Cari ragazzi di 2° A, trovo finalmene il tempo per pubblicare l'ultimo lavoro realizzato dalle vostre compagne Elena L., Cecilia B., Giorgia R. e Lavinia R., la tavola periodica degli elementi.
Le ragazze hanno scelto di costruire la tavola di Mendeleev, nell'ambito dello studio della Chimica che abbiamo iniziato durante l'anno scolastico appena trascorso, e l'hanno esposta alla galleria della Scienza, approntata in occasione della tradizionale festa di fine anno scolastico. E' stato un lavoro impegnativo, che ha richiesto tempo, studio e fatica manuale. Brave ragazze!
Leggete quanto hanno scritto!
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Ciao a tutti! Siamo Cecilia, Elena, Giorgia e Lavinia di 2° A. Abbiamo deciso di costruire la tavola periodica degli elementi per una forma di sfida con noi stesse. In poche parole, abbiamo voluto metterci alla prova: realizzare la tavola di Mendeleev con un cartoncino Bristol, colori, riga, squadra...e olio di gomito!
Dobbiamo ammettere che non è stato semplice imbrigliare sulla carta i simboli di un centinaio di elementi chimici, ma abbiamo tenuto duro e ce l'abbiamo fatta.
Ammirate il nostro capolavoro!
Nella foto seguente, vedete due di noi, Cecilia ed Elena al lavoro su un altro cartellone di accompagnamento alla tavola periodica, che abbiamo esposto alla mostra scolastica di fine anno.
Ma veniamo alla tavola, per illustrarvela un po'.
Dmitrij Mendeleev, un chimico russo, nel 1869 ordinò tutti gli elementi allora conosciuti in una tabella, detta tavola periodica degli elementi o tavola periodica di Mendeleev.
La tavola è una specie di schema adatto a mettere in evidenza il comportamento sia fisico che chimico e tutte le proprietà degli elementi chimici, che in essa vengono pertanto classificati in base alle loro caratteristiche.
Come potete osservare dalla foto, ogni elemento è inserito in una casella che ne riporta il nome, il simbolo chimico, il numero atomico e il peso atomico.
Nella tavola periodica oggi utilizzata, più completa rispetto a quella originaria di Mendeleev, gli elementi sono disposti in ordine crescente rispetto al numero atomico e sono ordinati in 7 righe orizzontali, dette periodi, e in 8 colonne verticali, dette gruppi, a cui si aggiunge il blocco dei metalli di transizione.
Gli elementi di uno stesso gruppo hanno lo stesso numero di elettroni nel guscio più esterno e quindi hanno proprietà chimiche simili.
In ciascun periodo, il numero atomico aumenta progressivamente di una unità spostandosi da sinistra a destra. Il numero del periodo rappresenta il numero di livelli elettronici posseduti dagli atomi che in esso compaiono. Di conseguenza, gli elementi appartenenti a uno stesso periodo hanno lo stesso numero di livelli, ma l'ultimo livello contiene un numero diverso di elettroni.
Per esempio, il secondo livello comprende 8 elementi: litio (Li), berillio (Be), boro (B), carbonio (C), azoto (N), ossigeno (O), fluoro (F) e neon (Ne).
Questi 8 elementi possiedono tutti due livelli: il primo è saturo con due elettroni, il secondo si riempie progressivamente di elettroni andando dal litio al neon.
Gli elementi che appartengono ad uno stesso periodo hanno proprietà fisiche simili e proprietà chimiche che variano gradualmente.
La tavola periodica ci permette, inoltre, la classificazione degli elementi in due principali gruppi: i metalli e i non metalli, che nella tavola si trovano rispettivamente a sinistra e a destra della linea a gradini che va dal boro all'astato.
L'aspetto più interessante dell'attività svolta è stato lavorare in gruppo per raggiungere un obiettivo comune: dimostrare di potercela fare a realizzare qualcosa di non semplice. Raggiungere questo traguardo per noi stesse è stata la motivazione che ci ha dato la spinta giusta.
E che soddisfazione quando abbiamo esposto la "nostra tavola".
La prof. ci ha promesso che sarà esposta permanentemente nel laboratorio scientifico della scuola affinché tutti quanti possano utilizzarla. Sapere che la nostra tavola continuerà ad essere a scuola quando noi andremo via, ci riempie di orgoglio.
Alla prossima!
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Colgo a caso una delle tante notizie di cronaca, quella di la Repubblica.it, 9 novembre 2002, sull'ipotesi che vedrebbe, nientemeno, nella Sardegna la perduta Atlantide.
«ROMA - La civiltà di Atlantide, l'isola perduta dalle vene d'argento, è stata spazzata via da una gigantesca onda marina alta 500 metri, un mega-tsunami originato da un'esplosione nel profondo del mare. "Quell'isola, cercata in tutti gli oceani del mondo è proprio qui, sotto casa. È la Sardegna". Lo sostiene Mario Tozzi, geologo e ricercatore, nella puntata di stasera di "Gaia", alle 20.50 su RaiTre, articolata come una verifica sul posto delle tesi inaspettate messe nero su bianco da