domenica 30 agosto 2009

IL PRINCIPIO DI ARCHIMEDE [Learning Object]

ArchimedeSchedaCari ragazzi e cari lettori, vi segnalo da InnovaScuola (Libreria Digitale Aperta) Il principio di Archimede, un Learning Object* da me progettato (come potete verificare dalla scheda di dettaglio del prodotto), insieme ad un'altra cinquantina di oggetti di apprendimento, per Garamond nell'ambito del progetto ministeriale @pprendere Digitale.


Riporto di seguito da InnovaScuola la sua presentazione.


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Da Garamond un modo divertente per scoprire le leggi della fisica.

Un CDD per superare prove di laboratorio. Proprio come il famoso matematico greco*.

Istantanea


Il più divertente e colorato learning object per scoprirsi scienziati come Archimede. Da Garamond il CDD raccomandato per l'esercizio e l'autovalutazione da parte dello studente di secondaria di primo grado che si voglia cimentare in verifiche ed esperimenti sulle leggi della fisica.


Il contenuto


Tutto comincia con un semplice test sul comportamento degli oggetti nell’acqua: verifica così la tua conoscenza di concetti come la spinta idrostatica o spinta di Archimede, relazione tra peso e spinta idrostatica, misura della spinta idrostatica. E poi continua a navigare seguendo le prove di verifica e rispondendo alle domande che ti verranno poste. Schede teoriche di approfondimento e un glossario della terminologia scientifica utilizzata accompagnano ogni esercizio. E per toccare poi con mano le nozioni di fisica studiate è possibile sperimentare di persona la spinta di Archimede procurandosi gli oggetti elencati e seguendo la procedura indicata. È anche possibile inviare un commento sul CDD.


L’obiettivo


Gli obiettivi delle attività proposte sono: definire il concetto di spinta idrostatica, individuare le variabili coinvolte nel fenomeno del galleggiamento, mettere in relazione peso del corpo e spinta idrostatica per prevedere il galleggiamento, conoscere il procedimento sperimentale per determinare la misura della spinta idrostatica. Importante è la possibilità di autovalutarsi da parte dello studente, assicurata da un report di navigazione finale con le pagine percorse e i punteggi ottenuti, e una pagina di ricapitolazione dal titolo "che cosa hai imparato".


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*Su questo blog sono scaricabili altri Learning Object, sempre prodotti da Garamond (che ringrazio per la concessione) nell'ambito del progetto ministeriale "@pprendere Digitale".


Se volete saperne di più sui Learning Object e sul Progetto @pprendere digitale, vi rimando a questi due articoli da me pubblicati sulla rivista Scuola e Didattica, Editrice La Scuola.


* Archimede è stato anche un astronomo, fisico e inventore greco antico, in sintesi uno dei massimi scienziati della storia.


Leggi il post:


Dentro la Storia: Archimede


venerdì 28 agosto 2009

La Scuola Italiana Boccia L'E-book

libriCari lettori, tra i provvedimenti del Ministero della Pubblica Istruzione per questo nuovo anno scolastico c’è quello di far adottare il più possibile alle scuole testi in formato elettronico. Lo scopo della nuova circolare è di aiutare le famiglie con il caro- libri facendo sostituire entro il 2012 le versioni cartacee con e-book o impaginati on line scaricabili da internet.


Per adesso la maggior parte dei docenti delle scuole italiane non sembra intenzionata a sostenere l’iniziativa. Tra i testi adottati per l’anno scolastico 2009/2010 le versioni digitali sono, infatti,  una percentuale bassissima, meno del 2 per cento in alcuni istituti.


Riporto di seguito un articolo del 3 agosto, pubblicato dall'Agenzia DIRE.


ROMA - Accoglienza fredda per gli e-book, i libri in formato elettronico, nelle scuole italiane. Tra i testi adottati per il prossimo anno, infatti, quelli in versione digitale sono una percentuale bassissima, in alcune scuole meno del 2%. In pratica, c'è stata per ora una bocciatura della novità introdotta dal ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, per cercare di far risparmiare le famiglie. A febbraio viale Trastevere aveva pubblicato una circolare sulle adozioni che parlava chiaro: entro il 2011/12 bisognerà scegliere solo libri "utilizzabili nelle versioni on line scaricabili da internet o in versione mista". Nel frattempo, già da quest'anno, soprattutto per le nuove adozioni, doveva partire la "transizione" verso l'on line. Ma la novità è rimasta per lo più al palo. "Nella mia scuola- spiega Gregorio Franza, preside uscente del liceo Orazio di Roma- la novità è caduta nell'indifferenza più totale. Ne ho anche dato pubblicità con una circolare interna per far arrivare la comunicazione ai docenti, ma non c'è stata una reazione apprezzabile". Dunque, sono stati "confermati i soliti libri di testo cartacei. Ha prevalso- continua il preside- un certo scetticismo, visto che dal ministero, peraltro, ci sono ripensamenti continui sulle novità". Anche nel famoso liceo Giulio Cesare, cantato da Antonello Venditti, e frequentato dalla Roma bene del quartiere Trieste, l'e-book è stato un flop. "Le famiglie non avrebbero capito, non è stata molto pubblicizzata la novità- commenta Carla Sbrana, la preside- e, a dirla tutta, nemmeno le case editrici hanno fatto un grosso sforzo per offrire questi testi. E poi, diciamolo, il libro on line non è la stessa cosa. Pensiamo, per esempio, ai testi di storia dell'arte: alcuni sono volumi bellissimi con immagini ad alta definizione che sono quasi da collezione". Comunque al 'Giulio' le famiglie sono libere di scegliere. "Se esiste anche la versione elettronica di un libro possono optare per quella, ma dubito che lo faranno", chiude Sbrana. Più a nord, al liceo Righi di Bologna, il più grande della città, la situazione non cambia. "Abbiamo adottato testi cartacei- spiega il preside Domenico Altamura- e abbiamo mantenuto invariati i titoli degli scorsi anni. Nessuna novità anche perché dal 2010 ci sarà la riforma delle superiori, aspettiamo quella per ogni cambiamento. Comunque gli e-book non erano ancora una imposizione quest'anno, quando lo diventeranno noi non avremo problemi ad adottarli, abbiamo già molti servizi on line, ma il nostro è un liceo grande, con 180 computer e sette laboratori. Mi chiedo come faranno nei piccoli paesi, nelle province. Chi fa queste proposte non tiene conto delle famiglie che non hanno nemmeno un pc. Per non parlare degli extracomunitari". Per trovare conferma dell'accoglienza fredda che le scuole hanno dato ai libri elettronici basta anche dare un'occhiata alle adozioni per il 2009/2010 disponibili sul sito dell'Associazione italiana editori. Al liceo Virgilio di Roma, in quarta ginnasio, sezione C, classico tradizionale, la versione on line è prevista solo per il libro di geografia. Stessa scelta al liceo Parini di Milano, sempre in quarta ginnasio, sezione A. Mentre nel liceo meneghino, al terzo anno, sezione B, l'unico testo con l'opzione mista testo cartaceo/on line è quello di inglese. "Anche noi- chiude la preside dell'istituto comprensivo Marino di Ponticelli, Napoli- non abbiamo introdotto alcuna novità, niente libri elettronici. Abbiamo tenuto conto dell'oggettiva difficoltà dei ragazzi a stampare a casa il testo dalla Rete. Non tutti hanno il computer figurarsi la connessione".


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I motivi, alla base di questa diffidenza nei confronti degli e-book, sono dunque, secondo l'articolo citato, sostanzialmente i seguenti:


- la scarsa pubblicità dell’iniziativa e quindi la paura che le famiglie non avrebbero capito un così repentino cambiamento di questo nuovo modo di studiare.


- La tiepida adesione da parte delle case editrici, che non si sono particolarmente mosse per offrire questo tipo di formati, tenendo anche conto che testi scolastici come i libri d’arte per le loro peculiari caratteristiche grafiche si prestano ancora poco alla digitalizzazione .


-  Gli scarsi servizi di connesione internet ad alta velocità per molte scuole e famiglie italiane.


- Per quanto riguarda gli istituti superiori, questi hanno preferito ancora mantenere le vecchie edizioni di testo in prospettiva della nuova riforma del 2010.


Non intendo qui entrare nel merito della diatriba e-book sì e-book no, su cui sono stati versati fiumi di inchiostro!


A parte le intenzioni della circolare ministeriale, che mirano ad abbattere i costi per le famiglie (il che sarebbe tutto da verificare), come docente vedrei utile l'introduzione degli e-book solo a patto che essi costituissero una vera innovazione nel modo di apprendere degli allievi. In merito, nutro però dei forti dubbi in quanto non è ancora ben chiaro che tipo di prodotto sia l'e-book.


E voi che cosa ne pensate?


Consiglio di guardare il video SchoolbookCamp a Fosdinovo - Videointerviste per qualche riflessione sul libro di testo digitale.


martedì 25 agosto 2009

Galileo's Telescope - Il Telescopio Di Galileo Galilei: Lo Strumento Che Ha Cambiato Il Mondo

galileoCari ragazzie cari lettori,  il 25 agosto 1609 il grande Galileo Galilei presentava al Senato di Venezia il suo primo telescopio; sono trascorsi quindi 400 anni da quel giorno.


Google, come al solito, non ha perso l'occasione per dedicare un logotipo all'avvenimento.Galileos-telescope


 


 


 


 


Segue un'immagine del Telescopio di Galileo, conservato nell' Istituto e Museo di Storia della Scienza,  ( inv. 2428 - GALILEO GALILEI, Telescopio, Firenze, c. 1610, Vetro, legno, pelle)


telescopio



Riporto dalla pagina web dell'Istituto e Museo di Storia della Scienza di Firenze:



Durante il soggiorno a Padova, iniziato nel 1592, Galileo si dedicò - accanto all’insegnamento e ai propri studi - anche a fabbricare strumenti scientifici. Egli acquistò così una profonda comprensione del legame che gli strumenti hanno con l’indagine scientifica, nonché una straordinaria abilità nella loro progettazione e realizzazione. Nel 1597 concepì un nuovo tipo di compasso geometrico e militare, dal 1600 si dedicò a potenziare magneti, e fra il 1602 e il 1609 concepì vari dispositivi per individuare la legge fisica di caduta dei gravi.


Fra il 1608 e il 1609 Galileo ricevette notizia da vari corrispondenti degli occhialetti circolanti in Europa e ebbe forse modo di esaminarne un esemplare giunto fino a Venezia. Il nuovo dispositivo lo affascinò immediatamente e si dedicò a potenziarlo con successo, tanto che fra la fine del 1609 e l’inizio del 1610 riuscì a moltiplicarne il potere d’ingrandimento dalle due o tre volte originarie fino a venti o trenta volte. L’abilità che acquisì nel fabbricare le lenti e nel combinarle in maniera appropriata fece sì che il telescopio (dal greco tele = "a distanza" e skopeo = "osservo") perdesse l’originaria connotazione olandese per divenire, a tutti gli effetti uno strumento "galileiano".


Consultate questa interessante pagina dedicata al telescopio di Galileo.


La mostra sul telescopio prorogata sino al 31 gennaio 2009, presso l'Istituto e Museo di Storia della Scienza.



Ultima informazione: è stata pubblicata una edizione nazionale delle opere di Galileo Galilei.


 -  Le Opere di Galileo Galilei, Edizione Nazionale, ed. Antonio Favaro, Firenze, Barbera, 1890-1909; ristampe: 1929-1939 e 1964-1968.


Un video da YouTube. 


domenica 23 agosto 2009

Acqua: Oro Trasparente Del Terzo Millennio

Cari ragazzi e cari lettori, è risaputo che l’acqua è una sostanza indispensabile per la vita di tutti gli esseri viventi: piante, animali, uomo compreso, hanno nel loro organismo una percentuale altissima di acqua. Ma come si trasforma nel suo scorrere dalle montagne, dove si trova accumulata in  grandi ghiacciai, verso valle? Quali sono le  caratteristiche che la rendono così diversa dagli altri liquidi?


Proviamo a rispondere a queste domande!


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Senza le montagne, lo sappiamo, l’acqua sarebbe molto diversa da quello che è. Non avrebbe gli odori e i sapori che possiede, ma è anche vero che le montagne sarebbero ben differenti senza l’acqua, che, nelle sue vesti solida e liquida, è il primo modellatore della catena alpina.


Nel suo percorrere le valli, l’acqua si arricchisce di sostanze che le danno un gusto e un profumo. Il carbonato di calcio e di magnesio (un composto chimico  di calcio e magnesio, carbonio e ossigeno), il sodio, il potassio e varie altre sostanze  che vengono disciolte durante lo scorrere sulle rocce e sui terreni, la rendono “minerale”, e a volte ne entrano a far parte in quantità tali che l’acqua assume anche sottili odori, come quando, ad esempio, si arricchisce in zolfo.


I sali disciolti nell’acqua sono importanti per gli organismi viventi: basta ricordare che la più piccola entità vivente, la cellula, contiene una soluzione d’acqua con un preciso equilibrio salino, che è alla base di complessi processi biochimici.


Ecco perché se l’acqua non ha sali non è considerata potabile, nel senso stretto del termine. E’ quel che succede alle acque di fusione dei ghiacciai. Ma acque che sgorgano da montagne di origine vulcanica possono contenerne in eccesso, soprattutto se le rocce possiedono molto piombo, arsenico, cadmio, mercurio o cromo, che le possono rendere tossiche.


Nonostante il luogo comune che vuole le acque di montagna fresche, pure e limpide, non è sempre detto però che siano realmente potabili. Esse, infatti, possono contenere batteri, virus, protozoi, miceti sia per cause naturali, sia per inquinamento dovuto 200px-Denali_National_Parkall’uomo. Nei torrenti del Parco di Denali (immagine a lato) in Alaska, per esempio, che è praticamente disabitato e ricco di montagne, è diffusa a livello endemico la Giardia intestinalis, un parassita che può causare problemi intestinali di non poco conto.
A volte può capitare che le acque attraversino strati rocciosi molto porosi, al punto che scompaiono dalla superficie per ritornare a cielo aperto dopo un percorso sotterraneo più o meno lungo: è a questo punto che si ha l’acqua di sorgente. Spesso la migliore dal punto di vista potabile, perché ricca in sali e purificata da molte sostanze inquinanti, tant’è che ha fatto la fortuna delle oltre 240 società che, solo in Italia, vendono acque minerali.


Non sempre sono i fiumi a scomparire sotto terra, può capitare anche ai laghi alpini. E’ quel che succede, per esempio, al lago “Si vede e non si vede” un lago dal colore blu intenso, così chiamato dalla gente di Ponikve, vicino a Fiume, in Croazia. Il nome spiega la caratteristica del lago che, pur non essendo una rarità in assoluto, lo rende quasi unico per le dimensioni: il bacino lacustre, infatti, nell’ultimo secolo ha fatto la sua comparsa a intervalli di 30-40 anni, è sopravvissuto per qualche mese, poi è scomparso anche nel giro di una sola notte. Nel 2002, ci è voluto circa un mese perché varie sorgenti portassero il lago alle sue dimensioni tradizionali: 2 km di diametro e 12-15 m di profondità. La leggenda vuole che il lago scompaia ogni qual volta il vento di bora ruba l’acqua, per trasformarla in specchi per la gente ricca di Bakar, un villaggio costiero. La realtà, invece, è che quando intense e prolungate piogge riempiono le grotte e i cunicoli carsici sino a innalzare il livello dell’acqua sotterranea alla quota in cui vi sono le fratture che vengono a giorno, si hanno la fuoriuscita d’acqua e il riempimento del lago. Quando la falda sotterranea si abbassa, e questo si verifica dopo un periodo variabile di mancanza di piogge, le sorgenti smettono di alimentare il lago per diventare scarico del lago stesso e lo svuotano nel giro di poche ore o al massimo di qualche giorno.


Ovviamente, durante la corsa verso le valli, le acque di montagna si possono raccogliere in bacini: quel che colpisce è la varietà di colori che i laghi di montagna possono assumere. A volte si osservano specchi d’acqua di un blu intenso, altre volte sono verdi, ne sono un esempio i laghi Benedetto  (figura a destra) 240px-Lago_Benedettoe Avio nei dintorni dell’Adamello, oppure possono diventare grigi, come il Laghetto di Gana, circondato da brulle pietraie, altre volte ancora possono colorarsi di rosso. Il perché è racchiuso nel delicato equilibrio tra la dimensione dei laghi e la riflessione dei colori dei versanti delle montagne e del cielo che circondano i laghi stessi, ma dipende anche dalla profondità dell’invaso e non ultimo dalla presenza di microrganismi.



Il Lago di Tovel (Brenta) ne è un esempio. Fino al 1964, durante alcuni periodi 180px-Tovel-rossodell’anno, apparve rosso. Da allora il fenomeno è progressivamente sparito, in quanto è venuto a mancare l’apporto di nutrienti, fosforo in particolare, che alimentavano un determinato tipo di alga (Tovellia sanguinea) e che veniva portato nel lago dalle deiezioni delle vacche al pascolo. Oggi non succede più perché sono cambiate le modalità di alpeggio e gli animali vivono lontani dall’invaso naturale.


Uno degli elementi caratteristici dell’acqua montana è la capacità erosiva quando si raccoglie nei fiumi. Essa dipende da vari fattori, ma soprattutto dal materiale solido che l’acqua stessa trasporta (il quale agendo sulle rocce aiuta ad abraderle) e dalla velocità del flusso. Fino a poco tempo fa si era sottostimata la capacità erosiva dei piccoli fiumi che attraversano le catene montuose. Ricerche condotte in Nuova Zelanda dimostrano che, in proporzione, i fiumi alpini possono trasportare negli oceani molti più sedimenti che non i giganteschi corsi d’acqua, come il Rio delle Amazzoni o il Nilo.
Questa scoperta non aggiunge nulla di più al fatto che i fiumi di montagna necessitano di un controllo continuo per evitare i dissesti idrogeologici che caratterizzano a intervalli l’intera nostra penisola. E questo si sa, è storia di tutti i giorni.


L’importanza dell’acqua si può riassumere in una frase: è all’interno dell’acqua che è nata la vita e la vita oggi, sul nostro pianeta, non potrebbe sussistere senza acqua.


Per spiegare la sua stranezza va ricordato che dal momento che è la sostanza liquida per eccellenza, sorprende pensare al fatto che quando gela si comporta all’opposto di tutti i liquidi. Essa infatti si espande e diventa meno densa. Se le cose non stessero così, il nostro pianeta sarebbe ben diverso. I ghiacci del Polo Nord non esisterebbero, perché il ghiaccio non galleggerebbe sull’acqua e andrebbe a fondo, cosicché non esisterebbero gli iceberg. Le rocce delle montagne si sgretolerebbero di meno, perché in inverno l’acqua che entra nelle fessure non le gonfierebbe, trasformandosi in ghiaccio. Anche i laghetti di montagna, in inverno, sarebbero ben diversi se l’acqua fosse un liquido “normale”. Il ghiaccio che si forma in superficie finirebbe sul fondo e ghiaccerebbe tutta l’acqua in essi contenuta, impedendo alla vita macroscopica di sopravvivere.


Da Meridiani Montagne
Maggio 2005


Link di approfondimento


sito ufficiale del parco nazionale di Denali


tovellia sanguinea e lago di Tovel su flickr


giovedì 20 agosto 2009

Hello From Earth: Messaggi Cosmici Dalla Terra

Hello-From-Earth-MastheadCari ragazzi e cari lettori, riporto una notizia curiosa e un po' strampalata che sta circolando in rete: fino al 24 agosto, dal sito Hello From Earth  è possibile inviare messaggini gratuiti, in lingua inglese e lunghi al massimo 160 caratteri, che saranno trasmessi a Gliese 581 d, grazie al governo australiano.




Ma chi è Gliese 581 d?


Si tratta di un pianeta extrasolare che ruota intorno alla nana rossa Gliese 581. Il pianeta si trova a 20,5 anni luce dalla Terra (cioè a 193.9 milioni di miliardi di chilometri), nella costellazione della Bilancia.


Gliese 581 d può essere incluso nella categoria super Terra, cioè un pianeta che ha una massa compresa tra le 2 e le 10 masse terrestri.


Il pianeta è stato scoperto il 23 Aprile 2007 dal gruppo di Stéphane Udry all' Osservatorio di Ginevra in Svizzera usando lo strumento HARPS montato sul telescopio di 3,6 m dell' European Southern Observatory presso La Silla, Cile. Il gruppo di Udry ha impiegato la tecnica della velocità radiale, dove le dimensioni e la massa del pianeta sono determinate sulla base delle piccole perturbazioni gravitazionali indotte sulla stella principale.


250px-Gliese_581_d-v1Per saperne di più su Gliese 581 d, consultate Wikipedia.


Una volta inviati i messaggi, occorre armarsi di pazienza perché essi non raggiungeranno il pianeta prima del 2029 e le eventuali risposte non perverranno  sulla Terra prima del 2049. Il portavoce del sito web, Wilson Da Silva, ha affermato: «Questo è il primo tentativo di stabilire un contatto con il pianeta Gliese 581 d».


Il sito precisa che non ci sono garanzie di risposta.  Wilson da Silva spiega ancora che "è come un messaggio in bottiglia tra le stelle. Quello che è interessante non è se c'è qualcuno che ascolta, ma ciò che la gente dirà alla vita intelligente su un altro pianeta. Hello From Earth è il nostro modo di dimostrare che la scienza può rendere possibile l'impossibile. Siamo stati sulla luna e ora possiamo parlare alle stelle".


Hello From Earth  é stato realizzato da Cosmos per la National Science Week, la Settimana nazionale della scienza australiana, che viene festeggiata annualmente, e gli sms saranno trasmessi dal Canberra Deep Space Communication Complex, una stazione radioastronomica della  Nasa situata a Tidbinbilla, vicino a Canberra, capitale dell'Australia


Ecco a voi il messaggio che il ministro della Scienza Kim Carr ha inviato per primo: "Ciao dall'Australia sul pianeta che noi chiamiamo Terra. Questi messaggi esprimono i  nostri sogni  per il futuro, che vogliamo condividere con voi".


Se volete inviare un messaggio cosmico, avete tempo sino a lunedì prossimo!



martedì 18 agosto 2009

Scoprire Gli Effetti Della "Forza"[Unità Di Apprendimento]

Cari colleghi, le vacanze estive si stanno avviando purtroppo alla fine, ho pensato quindi di rendere disponibile una unità di apprendimento che potrebbe risultare utile ai fini della pianificazione didattica del prossimo anno scolastico.


Si tratta di una ipotesi progettuale pensata per una classe seconda, ma potrebbe essere adatta anche ad una classe terza.


Il percorso didattico mira a far comprendere agli alunni  che in Fisica il termine "forza" assume il significato di causa in grado di provocare degli effetti, avvalendosi di attività laboratoriali articolate in cinque fasi, e corredate di esperimenti concreti e suggerimenti di risorse.

venerdì 14 agosto 2009

Hans Christian Ørsted: Uno Dei Fondatori Dell'Elettromagnetismo

orsted09Cari ragazzi e cari lettori, oggi ricorre il 232° anniversario della nascita di Hans Christian Ørsted (Rudkøbing, 14 agosto 1778 – Copenaghen, 9 marzo 1851), chimico e fisico danese che contribuì grandemente allo sviluppo della scienza in Danimarca. Fu uno dei fondatori dell'elettromagnetismo.


Per commemorare l’evento, Google ha dedicato al grande scienziato il suo nuovo bellissimo logotipo, che potete ammirare sopra a sinistra.


In un celeberrimo esperimento, divenuto un classico e fondato su considerazioni filosofiche (Oersted pensava che tutte le forze fossero interconnesse), dimostrò come esperimento di Oersteduna corrente elettrica passante in un filo fosse in grado di deviare un ago magnetico. Con questa esperienza del 1820, fu per la prima volta dimostrata l'interdipendenza fra elettricità e magnetismo, ovvero si dimostrò che elettricità e magnetismo sono fenomeni strettamente collegati, un concetto che è alla base della teoria dell'elettromagnetismo. L'unità di misura del campo magnetico nel Sistema CGS fu chiamata "Oersted" in suo onore.


In realtà, un'identica esperienza fu compiuta già nel 1802 dall'italiano Gian Domenico Romagnosi, ma venne ignorata dalla comunità scientifica internazionale. Lo stesso Ørsted scriveva in una pubblicazione dell'Enciclopedìa di Edimburgo nel 1830, che "...la conoscenza del lavoro di Romagnosi avrebbe anticipato la scoperta dell'elettromagnetismo di diciotto anni..."


Oersted si occupò inoltre di termoelettricità, preparò per primo l'alluminio metallico, studiò la compressibilità dei liquidi (con uno strumento di sua invenzione detto piezometro) e dei gas e fece varie ricerche chimiche.


Approfondite l'argomento su wikipedia


Consultate la descrizione e una presentazione video dell’esperienza di Oersted


La prima pagina della ricerca su Google dedicata a Oersted.

Di seguito, invece, suggerisco la ripetizione della celebre esperienza di Oersted, ricorrendo a materiale facilmente reperibile.


• Un metro di filo di rame da 1 mm
• Una batteria da 4,5 Volt
• Una resistenza da 2,7 Ohm 2 Watt oppure una lampadina da 3 Volt (tipo fanale per bicicletta)
• Un ago da bussola (nel nostro caso proveniente da una di quelle bussole-giocattolo che si trovano sulle bancarelle)


Il disegno che segue mostra la semplicissima disposizione dei componenti. La resistenza non sarebbe necessaria, ma, se non fosse inserita, data la bassa resistenza del filo elettrico, la batteria si scaricherebbe del tutto nel giro di pochi secondi.


montaggioesperimento
Dopo aver montato il circuito, disponetelo in modo che l'ago della bussola, disposto ad un paio di centimetri dal filo, sia parallelo a quest'ultimo.
Una volta chiuso il contatto,  la corrente passerà nel filo: constaterete allora che l'ago ruoterà e si disporrà perpendicolarmente al filo stesso per tornare ad orientarsi in direzione nord-sud quando sarà interrotto il passaggio di corrente.


Questa esperienza dimostra uno dei principi fondamentali dell'elettromagnetismo: quando una corrente elettrica si muove in un conduttore dà origine ad un campo magnetico.


giovedì 13 agosto 2009

Il Becco Del Tucano E La Termoregolazione Corporea

Cari ragazzi e cari lettori, vi propongo una notizia interessante che potrebbe apparire un po' curiosa. Sapete che cos'è un tucano, vero? E' un uccello che non spicca sicuramente per la sua bellezza, avendo un becco spropositato. Ma questo volatile tropicale, tipico del Sud America centro-orientale, possiede la caratteristica di riuscire a regolare la propria temperatura corporea in modo singolare!


Secondo un report di Wired Science del 23 luglio scorso, alcuni ricercatori hanno scoperto che l’enorme becco del tucano lo aiuta  a regolare la propria temperatura corporea di circa 18 gradi Fahrenheit (10 gradi Celsius) in pochi minuti.


 toucan


Il biologo Glenn Tattersall della Brock University in Canada scrive in un e-mail: “Gli uccelli non sudano, quindi devono ricorrere ad altri meccanismi per far fronte a temperature elevate.
Tattersall e i colleghi brasiliani hanno pubblicato i risultati delle loro ricerche su Science.


Gli scienziati sono stati incuriositi dall’enorme becco del tucano per secoli. Nel 1780, il naturalista francese Georges-Louis Buffon lo ha denominato una " grossly monstrous " appendice, e Darwin ne ha problematizzato il ruolo potenziale nella selezione sessuale, nell’opera “Descent of  Man”. Il tucano toco (Ramphastos toco) ha il becco più lungo (19 cm circa), in rapporto alla lunghezza del corpo (53-60 cm), di qualsiasi uccello del pianeta, ma nessuno ha capito il motivo per cui l'animale abbia sviluppato un becco pari a più di un terzo della lunghezza del proprio corpo. 


Ora, impiegando il termografo ad infrarossi, un tipo di video-sensore termico originariamente sviluppato dai militari statunitensi, gli scienziati hanno monitorato il processo di distribuzione del calore attraverso il corpo del tucano, al cambiare della temperatura esterna. Quando il tucano si è surriscaldato, disperde il calore con l'invio di sangue al becco altamente vascolarizzato. Nella stagione fredda, i vasi sanguigni del becco conservane il calore e  fanno rimanere caldo il tucano.


"Non sono a conoscenza di un altro esempio di tal genere negli uccelli", ha scritto il  biologo  Arhat Abzhanov dell'Università di Harvard, che non è stato coinvolto nella ricerca.
"E’ un affascinante studio che mostra come i becchi degli uccelli, in aggiunta ad altre loro importanti funzioni, possono svolgere ruoli piuttosto inaspettati, come aiutare a controllare lo scambio di calore".


Di seguito il video-termografo ad infrarossi (senza audio), pubblicato da  Wired sul suo canale di YouTube, mostra l’abbassamento della temperatura corporea di un tucano grazie al calore irradiato dal suo becco durante il sonno.  



 

lunedì 10 agosto 2009

Perseidi: Lacrime Di San Lorenzo

Cari ragazzi e cari lettori, oggi 10 agosto è San Lorenzoe secondo tradizione moltissimi saranno, questa notte (nota come la notte delle stelle cadenti), con il naso all'insù, in riva al mare o in aperta campagna, a scrutare il cielo, sperando di osservare la "propria" stella cadente, alla quale affidare un desiderio.

Ma vediamo di conoscere più da vicino che cosa sono le "stelle cadenti".

Riporto da Wikipedia per facilitare la consultazione:

Le Perseidi sono uno sciame meteorico che l'orbita terrestre attraversa durante il periodo estivo. La pioggia meteorica si manifesta dalla fine di luglio fino oltre il 20 agosto, e il picco di visibilità è concentrato attorno al 12 agosto, con una media di circa un centinaio di scie luminose osservabili ad occhio nudo ogni ora dalla Terra. Ciò rende questo sciame tra i più rilevanti in termini di osservabilità tra tutti quelli incrociati dal nostro pianeta nel corso della sua rivoluzione intorno al Sole.

La cometa che ha dato origine a questo sciame è la Swift-Tuttle (la madre di tutte le Perseidi), che ha un nucleo di circa 10 km e il cui ultimo passaggio al perielio è avvenuto nel 1992, e il prossimo si realizzerà nel 2126. Le meteore che noi vediamo ora sono particelle rilasciate durante le passate orbite della cometa. La velocità con cui impattano l'atmosfera terrestre è pari a circa 59 km/s. Le prime osservazioni dello sciame delle Perseidi furono fatte dai Cinesi nel 36 d.C.

Le Perseidi sono popolarmente note come "Lacrime di San Lorenzo" in quanto anticamente il momento di picco era collocato intorno al 10 agosto, ma per effetto della precessione degli equinozi si è spostato nel corso dei secoli di circa due giorni in avanti. In Grecia rappresentano la Transfigurazione del Signore che cade il 6 agosto, se ne può arguire che la tradizione greca sia più antica di quella italiana che sicuramente nacque nell'Ottocento con la scoperta del legame delle Perseidi con la cometa Swift-Tuttle da parte dell'astronomo italiano Giovanni Virginio Schiaparelli: Schiaparelli nel 1866, a seguito del passaggio al perielio della cometa del 1862, scoprì il legame tra gli sciami meteorici e le comete, scoperta contenuta in uno scambio di lettere con Padre Secchi.

Il nome di questo sciame meteorico deriva dal fatto che il radiante, ovvero il punto dal quale sembrano provenire tutte le scie, è collocato all'interno della costellazione di Perseo. Nell'anno 2000 le coordinate del punto radiante risultavano essere pari a 46° di ascensione retta e +58° di declinazione, con uno spostamento giornaliero, dovuto al moto di rivoluzione terrestre, di 5,4° A.R. e 0,12° declinazione, dirigendosi dalla costellazione di Cassiopea verso quella della Giraffa.

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Il tasso orario delle "perseidi" è quindi in costante aumento con l'avvicinarsi della Terra al flusso orbitale delle particelle residue della cometa Swift-Tuttle. Gli osservatori dell'International Meteor Organization stanno segnalando attività di circa 20 meteore per ora. La previsione è di registrare incrementi fino a 200 meteore/h nelle notti di picco ovvero 11 e 12 Agosto (massimo previsto alle 15 UT del 12 agosto).

L'astronomo della NASA Bill Cooke ha fotografato la Perseide nella foto seguente [cliccare sull'immagine] utilizzando non una, bensì due telecamere distanti 100 miglia l'una dall'altra che riprendono tutta la volta celeste.
Il sistema attraversa le linee di Stato tra Alabama e Georgia e gli ha permesso di triangolare la meteora misurandone posizione e velocità. "E' risultata una velocità di circa 58,8 km / s (211.680 km/h !) e che l'oggetto si è disintegrato tra 111 e 86 km sopra la superficie della Terra", ha spiegato.




Fortunatamente, nei giorni di massima attività della pioggia di meteore (coincidenti con la settimana in corso) avrà ridotto la sua luminosità di circa il 55%. E' ancora un'intensità di luce ragguardevole ma non sufficiente a rovinare del tutto lo spettacolo pertanto... occhio al cielo !!! [Fonte]

Facciamo, adesso un salto...poetico. Paolo Ferro, nel suo libro "Io mi ricordo" parla di una poesia che le antiche genti narravano per far sapere al mondo come il mondo conobbe l'amore. Colgo l'occasione per farvela conoscere.

"Dammi la tua mano e vieni via con me" un giorno disse il vento rivolto ad una stella; la stella gli rispose: "Non ho tanto calore per riscaldare il cuore di un tipo come te". Ma il vento riprese: "Ti prenderò per mano, ti porterò lontano, sulle mie ali tu sarai regina dell'amore; nel cielo tra le stelle, sorelle della notte, io ti farò la corte finchè non dici si. " Passarono altri giorni e tornarono altre notti, la stella si nascose il vento spazientì; le nubi la celavano dietro un oscuro velo ma passò un raggio di luna e, distratto, la tradì. E il vento che la scorse divenne più impetuoso, disse alle nubi nere: "Andate via da qui." La spinse via lontano con un soffio e, impietoso, strinse la stella al fianco e infine la rapì. Planarono per cieli, volarono su terre: tutte le cose belle del mondo le mostrò; la strinse al suo fianco per non farla cadere e, pian piano, anche la stella di lui si innamorò. Furono notti calde le notti d'estate; tutto per amore il vento osò: sfiorò le cime ai monti, quasi toccò le strade; finchè una notte stanco nel cielo si posò. E la stella che teneva tra le braccia scivolò; cadde nel buio vuoto, verso la strada andò. Ma prima di smorzarsi espresse un desiderio: "Voglio che il mondo ricordi questo amore sincero." Ecco perchè le notti d'estate, cadono sulla terra le stelle innamorate.


Suggestivo vero?

Per chi vuole approfondire i contenuti scientifici, lascio il link a Simulation of the Formation and Evolution of the Perseids Meteoroid Stream, un documento pdf di P. Brown e J.Jones del Department of Physics and Astronomy, University of Western Ontario, London, Ontario, N6A 3K7, Canada.

Consultate anche la Lista degli sciami meteorici.

Una meteora delle Perseidi dal sito della NASA.

Interessante il post di Gravità Zero : SFATIAMO LEGGENDE SU STELLE CADENTI, STIGMATE E LACRIME DI SANTI

Dal Portal to the Universe un podcast sulle perseidi: Perseids Meteor Shower

La Sezione Meteore dell'Unione Astrofili Italiani per le tecniche di osservazione.




E, per finire, il suggestivo radiante delle Perseidi, osservando verso nord-est:

perseidi_130820020200

mercoledì 5 agosto 2009

Educazione Alla Salute: I Benefici Del Mare

talassoterapiaCari ragazzi e cari lettori, i benefici delle vacanze sono sicuramente tanti. Non è solo il riposo, però, che fa bene alla nostra salute: gli ambienti naturali apportano, infatti, molti elementi utili per il nostro equilibrio fisico.


Nello specifico, parliamo dei benefici del mare!


Che la natura faccia bene è ormai una certezza, ma non sempre i suoi poteri benefici sono gli stessi tramandati dalla saggezza popolare. Per esempio, molti sono convinti che il mare ci regali benessere perché sulle sue rive respiriamo iodio in grandi quantità. In realtà, se vogliamo assumere questo oligoelemento essenziale per il buon funzionamento del cervello, tanto vale fare una scorpacciata di frutti di mare:dentro un solo piatto la concentrazione di iodio è da dieci a cento volte superiore che nell'aria di mare. La prima virtù della brezza marina, semmai, è proprio la purezza.


Secondo i rilievi dell'università del mare di Cagnes-sur-Mer, in Francia, dentro 1 m³ d'aria in alto mare non troviamo alcun germe, contro i 50000 al m³ contati nelle vie più trafficate di una grande città. Il motivo? Le bolle di gas che provengono dagli abissi, giungendo sulla superficie del mare liberano gli antibiotici naturali. E queste sostanze, per la maggior parte lipidi, purificano l'acqua. Gli scienziati hanno fatto il seguente esperimento: hanno introdotto un po' d'acqua di scarico in una provetta di acqua di mare. Il risultato? I batteri, nel giro di poche ore, erano scomparsi!


Ippocrate di Coo celebrava le virtù terapeutiche dei bagni di mare specie contro mal di schiena e dolori articolari, virtù che la medicina moderna ha oggi dimostrato sperimentalmente. Non solo: secondo il dottor Christoph Bernicot, del centro di Talassoterapia di Douarnenez (vedi la google map), un soggiorno in riva al mare è perfetto per gli ipertesi, perchè fa abbassare la pressione sanguigna da uo a due punti.


Il mormorio delle onde, inoltre, è un eccellente sonnifero naturale. La prova arriva dal dottor Tony Leroux del dipartimento di Audiologia dell'università di Montreal, in Canada: lo scienziato ha mascherato con il suono delle onde del mare il baccano di un cantiere nel quartiere di Decarie-Sherbrook: in tre settimane, la percentuale degli insonni era passata dall'80% al 25%. E tutti ammettevano di svegliarsi più sereni e rilassati del solito.


Tutto il buono della talassoterapia


Alghe e fanghi. La talassoterapia è un metodo naturale di cura che utilizza solo elementi dell'ambiente marino: acqua, fanghi, sabbia, alghe. In Italia i centri talassoterapici sono ormai numerosi.


Allergie e sinusiti. "La talassoterapia" dice il dottor Fausto Bonsignori della Scuola di Idrologia Medica dell'università di Pisa "può essere impiegata con successo nella cura della pelle, a partire da psoriasi e dermatite. Si raggiungono ottimi risultati nei trattamenti delle vie respiratorie: processi infiammatori, sinusiti croniche e allergiche. Risolve dolori articolari reumatici e artrosici. E ancora, viene utilizzata nella riabilitazione post-traumatica, e nella cura delle malattie vascolari (per queste patologie la talassoterapia non è alternativa, ma complemenrare alla terapia farmacologica).


Fonte: La macchina del tempo n.9, settembre 2005


Articoli correlati, per gli approfondimenti:


Evoluzione Storica della Talassoterapia


La Talassoterapia (articolo del dottor Fausto Bonsignori)


domenica 2 agosto 2009

Curiosità Tassonomiche

Cari ragazzi e cari lettori, vi segnalo il bellissimo post dell'amico Popinga. Ne riporto una parte, invitandovi a finire la lettura dell'originale. Cogliete l'occasione per visitare il suo blog che è una vera miniera di contenuti interessanti, presentati con intelligenza e garbata ironia.


Grazie Pop!


***


Che si possa affrontare la tassonomia degli esseri viventi con un approccio ricreativo non è certo un’idea comune. Eppure i nomi di generi e specie, il cui scopo principale è quello di chiarezza e univocità nella identificazione e nella comunicazione, costituiscono in molti casi motivo di curiosità, per i motivi più svariati.

Alcuni nomi sono degni di nota per ciò che li ha ispirati (ad esempio uno pterosauro, i cui resti sono stati trovati nella foresta brasiliana, è stato chiamato Arthurdactylus conandoylensis, in onore del racconto "Il mondo perduto" di Arthur Conan Doyle, in cui uno pterosauro vivente viene trovato in una giungla e portato a Londra). Altri nomi sono derivati dallo spirito scherzoso di chi li ha proposti (esiste una farfalla tropicale dal nome generico di La Cucaracha), oppure sono motivo di giochi di parole, come lo Orizabus subaziro, uno scarabeide dal nome palindromo.

Chi si occupa di scienze naturali sa che la denominazione degli esseri viventi è regolata da criteri introdotti per evitare confusioni e ambiguità. La regola più nota è quella che ogni specie è caratterizzata da un duplice nome latino: il primo, scritto maiuscolo, indica il genere di appartenenza, il secondo, scritto minuscolo, indica la specie (ad esempio il gatto domestico è indicato da Felis catus). Un terzo termine può indicare la sottospecie. Dopo la denominazione scientifica sono di solito indicati l’autore e la data della pubblicazione in cui egli ha per primo descritto l’organismo (come in Homo habilis, Leakey et al., 1964). Questa descrizione deve fare riferimento a un campione conservato in una collezione scientifica o in un museo. Nel caso che più autori identifichino nel tempo la stessa specie, la priorità viene data al nome pubblicato per primo. Se, in base a studi ulteriori, la specie viene attribuita a un genere diverso, il nome del primo autore e la data vengono conservati tra parentesi. Esistono criteri leggermente diversi per la classificazione di animali, vegetali o batteri, ma ve li risparmio per non annoiarvi. Nulla vieta però che un animale o un vegetale possano avere lo stesso nome generico (come Adonis, pesce e ranuncolo, Cannabis, canapa e uccello, Ficus, pianta e gasteropode, Lactarius, fungo e pesce, ecc.)

Lo scopo di questo articolo non è quello di fornire una guida alle regole tassonomiche. La tassonomia qui utilizzata è affatto diversa, avendo lo scopo di classificare le curiosità riguardanti i nomi scientifici degli organismi. Iniziamo da quelle etimologiche.



Nomi ispirati da persone

Numerose sono le designazioni derivate da nomi di persone, appartenenti alle più diverse categorie. Naturalmente gli scienziati sono i più numerosi, così troviamo più di 120 specie e 9 generi che ricordano Darwin, mentre il nome scientifico della "mosca soldato", Wallacea darwini, riconosce anche a Alfred Russel Wallace i suoi meriti nel proporre la teoria dell’evoluzione. Si trovano poi Archimedes (briozoo), Copernicia (palma), la vespa Haeckeliania, il batterio Pasteurella, la piccola farfalla Leonardo davincii, ecc. L’arbusto mediterraneo Celsia linnaeus celebra sia Anders Celsius, l’inventore della scala centigrada, che era un botanico dilettante, sia Linneo (Carl von Linné), il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, che da questi fu incoraggiato nella sua attività.

Tra i nomi dedicati a filosofi e leader religiosi segnalo il mollusco Buddhaites, il dinosauro piumato Confuciusornis sanctus, la diatomea Dalai-Lama, la vespa Marxella e il ragno Plato. Dedicati a personaggi storici o politici sono, tra i molti, il mammifero del Cretaceo Maotherium (da Mao Zedong), l’orchidea boliviana Maxillaria gorbatchowii (da Mikhail Gorbaciov.), il fiore tropicale Napoleonaea imperialis. Un discorso a parte meritano Agathidium bushi, A. cheneyi e A. rumsfeldi Miller and Wheeler, 2005, dedicati ai vertici della passata amministrazione americana, non so se con intento celebrativo, dato che si tratta di specie di scarafaggi, e Anophthalmus hitleri Scheibel, 1933, il cui scopritore, un entomologo dilettante tedesco, deve aver avuto un bel coraggio a dedicare al dittatore nazista un coleottero cieco delle grotte slovene.Il mondo delle arti è una fonte inesauribile di suggestione per i tassonomisti. Tra i nomi dedicati ai letterati segnalo, in aggiunta all’Arthurdactylus conandoylensis di cui ho parlato sopra, la vespa Aligheria, il dinosauro Serendipaceratops arthurcclarkei, omaggio allo scrittore di fantascienza Arthur C. Clarke, l’aracnide schizomida Draculoides bramstokeri, con riferimento al Dracula di Bram Stoker, la farfalla Nabokovia, che celebra la passione entomologica dell’autore di "Lolita". Tra i musicisti ricordati nei nomi generici o specifici sono presenti sia i classici, come l’imenottero Beethovena, l’ostracode Bishopina mozarti, la falena Fernandocrambus chopinellus, sia i moderni, con curiosità come l’acaro Funkotriplogynium iagobadius Seeman & Walter, 1997 da Iago, "James" e badius, "brown,", omaggio a James Brown, re del funk, e i numerosi generi di trilobiti cambriani dedicati a Miles Davis (Milesdavis Lieberman, 1994), ai Ramones (Mackenziurus johnnyi, M. joeyi, M. deedeei, M. ceejayi), a Paul McCartney (Struszia mccartneyi), agli altri Beatles (Avalanchurus lennoni, A. Starri), ai Sex Pistols (Arcticalymene viciousi, A. rotteni, A. jonesi, A. cooki, A. Matlocki). Esistono anche il gasteropode fossile Anomphalus jaggerius (da Mick Jagger) e il trilobite Perirehaedulus richardsi (da Keith Richards). Un ragno divoratore di formiche si chiama invece Myrmekiaphila neilyoungi. Anche gli italiani sono entrati in questa cerchia, con la farfalla Parnassius Guccinii (immagine iniziale), dedicata a Francesco Guccini che, a sua volta, ha così intitolato un suo album.

Dal cinema provengono i nomi dei ragni giganti hawaiani Orsonwelles othello, O. macbeth, O. falstaffius, O. Ambersonorum, ispirati a Orson Welles e ai suoi ruoli scespiriani, della formica Pheidole harrisonfordi, del coleottero carabide Agra schwarzeneggeri, del dittero Campsicnemius charliechaplini.

Segnalo anche i nomi delle tarme Microchilo elgrecoi, Microchilo murilloi e Pseudocatharylla gioconda, segno della grande passione per la pittura del naturalista polacco Bleszynski che le ha classificate negli anni ‘60.

Concludo la rassegna dei nomi ispirati a personaggi con un esempio tratto dallo sport. Il gasteropode marino Bufonaria borisbeckeri Parth, 1996 deve il suo nome alla passione di un malacologo tedesco il quale, nello spiegare la scelta del nome sulla pubblicazione scientifica, non ha esitato a definire Boris Becker “il più grande sportivo tedesco di tutti i tempi”.


Nomi ispirati dalla mitologia

Anche in questa categoria gli esempi sono numerosissimi e provengono dalle tradizioni di tutto il mondo. Mi limito a segnalarne alcuni per la loro curiosa etimologia.

Il dinosauro ceratopside Achelousaurus horneri Sampson, 1995, uno di quei grandi rettili estinti simili a rinoceronti, era privo di corno, pur essendosi evoluto da progenitori “cornuti”. Il suo nome deriva da Acheloo, una divinità fluviale dell’antica Grecia, il cui corno si ruppe durante un duello con Eracle. Il paleontologo Jack Horner (il cui cognome ha proprio a che fare con il corno) ha dichiarato che il nome specifico è una sorta di risarcimento per il corno perduto!

La grande sottoclasse di cefalopodi marini delle Ammoniti, estinta alla fine del Cretaceo, deve il nome al fatto che la forma spiralata del loro guscio ricorda il dio egizio Ammone, che veniva rappresentato con corna di montone. Plinio il Vecchio definì i fossili di questi animali ammonis cornua, "corni di Ammone". Spesso il nome delle specie di Ammoniti termina in -ceras, vocabolo greco il cui significato è, appunto, "corno". Il corno di Ammone è la cornucopia della tradizione romana. Coerentemente, una delle ammoniti più recenti finora conosciute, Anapachydiscus terminus, deve il suo nome specifico al nome di Terminus, dio romano dei confini e della fine.