacissimi e buon fine settimana!!!
france