Cari ragazzi e cari lettori, è risaputo che l’acqua è una sostanza indispensabile per la vita di tutti gli esseri viventi: piante, animali, uomo compreso, hanno nel loro organismo una percentuale altissima di acqua. Ma come si trasforma nel suo scorrere dalle montagne, dove si trova accumulata in grandi ghiacciai, verso valle? Quali sono le caratteristiche che la rendono così diversa dagli altri liquidi?
Proviamo a rispondere a queste domande!
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Senza le montagne, lo sappiamo, l’acqua sarebbe molto diversa da quello che è. Non avrebbe gli odori e i sapori che possiede, ma è anche vero che le montagne sarebbero ben differenti senza l’acqua, che, nelle sue vesti solida e liquida, è il primo modellatore della catena alpina.
Nel suo percorrere le valli, l’acqua si arricchisce di sostanze che le danno un gusto e un profumo. Il carbonato di calcio e di magnesio (un composto chimico di calcio e magnesio, carbonio e ossigeno), il sodio, il potassio e varie altre sostanze che vengono disciolte durante lo scorrere sulle rocce e sui terreni, la rendono “minerale”, e a volte ne entrano a far parte in quantità tali che l’acqua assume anche sottili odori, come quando, ad esempio, si arricchisce in zolfo.
I sali disciolti nell’acqua sono importanti per gli organismi viventi: basta ricordare che la più piccola entità vivente, la cellula, contiene una soluzione d’acqua con un preciso equilibrio salino, che è alla base di complessi processi biochimici.
Ecco perché se l’acqua non ha sali non è considerata potabile, nel senso stretto del termine. E’ quel che succede alle acque di fusione dei ghiacciai. Ma acque che sgorgano da montagne di origine vulcanica possono contenerne in eccesso, soprattutto se le rocce possiedono molto piombo, arsenico, cadmio, mercurio o cromo, che le possono rendere tossiche.
Nonostante il luogo comune che vuole le acque di montagna fresche, pure e limpide, non è sempre detto però che siano realmente potabili. Esse, infatti, possono contenere batteri, virus, protozoi, miceti sia per cause naturali, sia per inquinamento dovuto all’uomo. Nei torrenti del Parco di Denali (immagine a lato) in Alaska, per esempio, che è praticamente disabitato e ricco di montagne, è diffusa a livello endemico la Giardia intestinalis, un parassita che può causare problemi intestinali di non poco conto.
A volte può capitare che le acque attraversino strati rocciosi molto porosi, al punto che scompaiono dalla superficie per ritornare a cielo aperto dopo un percorso sotterraneo più o meno lungo: è a questo punto che si ha l’acqua di sorgente. Spesso la migliore dal punto di vista potabile, perché ricca in sali e purificata da molte sostanze inquinanti, tant’è che ha fatto la fortuna delle oltre 240 società che, solo in Italia, vendono acque minerali.
Non sempre sono i fiumi a scomparire sotto terra, può capitare anche ai laghi alpini. E’ quel che succede, per esempio, al lago “Si vede e non si vede” un lago dal colore blu intenso, così chiamato dalla gente di Ponikve, vicino a Fiume, in Croazia. Il nome spiega la caratteristica del lago che, pur non essendo una rarità in assoluto, lo rende quasi unico per le dimensioni: il bacino lacustre, infatti, nell’ultimo secolo ha fatto la sua comparsa a intervalli di 30-40 anni, è sopravvissuto per qualche mese, poi è scomparso anche nel giro di una sola notte. Nel 2002, ci è voluto circa un mese perché varie sorgenti portassero il lago alle sue dimensioni tradizionali: 2 km di diametro e 12-15 m di profondità. La leggenda vuole che il lago scompaia ogni qual volta il vento di bora ruba l’acqua, per trasformarla in specchi per la gente ricca di Bakar, un villaggio costiero. La realtà, invece, è che quando intense e prolungate piogge riempiono le grotte e i cunicoli carsici sino a innalzare il livello dell’acqua sotterranea alla quota in cui vi sono le fratture che vengono a giorno, si hanno la fuoriuscita d’acqua e il riempimento del lago. Quando la falda sotterranea si abbassa, e questo si verifica dopo un periodo variabile di mancanza di piogge, le sorgenti smettono di alimentare il lago per diventare scarico del lago stesso e lo svuotano nel giro di poche ore o al massimo di qualche giorno.
Ovviamente, durante la corsa verso le valli, le acque di montagna si possono raccogliere in bacini: quel che colpisce è la varietà di colori che i laghi di montagna possono assumere. A volte si osservano specchi d’acqua di un blu intenso, altre volte sono verdi, ne sono un esempio i laghi Benedetto (figura a destra) e Avio nei dintorni dell’Adamello, oppure possono diventare grigi, come il Laghetto di Gana, circondato da brulle pietraie, altre volte ancora possono colorarsi di rosso. Il perché è racchiuso nel delicato equilibrio tra la dimensione dei laghi e la riflessione dei colori dei versanti delle montagne e del cielo che circondano i laghi stessi, ma dipende anche dalla profondità dell’invaso e non ultimo dalla presenza di microrganismi.
Il Lago di Tovel (Brenta) ne è un esempio. Fino al 1964, durante alcuni periodi dell’anno, apparve rosso. Da allora il fenomeno è progressivamente sparito, in quanto è venuto a mancare l’apporto di nutrienti, fosforo in particolare, che alimentavano un determinato tipo di alga (Tovellia sanguinea) e che veniva portato nel lago dalle deiezioni delle vacche al pascolo. Oggi non succede più perché sono cambiate le modalità di alpeggio e gli animali vivono lontani dall’invaso naturale.
Uno degli elementi caratteristici dell’acqua montana è la capacità erosiva quando si raccoglie nei fiumi. Essa dipende da vari fattori, ma soprattutto dal materiale solido che l’acqua stessa trasporta (il quale agendo sulle rocce aiuta ad abraderle) e dalla velocità del flusso. Fino a poco tempo fa si era sottostimata la capacità erosiva dei piccoli fiumi che attraversano le catene montuose. Ricerche condotte in Nuova Zelanda dimostrano che, in proporzione, i fiumi alpini possono trasportare negli oceani molti più sedimenti che non i giganteschi corsi d’acqua, come il Rio delle Amazzoni o il Nilo.
Questa scoperta non aggiunge nulla di più al fatto che i fiumi di montagna necessitano di un controllo continuo per evitare i dissesti idrogeologici che caratterizzano a intervalli l’intera nostra penisola. E questo si sa, è storia di tutti i giorni.
L’importanza dell’acqua si può riassumere in una frase: è all’interno dell’acqua che è nata la vita e la vita oggi, sul nostro pianeta, non potrebbe sussistere senza acqua.
Per spiegare la sua stranezza va ricordato che dal momento che è la sostanza liquida per eccellenza, sorprende pensare al fatto che quando gela si comporta all’opposto di tutti i liquidi. Essa infatti si espande e diventa meno densa. Se le cose non stessero così, il nostro pianeta sarebbe ben diverso. I ghiacci del Polo Nord non esisterebbero, perché il ghiaccio non galleggerebbe sull’acqua e andrebbe a fondo, cosicché non esisterebbero gli iceberg. Le rocce delle montagne si sgretolerebbero di meno, perché in inverno l’acqua che entra nelle fessure non le gonfierebbe, trasformandosi in ghiaccio. Anche i laghetti di montagna, in inverno, sarebbero ben diversi se l’acqua fosse un liquido “normale”. Il ghiaccio che si forma in superficie finirebbe sul fondo e ghiaccerebbe tutta l’acqua in essi contenuta, impedendo alla vita macroscopica di sopravvivere.
Da Meridiani Montagne
Maggio 2005
Link di approfondimento
sito ufficiale del parco nazionale di Denali
tovellia sanguinea e lago di Tovel su flickr
rosy: affascinante, tutto su questa terra è affascinante.
RispondiEliminaTutto è cosi ben fatto.
Grazie Annarita.
Buonanotte e sogni d'oro.
un abbraccio.
Aspetto Luca
Sì, rosy, questo nostro pianeta è meraviglioso. Dovremmo imparare a rispettarlo come merita.
RispondiEliminaBuona domenica e saluti a Luca.
Abbraccione!
Molto interessante, non sapevo del lago che scompare e rinasce, un post molto istruttivo. Sarebbe ancora più bello se la gente imparasse a utilizzare l'acqua con saggezza perchè non e eterna. Bacio, Viviana
RispondiEliminaConcordo, Viv. L'acqua è un bene inestimabile, che dovremmo saper utilizzare con senno.
RispondiEliminabacione
annarita:)