Cari ragazzi e cari lettori, il 25 dicembre di 367 anni fa, nasceva (secondo il calendario gliuliano) Sir Isaac Newton (Woolsthorpe-by-Colsterworth, 25 dicembre 1642 – Londra, 20 marzo 1727). L'8 gennaio 1642 moriva il grande Galileo Galilei.
Egli è noto soprattutto per il suo contributo alla meccanica classica, ma fu anche matematico e alchimista. Molti lo considerano una delle più grandi menti di tutti i tempi; alcuni la più geniale mente di tutti i tempi. "Colui che nel genio ha superato il genere umano", diranno di lui i suoi successori.
(Anonimo, Ritratto di Isaac Newton
Olio su tela, 65X50
Bologna, Archivio Storico dell'Università degli Studi)
E in effetti contribuì in modo determinante a diversi ambiti della conoscenza. Con la legge della gravitazione universale, descritta nei Philosophiae Naturalis Principia Mathematica (pubblicati nel 1687), e con le sue leggi del moto, creò le basi della meccanica classica.
Contribuì alla rivoluzione scientifica e all’affermazione della teoria eliocentrica. Sua è anche la sistematizzazione matematica delle leggi di Keplero sul movimento dei pianeti. Fu, inoltre, il primo a dimostrare che la luce bianca è composta dalla somma (in frequenza) di tutti gli altri colori, e avanzò l’ipotesi sulla natura particellare della luce, da cui nacque la teoria corpuscolare della luce in contrapposizione alla teoria ondulatoria, sostenuta dall'astronomo olandese Huygens e dall'inglese Young. Da tale contrapposizione scaturirà poi la soluzione proposta nella forma del dualismo onda-particella, all'interno della meccanica quantistica.
Agli scolari di tutto il mondo è nota la "storiella" di Newton e la mela, che in realtà non è veritiera, ma una storiella, appunto.
Riporto in proposito da Wikipedia:
“La tradizione vuole che Newton fosse seduto sotto un albero di mele quando una mela cadde sulla sua testa e questo gli fece capire che la forza gravitazionale terrestre e celeste sono la stessa cosa. Questa in realtà è un'esagerazione di un episodio narrato da Newton stesso secondo il quale egli sedeva ad una finestra della sua casa (Woolsthorpe Manor) e vide una mela cadere dall'albero. In ogni modo si ritiene che anche questa storia sia stata inventata dallo stesso Newton più avanti negli anni, per dimostrare quanto fosse abile a trarre ispirazione dagli eventi di tutti i giorni. Uno scrittore suo contemporaneo, William Stukeley, registrò nelle sue Memoirs of Sir Isaac Newton's Life una conversazione con Newton a Kensington il 5 aprile 1726, nella quale Newton ricordava «quando per la prima volta, la nozione di forza di gravità si formò nella sua mente. Fu causato dalla caduta di una mela, mentre sedeva in contemplazione. Perché la mela cade sempre perpendicolarmente al terreno, pensò tra sé e sé. Perché non potrebbe cadere a lato o verso l'alto ma sempre verso il centro della terra.» L'episodio divenne famoso quando fu ripreso da Voltaire nella quindicesima delle sue Lettres philosophiques (1734).”
Fu Presidente della Royal Society, e, a soli 27 anni, ottenne la cattedra di matematica a Cambridge, subentrando a Isaac Barrow, suo maestro, che si dimise per cederla al geniale allievo, e passare alla cattedra di Teologia e Filosofia.
Condivise con Gottfried Wilhelm Leibniz la paternità dello sviluppo del calcolo differenziale o infinitesimale. A tal proposito, si sviluppò un’accesa disputa, iniziata nel 1695, quando Wallis riferì a Newton che in Europa il calcolo era considerato un'invenzione del matematico tedesco. Successivamente, durante il suo soggiorno a Londra, Leibniz fu accusato di aver plagiato Newton. Egli allora si appellò alla Royal Society nel 1704, chiedendo giustizia.
Oggi gli storici della scienza tendono a riconoscere a Newton una priorità nelle applicazioni fisico-meccaniche del calcolo, e a Leibniz una priorità sugli aspetti logici e sui simboli usati per derivate e integrali.
Per quanti volessero approfondire la questione della disputa, a questo link è scaricabile “Leibniz e Newton: la disputa sul calcolo infinitesimale”, un ebook di 232 pagine, tesi di laurea specialistica conseguita presso l’Università La Sapienza di Roma, Facoltà di Filosofia.
Una curiosità: si racconta che Newton fosse un carattere difficile, scorbutico, litigioso e per niente allegro. Ebbe una sola storia sentimentale con una graziosa ragazza, conosciuta durante la sua lunga permanenza a casa di uno zio farmacista a Grantham.
Concludo questo post natalizio, ricordando brevemente un altro evento importante. Il 25 dicembre del 1758, un agricoltore di 35 anni, Johann Georg Palitzsch, innamorato dell’Astronomia e autodidatta in questa disciplina, osserva con il suo telescopio, nel cielo di Sassonia, la Cometa di Halley, passata nel 1682, e ancor prima nel 1607 e così via, ad intervalli di 76 anni.
Johann Georg Palitzsch riuscì ad osservare per primo la cometa al suo ritorno, predetto qualche anno prima da Sir Edmund Halley.
le meccaniche celesti interpretate da qualche affinità astrale?
RispondiEliminaAuguri!
C'è spesso questo parallelismo tra genialità e intrattabilità o estrosità di carattere, almeno in tutti quei casi (e più che spesso del passato, dove l'attività scientifica era pioneristica, e non come oggi, così più standardizzata e -forse- appiattita) in cui l'individuo 'creava' le conoscenze dal -quasi- nulla.
RispondiEliminaNon sfuggono, in maggior misura, a questa pseudolegge, gli artisti di ogni arte di tutte le epoche, a riprova, forse, che ogni vero artista, 'crea' delle conoscenze, anche se in linguaggio non scientifico ma allegorico, dal -quasi- nulla.
Ciao cara,
paopasc
Cosa sarebbe oggi il mondo senza Newton!
RispondiEliminaBuona Giornata!
Rino
e domani è il giorno di Keplero ....
RispondiEliminaBentornata, Peppe
in quell'anno nasce un grande scienziato ma ne muore uno a dir poco importante
RispondiEliminabuon 2010
asia bolognesi