sabato 31 gennaio 2009

La Rivoluzione Industriale E La Gran Bretagna Del XVIII Secolo

rivoluzione industrialeCari ragazzi (e cari lettori), propongo di seguito l'ottimo articolo dell'amico Rino, al secolo Gaspare Armato, ritenendolo di sicuro valore didattico per voi studenti perché coniuga insieme Storia, Scienza e Tecnologia.

Sono, infatti, convinta come docente che, essendo il sapere unitario, occorra offrire agli alunni un approccio apprenditivo trasversale alle diverse discipline.

L'articolo funge anche da risorsa per i docenti in quanto l'argomento è arricchito dalla competenza personale di Rino, storico sensibile e raffinato.

Colgo l'occasione per segnalarvi un mio post di recensione di "La Storia nell'Arte", l'ultima fatica di Gaspare Armato.

E adesso l'articolo di Rino, di cui riporto l'introduzione.

Fra il 1760 e il 1830 una serie di cambiamenti interessarono, in modo particolare, la Gran Bretagna, alterando vistosamente non solo la sua economia, perfino la struttura della società. La rivoluzione industriale cambiò le famiglie, cambiò il modo di lavorare, cambiò la cultura e il pensiero, cambiò la nazione. Certamente, il tutto non avvenne né in pochi anni, né in pochi decenni, ma fu tale che lo stato inglese dopo il 1830 era un altro.


Ma che cosa fu esattamente la Rivoluzione industriale?


Per dirla con Joel Mokyr fu in primo luogo un’età caratterizzata da una tecnologia di produzione in rapido mutamento alimentata dall’attività tecnologica 1.  Ciò che salta subito all’occhio, analizzando certi particolari, è che mentre le scoperte e le invenzioni avvennero sul continente europeo, in Francia in particolare, gli adattamenti furono prerogativa inglese, ricordiamo il caso della macchina in piano per la fabbricazione della carta di origine francese - N. L. Robert, 1798 -, introdotta a Londra nel 1807 da Bryan Donkin, o l’illuminazione a gas, o ancora il candeggio delle fibre tessili mediante il cloro, e via dicendo. Insomma, gli inglesi seppero apportare miglioramenti a tecnologie già note, microinvenzioni a macroinvenzioni, come la macchina a vapore, quella macchina che seppe combinare energia cinetica e energia termica. E fu proprio nel 1712 che Thomas Newcomen produsse la prima, sebbene solo nel 1765 James Watt, con l’introduzione del condensatore separato e altri dettagli, la perfezionò a tal punto da diventare uno dei motori della rivoluzione.


[Continuate a leggere il resto qui]



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15 commenti:

  1. ciao annarita! grazie per esser passata dalle mie parti! è molto interessante il tuo blog e passerò spesso a darci un occhio! buon fine settimana! Marco

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  2. Benvenuto Marco. Mi farai sicuramente piacere. Passerò anch'io a trovarti.


    A presto

    annarita:)

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  3. Mooolto interessante, Annarita. Grazie di aver segnalato il post di Rino.


    Ho appreso dei risvolti che non mi erano noti.


    Concordo circa la trasversalità dell'approccio al sapere.


    Buona domenica.

    Un abbraccio cumulativo.


    Artemisia

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  4. Grazie Annarita. Mi sono permesso mettere codesto tuo link anche nel mio post, affinché possa essere utile ai miei quattro lettori. Buona domenica.

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  5. Complimenti a Rino, al secolo Gaspare Armato. Un post interessantissimo che mi ha consentito di ampliare le mi conoscenze.

    Buona domenica a te e Rino.

    Cumulativo Vale

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  6. Ciao Annarita,

    in quanto alla trasversalità incollo qui un collage di affermazioni di Edgar Morin, nel suo "Una testa ben fatta"

    "“C’è una inadeguatezza sempre più ampia, profonda e grave tra i nostri saperi disgiunti (…), suddivisi in discipline da una parte, e realtà o problemi sempre più polidisciplinari, trasversali, (…), globali, planetari dall’altra” (p. 5)

    […] “Nello stesso tempo, la separazione delle discipline rende incapaci di cogliere ciò che è tessuto insieme, cioè, secondo il significato originario del termine, il complesso”. […] "C'è complessità quando sono inseparabili le differenti componenti che costituiscono un tutto [...] e quando c'è un tessuto interdipendente, interattivo e inter-retroattivo fra le parti e il tutto e fra il tutto e le parti" (p. 6).


    Quindi grazie del contributo che hai pubblicato che va nella direzione di educare alla complessità! e naturalmente GRAZIE AL SUO AUTORE!

    Buona domenica, qui sotto la neve....

    france

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  7. Conosco Rino attraverso il suo blog che ho frequentato e commentato. I post di Rino sono sempre dotti, interessanti ed esaustivi, egli ricama gli argomenti con notizie particolareggiate che avvincono.

    Complimenti per averlo postato.

    Un abbraccio, Annamaria.

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  8. Permesso, Rino? Ti ringrazio.


    Un abbraccio

    annarita

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  9. Ho fatto mio il pensiero di Morin da tempo, cara France. Come potrebbe essere diversamente?


    Grazie di aver riproposto qui alcuni passaggi de "La testa ben fatta", un testo che è sempre a portata di mano e che consulto spesso.


    Un abbraccio

    annarita

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  10. Cara Annamaria, mi fa piacere che tu conosca Rino. Concordo in toto con le tue considerazioni.


    Ho postato ancora un suo articolo e altri ne posterò...


    Un caro saluto

    annarita

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  11. Ciao annarita, grazie per questa segnalazione, ho inserito il blog di Rino nel mio blog roll perchè lo ritengo molto interessante sia per me che per i miei lettori.

    Ciao e buona serata.

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  12. Anche stasera ho colmato qualche lacuna, grazie a te, cara prof, ed al tuo gentile ospite. Enzo

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  13. Brava, Roberta. Hai fatto bene. Il blog di Rino è un angolo di web colto e raffinato. Merita molto.


    Un caro saluto.

    annarita

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  14. Enzino, non si finisce mai di imparare! Questo è il bello della conoscenza: è sconfinata e ce n'è per tutti!


    Abbraccioni

    annarita

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