vi presento di seguito un filmato su ARRAKIS. Ma chi o cosa è ARRAKIS? Leggetelo direttamente dalle parole di Andrea Di Nardo, il videomaker che lo ha realizzato.
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Arrakis è un documentario poetico di tributo ai luoghi e alle vittime del progresso industriale italiano.
Vedute di fabbriche abbandonate fanno da sfondo ad una voce trasformata dalla malattia.
E' la voce di Silvestro Capelli, un ex-operaio della storica Breda Fucine di Sesto San Giovanni.
E' la voce di Silvestro Capelli, un ex-operaio della storica Breda Fucine di Sesto San Giovanni.
E' la particolare voce di un laringectomizzato.
Silvestro nel 1996 ha subito un intervento di laringectomia totale per estirpare un tumore causato dall'amianto inalato durante gli anni del lavoro in fabbrica.
Come molte altre persone da anni combatte una battaglia sociale e legale.
Da una parte ci sono semplici cittadini, dall'altra ci sono le istituzioni, l'Inail, i sindacati, i dirigenti d'azienda, i partiti politici.
Da una parte ci sono semplici cittadini, dall'altra ci sono le istituzioni, l'Inail, i sindacati, i dirigenti d'azienda, i partiti politici.
Racconta Silvestro in Arrakis: "Tutti sapevano e nessuno ha parlato. Lo sapevano i sindacati. Lo sapeva la direzione dell'azienda. Lo sapeva l'assessorato alla sanità. Lo sapevano tutti, e non gli operai che c'erano dentro. E così ci hanno condannato a morte, a menomazioni, ma non solamente noi che lavoravamo all'interno della fabbrica. Perché le fabbriche non sono state costruite sotto una campana di vetro [...]
Motivi e obiettivi
Arrakis non vuole essere un'inchiesta sul problema amianto, non vuole essere un documentario di archeologia industriale.
Vuole rappresentare invece un tributo a quelle persone che hanno sofferto in nome del progresso e a quei luoghi che sono stati incredibili simboli di quello stesso progresso.
Vuole rappresentare invece un tributo a quelle persone che hanno sofferto in nome del progresso e a quei luoghi che sono stati incredibili simboli di quello stesso progresso.
Arrakis è un attestato di esistenza per persone e luoghi dimenticati.
L'obiettivo comunicativo non è informare, ma emozionare.
Suscitare interesse verso problemi di cui molto scarsa è la percezione del pericolo.
L'obiettivo comunicativo non è informare, ma emozionare.
Suscitare interesse verso problemi di cui molto scarsa è la percezione del pericolo.
Credo che l'abbinamento della voce di Silvestro ai luoghi dell'abbandono industriale italiano sia un atto molto potente e molto simbolico.
Andrea
Il video. Guardatelo con molta attenzione!
I vostri commenti saranno come al solito graditi.
Bari come noto ha nel suo cuore urbano una realtà industriale dismessa dal 1989 (Fibronit, produceva lastre ondulate in fibrocemento) al centro di uno dei casi più eclatanti di disastro ambientale. Da anni un comitato si batte per la bonifica dell'area per poterne fare un parco urbano da dedicare alle numerose vittime (oltre 250) che nel tempo si sono succedute. Tra le tante, un docente del Dipartimento di Elettrotecnica ed Elettronica del Politecnico di Bari che ho anche conosciuto, colpevole solo di abitare accanto all'area e che ogni mattina raggiungeva il politecnico a piedi costeggiando lo stabilimento. Ne ho parlato qui:
RispondiEliminahttp://dueperdiciassette.splinder.com/post/11609715
Brava annarita, tra i compiti di una insegnante c'è anche quello di aprire gli occhi ai ragazzi verso dei seri problemi sociali quali quelli riguardanti le variegate realtà delle condizioni nel mondo del lavoro.
RispondiEliminaComplimenti e sempre buon blog.
Il progresso, lo sviluppo e con loro il profitto non possono essere perseguiti a scapito della salute, della sicurezza e dei diritti della persona. La sfera dell'essere deve sempre prevalere su quella dell'avere. Un caro saluto, Fabio.
RispondiElimina@Beppe: grazie della testimonianza. La storia di Bari è tristissima al pari delle altre situazioni anloghe!!!
RispondiEliminaNon è giusto ricavare profitti sulla pelle dei lavoratori e dei cittadini in generale.
Passerò alegggere il tuo post.
Un caro saluto e a presto:)
@Enzo: sì, l'educazione alla cittadinanza, alla legalità, alla tutela dell'ambiente, alla salute fanno parte imprescindibilmente dell'azione appunto educativa dell'intero sistema scuola.
RispondiEliminaAltre agenzie e sistemi dovrebbero però coadiuvarne lo sforzo...
Grazie del supporto, Enzo.
@Fabio: ciò che affermi è fondamentale. Il frommiano dualismo "essere e avere" deve sbilanciarsi dalla parte dell'essere pena il collasso dell'umanità!!!
Un caro saluto anche te:)
Annarita, hai fatto benissimo a segnalarlo (ed anzi, stasera provvedrò anche ad informare della testimonianza i miei contatti). Perchè c'è una strana tendenza in corso, quella di minimizzare, un negazionismo innalzato sul moloch del profitto senza scrupoli che va combattuto non più, a mio avviso, per ragioni ideologiche, ma proprio per riconsiderare il valore, spesso trascurato ed umiliato, della vita umana.
RispondiEliminaTi ringrazio e ti saluto con profonda stima, massimo rispetto ed affetto costante.
m.
Quando capita, e succede sempre più spesso e su molti aspetti della nostra quotidianità lavorativa e sociale, di guardare COME e COSA producono davvero il progresso, il mercato, le logiche devastanti del profitto costi quel che costi, ho due reazioni: da una parte voglia di urlare e dare i numeri. Dall'altra mi sento paralizzata dal senso di totale impotenza. Non si può che provare un tenero affetto e vicinanza emotiva per tutte le persone che, per guadagnarsi ilpane e una vita degna, sono costretti spesso a loro insaputa, a pagare prezzi così alti e insopportabili.
RispondiEliminaArticolo di alto valore educativo.
RispondiEliminaIl criminale non ha fretta, è cinico, aspetta, lascia decantare le cose, e poi colpisce di nuovo e più duramente.
E' storia di questi giorni.
Cara Annarita, ti ringrazio per avermi segnalato questo post: un ottimo contributo su cui riflettere.
RispondiEliminaLa riflessione da sola non basta ad alleviare il conseguente, naturale senso d'impotenza, ma può essere un inizio per approfondire e partecipare...
Un abbraccio
Anna
Grazie della segnalazione. Documento quanto mai attuale. Si parla tanto di morti bianche, purtroppo solo quando il numero dei morti e' elevato, come l' ultimo episodio in Sicilia. Si dimentica poi che in Italia muoiono piu' di tre persone al giorno in incidenti del lavoro, ma trattandosi di singoli episodi non interessano molto i media e l' OP se non quelli vicini alla localita' in cui il fatto e' avvenuto. Quello che e' grave e' che si dimenticano le tragedie di chi non muore ma resta invalido per tutta la vita e di chi perde la madre, il padre, la moglie, il marito, il figlio e resta solo.
RispondiEliminaGrazie ancora per la segnalazione.
Il tuo post e' diventato mio. Anche se non so come ho fatto il filmato puo' essere visto anche nel mio blog.
Un abbraccio.
Vale PL
Il filmato proposto viene trasmesso in broadcasting 24 h su Edunet TV ed è stato postato nello spazio di videosharing Edutube.
RispondiEliminaGrazie per la partecipazione ,
Prat Pratico
E' agghiacciante che questo si chiami "progresso".
RispondiEliminaGrazie, Annarita.
r.
Ciao Annarita, è molto importante sensibilizzare i ragazzi, ma anche i cittadini nel loro complesso, alle tematiche della salute e sicurezza sul posto di lavoro. Siamo tutti coinvolti, non solo come lavoratori, ma soprattutto come consumatori: dovremmo farci qualche domanda in più sull'origine di ciò che compriamo e su come quei beni vengono prodotti ed a quali costi. Dovremmo imparare a premiare le merci giuste, ai prezzi giusti, e cercare di non valorizzare beni che chiaramente, per i prezzi troppo bassi o altri indizi, sono prodotti con processi precari e pericolosi.
RispondiEliminaTantissimi saluti da Istanbul (viaggio di lavoro, motivo per cui non posso agevolmente leggere e commentare i blog amici),
Francesco
Grazie, grazie di cuore a tutti, cari amici per la partecipazione e le riflessioni costruttive.
RispondiElimina@kittymol77: benvenuta:) e grazie per aver voluto lasciare la tua testimonianza:). Ritorna a trovarmi, ne sarò lieta:)
Caro Francesco, hai perfettamente ragione. Concordo con tutto ciò che affermi.
RispondiEliminaGrazie del saluto da Istanbul. Adesso comprendo...la latitanza;)
Fai buon viaggio.
Un abbraccio
annarita:)
Grazie a te...(come vedi torno..) A presto..
RispondiEliminail tema delle morti bianche è una questione molto spinosa e angosciante.
RispondiEliminaL'amianto è un prodotto vietato dalla legge a partire dal 1992. Ma nel frattempo si è trascinato dietro (e continua a farlo) molte vittime.
Da una parte ritengo che la scelta strategica di un paese di presidiare determinati settori industriali comporti l'accettazione di rischi sulla salute e sicurezza dei lavoratori, a priori.
Dall'altra vi è la ovvia necessità di attuare tutte le misure preventive e protettive necessarie per la minimizzazione dei rischi e dei danni.
Il documentario denuncia azioni chiaramente illegali di cui, mi auguro, sarà fatta giustizia.
agghiacciante davvero. purtroppo non è raro, anche in romagna, sai com'è.... a proposito, io e il mio gruppo di rebyrthing andiamo lunedì sera al parco del carnè per una seduta di respirazione sotto le stelle, se vuoi essere dei nostri c s trova alle 19,30 al bar della stazione di brisighella, siamo un tot di tutte le età, ciaoooo
RispondiEliminaCaro Michelangelo, sono d'accordo con le tue considerazioni. Mi auguro anch'io con tutto il cuore che si arrivi a fare giustizia per via legale. Intanto, Silvestro Capelli e altre sfortunate vittime come lui stanno portando avanti la propria battaglia sociale e legale.
RispondiEliminaUn grazie per la partecipazione:)
@phederpher: ti ringrazio per la partecipazione.
RispondiEliminaPer l'invito, sei gentilissimo, ma quella sera sono impegnata con una ricorrenza a scuola. Grazie mille del pensiero, sarà per un'altra volta:)
stavo per commentare questo post che mette molta tristezza e stavo per dire quanto il problema sia molto sentito anche dalle mie parti (in prov. di bari) quando ho letto il commento di beppestarnazza che quoto in toto. la fibronit è tristemente nota per i danni alla salute che ha portato ai suoi operai. ma anche nel mio paese c'era un'acciaieria e oggi non si riesca ancora a capire se quell'aria vada bonificata, se c'è amianto. le istituzioni tacciono, anzi negano che ci sia amianto per poi, dare per scontato, con alcuni tentennamenti che l'amianto ci sia...
RispondiEliminae poi quante discariche di ethernit a cielo aperto!
vado a leggere l'articolo di beppe starnazza. il dee di bari mi è molto familiare...
cavoli conoscevo il prof Chiarantoni, sapevo della sua malattia ma credevo si fosse ripreso. non sapevo di questa tragica notizia, da quando mi sono laureata non l'ho più visto.
RispondiEliminail commento di prima era sempre il mio.
arabafenice.
Ciao, Araba. Purtroppo, le cose funzionano così in questo nostro Paese, senza differenza di posizione geografica a quanto ci è dato di constatare!
RispondiEliminaMi dispiace per il prof. Chiarantoni come per tutte le persone vittime di questo mal governo imperante in ogni spaccato della nostra società.
Ti ringrazio della tua testimonianza.
Un caro saluto e a presto:)
Instancabile Annarita ci desti l'attenzione anche verso problemi dimenticati! Ho letto già questo post in un altro blog e non potendolo pubblicare nel mio, rileggo ed esprimo anche qua i miei ringraziamenti per essere sempre attiva nel portare alla luce problemi e mettere a disposizione di tutti le tue ricerche.
RispondiEliminagrazie
Elisa, carissima, grazie per la tua presenza:)
RispondiEliminaCome non portare in evidenza problemi come questi?